At 13:48 +0200 06.06.2009, claudio procesi wrote:
mi sembra ci sia una grande apatia come se la cosa non ci riguardasse o come se ci fidassimo della lungimiranza del legislatore che non esiste
Per alcuni forse è così. Senza voler arrivare alle tragedie immani come quelle di cui la Notte dei Cristalli è stata il sottovalutato prodromo, non è comunque la prima volta che un gruppo sociale non si rende conto della tegola che gli sta piombando sulla testa, o rimane paralizzato come il coniglio nei fari dell'automobile che sta per investirlo.
Aggiungerei che molti sono sul depresso, con una sensazione di impotenza assoluta. Il ministro parla(va) di tavoli e di confronti, ma non siamo noi (non dico noi di questa lista, ma noi accademici in generale) a sederci a quei tavoli. sempre che esistano. I vertici tecnici del ministero sono chissà dove, i partiti sono interessati solo alla loro quota di potere di intermediazione, i mass media fanno a gara a chi ci dipinge a tinte più fosche, se scrivi una lettera a un giornale manco la prendono in considerazione, se fai una manifestazione e non succede niente di grave nessuno ne parla, se qualcosa succede (o viene fatto succedere) diventa un problema di "comunisti facinorosi" e dunque di ordine pubblico, l'uomo della strada viene continuamente distratto da vicende di nani e ballerine e battute tristi sulle "carrozze della metro riservate ai Padani" e ancora più tristi terremoti e così via. E noi siamo poco o nulla sindacalizzati e nonostante le apparenze non riusciamo, mai, a fare "corporazione".
Secondo punto: siamo tutti -- individualmente, non collettivamente -- molto preoccupati per i finanziamenti. Riuscirò a continuare la mia ricerca? Come potrò finanziare questo/a giovane bravo/a che lavora con me? E questo svia dai ragionamenti più ampi. Comincio a parlare con la fondazione x e l'istituzione y e l'azienda z e mi scordo che il mio particulare è, appunto, un particolare di un quadro di devastazione generale.
E un'altra cosa che svia dai ragionamenti più ampi sono, avete ragione, i dettagli tecnici. Lì ci freghiamo con le nostre mani, alla grande. Tra gli ordinari del mio settore, M-PSI/01, un po' più di un centinaio di persone, nelle scorse settimane c'è stato un lungo e articolato dibattito sui criteri di valutazione per i concorsi. Potete immaginare tutto: fattore I, fattore H, fattore nonsocosa, "un libro in italiano vale come uno su pi greco articoli in inglese", "eh no, dipende dall'editore" etc. E schieramenti ed argomenti e ragionamenti e liste di proscrizione "chi non accetta questi criteri non è un vero scienziato" e così via. E il fattore "tegola sulla testa" (apprezzerete che eviti di andare sul triviale) non è mai, dico mai, stato discusso, nonostante i richiami di qualcuno, che non hanno neppure ricevuto risposta.
Conclusione: è sacrosanto e necessario discutere delle strategie e di tutto, ma hai ragione al 100% dicendo che, in assenza di consenso organizzato, non andiamo da nessuna parte.
- Maurizio Tirassa