-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: da prof. Mura: rettifica a precedente messaggio sulla programmazione
Da: "Sonia Raglianti" <raglianti(a)smfn.unipi.it>
Data: Lun, 12 Luglio 2010 1:30 pm
A: notiziario_smfn(a)smfn.unipi.it
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Ai Ricercatori della Facoltà di Scienze
e per conoscenza
a tutti i membri della Facoltà.
Cari colleghi,
dopo la presa d'atto e la piena adesione da parte del Consiglio di Facoltà
della protesta che molti di voi stanno portando avanti per difendere la
propria dignità di co-artefici della qualità dell'azione didattica della
nostra Istituzione, mi rivolgo a voi tutti per poter affrontare al meglio
questa situazione di criticità che investe le nostre attività
istituzionali.
Nell'ultima riunione del Senato Accademico che pure ha approvato una
mozione di supporto alla protesta che ricercatori e docenti stanno
attuando, c'è stato il rifiuto del Rettore a voler definire una strategia
complessiva di ateneo per gestire la situazione connessa alla mancata
approvazione della programmazione didattica che pur si è verificata nella
stragrande maggioranza delle Facoltà dell'Ateneo. Insieme alla mancata
approvazione della programmazione, il Consiglio della nostra facoltà ha
paventato il rischio, perdurando la situazione di indisponibilità dei
ricercatori e docenti ad assumere l'incarico di corsi non obbligatori per
legge, di non poter garantire l'offerta didattica e di vedere quindi a
rischio le immatricolazioni; una dolorosa evenienza che né i docenti né
i ricercatori di questa facoltà auspicano ma che il senso di protezione
nei confronti degli studenti già iscritti ai nostri corsi impone di
valutare. Una eventualità che mi auguro possa essere sventata, che nasce
dalla insostenibile costrizione finanziaria e di modello imposti dalle
scellerate scelte che chi ci governa ha fatto e continua a fare per (o
contro) l'Università pubblica del nostro Paese. Così, nonostante il
diffuso stato di agitazione, nessuna disposizione di ateneo è annunciata
per avvisare gli immatricolandi dei problemi che l'Ateneo pisano sta
vivendo e quindi nulla osterà all'apertura delle immatricolazioni il
prossimo 26 luglio (al riguardo vi invito alla lettura "fino all'ultimo
rigo" della lettera del 9.7.2010 dell'Interconferenza dei Presidi ai
Ricercatori - allegata). L'offerta didattica del nostro Ateneo, aldilà
delle dichiarazioni di principio, si presenta quindi nella sostanza
all'opinione pubblica come se la presa di posizione dei ricercatori e di
molti docenti non esistesse. La ostinata disattenzione al problema di chi
sta governando l'ateneo porterà quindi a contrarre con gli studenti che si
immatricoleranno un contratto che andrà comunque onorato e saranno le
singole Facoltà nella figura dei loro Presidi che, pur avendo denunciato
per tempo il problema, se ne dovranno far carico. A questo riguardo
denuncio con indignazione l'atteggiamento a dir poco irriguardoso che il
Rettore ha mostrato nei confronti di una legittima delibera della
Facoltà, quella del rinvio della programmazione appunto, additata, in
piena seduta del Senato, sulla base di informazioni che il Magnifico ha
dichiarato di avere personalmente avuto da nostri colleghi, di non
rappresentare il vero stato di criticità dei nostri Corsi di Studio. Pur
consapevole che non tutti i Corsi versano nelle stesse condizioni di
"indigenza", questo modo di procedere non solo ha messo a disagio la
persona del Preside della Facoltà ma ridicolizza di fatto ciò che il
Consiglio, nella piena consapevolezza della gravità della situazione, ha
ritenuto di dover esprimere. Un atto che a parere di chi scrive, non è
altro che l'ennesimo e finora ben riuscito tentativo di minimizzare i
reali problemi in cui l'ateneo pisano versa e che, apparentemente, è bene
non escano fuori dalle mura domestiche in tutta la loro drammatica
criticità. E' evidente che a dispetto del dichiarato sostegno a parole
alla causa specifica dei Ricercatori, anche dello stesso Rettore, un tale
atteggiamento pubblico mortifica la giusta protesta svilendola anziché
esaltarla. Non ho la più pallida idea del contesto in cui il Magnifico
abbia acquisito, nella sue personali indagini, informazioni che gli hanno
consentito di confutare il contenuto di una delibera della Facoltà;
quello che so per certo, invece, è che nei nostri Consigli il dissenso e
la diversità di vedute non sono mai stati lasciati fuori dalla porta ed è
preferibile, se non doveroso, che essi si manifestino nelle sedute di
Facoltà, anche perché forieri di argomenti utili alla discussione e alle
deliberazioni, piuttosto che nei colloqui privati.
Svanita quindi la speranza di molti, di una azione di Ateneo la cui
incisività sul Governo e sull'opinione pubblica avrebbe avuto un ben
diverso impatto rispetto alle risoluzioni che le singole Facoltà potranno
autonomamente adottare, è mio obbligo ricordarvi che è dovere
istituzionale del Preside perseguire comunque la definizione di una
programmazione didattica.
Sono più che mai personalmente convinto della giustezza della protesta
nonché della importanza di manifestarla a chi ci governa e continuerò a
sostenerla in tutti i modi che il mio "sciagurato" ruolo mi consente,
sempre nell'auspicio che vengano a cadere o adeguatamente a mitigarsi le
condizioni che l'hanno generata. Ritengo quindi, di poter esigere
chiarezza e trasparenza da parte di tutti voi, e qui mi rivolgo a tutti
i membri della facoltà, che so essere interessati alla salute della nostra
istituzione e alla dignità di chi in essa opera.
Al momento e con lo scopo di acquisire i necessari strumenti per procedere
ad assolvere ai miei doveri istituzionali, rendo noto che provvederò a
chiedere a tutti i docenti i cui affidamenti nelle avanzate proposte di
programmazione superino le 120 ore, la esplicita disponibilità a tenere i
corsi loro assegnati. Inoltre, dal momento che diversi Ricercatori,
peraltro legittimamente, non hanno palesemente espresso la loro posizione
nei confronti della protesta, sarò costretto a chiedere a tutti i
Ricercatori i cui nominativi compaiono nelle proposte di programmazione
pervenute dai Corsi di Studio, la esplicita disponibilità a tenere i corsi
loro assegnati. Infine dovrò acquisire la disponibilità o la
indisponibilità dei docenti della nostra Facoltà a farsi carico, qualora
esigenze di programmazione lo impongano, di corsi aggiuntivi oltre le 120
ore di didattica frontale.
Una indagine a questo punto improcrastinabile per delineare un quadro di
criticità della situazione sulla cui gravità non ho dubbi come non ha
avuto dubbi il Consiglio, ma che evidentemente potrebbe essere percepita
a livello personale in modo diverso.
Umberto Mura
Preside della Facoltà
P.S.
Leggo ora il documento della CRUI votato all'unanimità dall'Assemblea
Generale l'8 luglio u.s. nel quale alla pressante quasi accorata
richiesta di accelerare l'iter di approvazione del disegno di legge
Gelmini fa riscontro a onor del vero una, in parte condivisibile, lista
di miglioramenti che vengono suggeriti.
In relazione ai nostri problemi contingenti di programmazione
didattica, mi ha colpito il passaggio con cui la CRUI rende edotto il
Ministro che " . ........ va affrontata anche la situazione che si sta
determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte
anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno
accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a
repentaglio l'attivazione di interi corsi di studio". No comments.