Caro Maurizio,

ti ringrazio di aver sollevato il problema. Sono anche io tra quelli che più volte nel passato, in seduta di tesi, 
ho lamentato il fenomeno dell'appiattimento dei voti. Cio' nonostante, sebbene riconosca 
la bontà del tuo intento (fare in modo che gli studenti si laureino presto), non ritengo che vincolare la lode alla durata 
del percorso sia la soluzione migliore. Se da un punto di vista formale la lode viene data in base alla qualità 
del lavoro di tesi, allora anche dal punto di vista sostanziale essa deve essere attribuita in base esclusivamente 
alla qualità dello stesso: sarebbe paradossale penalizzare uno studente che impiega maggior tempo 
per produrre un lavoro migliore. 
Nella tua lettera sollevi due problemi distinti: 
1) l'allungamento dei tempi medi per conseguire la laurea; 2) l'appiattimento dei voti. 
Se riteniamo prioritario il primo problema (e se pensiamo che sia la tesi ad allungare i tempi), 
allora la tua proposta può essere allora letta nel senso di diminuire il peso 
relativo della tesi rispetto al resto del percorso, attribuendogli di conseguenza meno punti (il che comporterebbe di 
conseguenza un minore impegno in termini di tempo impiegato ma anche un abbassamento della qualità del risultato). 
Vista in questi termini ritengo la tua proposta coerente. 
Se invece il problema prioritario da affrontare è il secondo, allora possiamo decidere di essere più esigenti nel valutare il lavoro di tesi, ma ciò rischia di produrre l'effetto opposto a quello da te auspicato in termini di allungamento dei tempi. 
Sinceramente nessuna delle due alternative mi soddisfa, e allora se non si trova un'altra soluzione chiara e trasparente 
preferirei lasciare tutto così com'è. La soluzione vera secondo me sarebbe quella di uniformarci a quello che avviene in europa
e nel mondo, ovvero diminuire da 6 a 1 (o massimo due) il numero degli appelli, il che avrebbe a catena tutta una serie di 
effetti positivi che non sto qui ad elencare visto che si tratta di una battaglia persa. Lasciamo allora tutto com'è e lasciamo che i nostri studenti si lamentino dei pochi appelli in Italia e vadano a studiare all'estero. 

Alessandro Berarducci



Il giorno 11/feb/2013, alle ore 22.08, pratelli@dm.unipi.it ha scritto:

Caro Carlo e cari colleghi (e rappresentanti degli studenti),

vorrei far conoscere la mia opinione riguardo il voto di laurea (e
scusatemi se per una volta saro' un po' prolisso).

Personalmente non vedo un grosso problema per quanto riguarda la Laurea
Triennale: e' vero che forse 10 punti sono eccessivi per una tesi che non
dovrebbe essere troppo ampia, ed e' anche vero che in molte commissioni
c'e' stato uno schiacciamento dei voti verso l'alto, tuttavia questo forse
compensa una forte (non so se dire eccessiva) severita' di alcuni esami
della Laurea Triennale e quindi ... secondo me in questo caso tutto
sommato va abbastanza bene la situazione attuale.

Invece sono tra quelli preoccupati per l'esagerata proliferazione di lodi
nelle Lauree Magistrali: questa potrebbe sembrare una conquista degli
studenti ma in realta' non e' cosi'. Se tutti prendono la lode alla fine
... e' come se non la pigliasse nessuno, non c'e' cioe' una meritata
soddisfazione per lo studente che si e' impegnato molto ed ha dato ottima
prova di se'.
Le cause di questo innalzamento dei voti sono evidenti: la media di
partenza deve essere calcolata solo sui voti della magistrale, lo studente
ha la (giusta) liberta' di ritagliarsi un piano di studi su misura e
quindi di affrontare principalmente gli esami che piu' gradisce, in molti
esami avanzati nei quali sei seguito da un numero ridotto di studenti che
si impegnano, che vengono ripetutamente a ricevimento a chiarire i dubbi,
diventa molto difficile non dare 30 ...

Ma c'e' un fenomeno molto preoccupante: la durata degli studi
esageratamente lunga di molti studenti. Il passaggio dalla laurea
quadriennale a quella nuova (quinquennale in due tempi) avrebbe dovuto
migliorare le cose, e invece le ha ulteriormente peggiorate.
Naturalmente il nostro e' un corso di studi molto severo, e quindi gli
studenti che non riescono a tenere il ritmo devono essere capiti e
incoraggiati; ma mi sembra di ravvisare che stia aumentando un fenomeno
preoccupante, cioe' alcuni studenti che "la tirano in lunga", stanno
troppo a lungo sugli esami e magari li ripetono finche' finalmente non
arriva il bel voto.
E questa pericolosa tendenza a tirarla in lunga pur di arrivare a un bel
voto a mio avviso e' aumentata con la nuova Laurea Magistrale.

Al momento della ricerca di un lavoro questo ha un pessimo effetto: in un
colloquio di lavoro generalmente il voto di laurea e' quasi irrilevante
mentre ha grandissima importanza la durata degli studi.

In questa ottica, le modifiche che tu proponi (diminuzione dei crediti che
vengono "abbuonati", riduzione del peso delle lodi e dell'incremento del
voto di laurea) rischiano secondo me di peggiorare ulteriormente la
situazione.
Invece sarebbero importanti delle modifiche che veramente spingono gli
studenti a non attardarsi.

Io penso che in questo senso bisognerebbe agire sulle "Lodi" : la lode
(all'esame di laurea) non dovrebbe essere vista come un 111 (o come un
113, portando a 102 il voto minimo di partenza) ma come una "dichiarazione
di piena soddisfazione riguardo al percorso di studi effettuato" e secondo
me NON DEVE ESSERE DATA se lo studente non e' in pari o quasi (o almeno se
ha seguito un percorso di studi troppo lungo).

Credo che si potrebbe mettere nel regolamento una frase del tipo
"raggiunto il punteggio di 110 la commissione decide se dare la lode
tenendo conto anche dell'intero percorso di studi del candidato" e nei
fatti (tolte eventuali motivate situazioni come veri problemi di salute o
una maternita' o simili...) non dare la lode -indipendentemente dalla
media- se la tesi e' ottenuta oltre la primavera del IV anno di corso per
la laurea triennale ed oltre la primavera del VI per la laurea magistrale.

Scusandomi per il disturbo   Maurizio P.



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