Carissimi,
vi aggiorno sulla situazione riguardo i percorsi di
eccellenza.
L'iter che ha portato alla nascita dei percorsi di eccellenza
e' stato piu' articolato di quanto ci fosse sembrato.
Sono stati annunciati dal Rettore nel suo discorso
di inizio d'anno, e sono stati discussi (e modificati)
diverse volte in Senato Accademico, fino all'approvazione
del 4 maggio. Lascio a voi decidere se dobbiamo
lamentarci con i nostri rappresentanti in Senato per
non averci tenuto informati, o rammaricarci con noi
stessi per non aver chiesto informazioni; probabilmente,
come spesso accade, e' un miscuglio di entrambe le cose.
In ogni caso, la disciplina approvata dal Senato e'
esplicitamente sperimentale: e' gia' prevista una fase di
verifica fra un anno con la possibilita' di introdurre
modifiche e variazioni.
In Facolta', sia pure con alcuni distinguo sui dettagli,
l'intenzione generale e' di far partire i percorsi di
eccellenza: non ho sentito tutti, ma sicuramente fisici,
informatici e biologi sono di questa opinione. In una
situazione del genere, non farli partire a matematica
sarebbe suicida; l'obiettivo e' quindi di cercare di
capire cosa di buono se ne puo' tirare fuori, e
preparare il regolamento di conseguenza.
I percorsi di eccellenza, cosi' come sono stati definiti
dal Senato, hanno principalmente due aspetti.
[Attenzione: i PE sono una cosa ben diversa dai
"corsi di eccellenza" di cui spesso si e' parlato.
La scelta di un nome cosi' simile e' sfortunata, ma pare
non siano riusciti a trovare un nome migliore.]
Il primo aspetto consiste nel fornire un modo di segnalare e
valorizzare i nostri studenti migliori. Un attestato finale
e' molto piu' spendibile verso l'esterno (e gratificante
per lo studente) di un certificato degli esami. Inoltre,
puo' fornire una motivazione in piu' allo studente per
cercare di laurearsi in corso (che vuol dire entro
maggio dell'anno dopo, di fatto).
[Certo, se ci fosse anche un incentivo economico
non sarebbe male. Da quello che ho ricostruito,
questo e' un argomento su cui anche il Senato e'
sensibile ed e' disposto a tornare
(modulo disponibilita' finanziarie...), per cui nulla
vieta di fare proposte in tal senso.]
Per questo aspetto, il regolamento del PE deve
indicare le votazioni media e minima che devono
essere rispettate, e il numero minimo di crediti che
devono essere acquisiti ogni anno (non necessariamente 60).
Nelle bozze di regolamento che troverete allegate
vedrete delle proposte per questi valori. Venerdi'
poi vi spieghero' come sono arrivato a quei valori;
ovviamente (sia su questo che sul resto delle bozze)
sono benvenuti suggerimenti di modifica e critiche
costruttive.
Il secondo aspetto riguarda le attivita' formative aggiuntive.
La disciplina dei PE prevede che gli studenti all'interno
di un PE debbono seguire delle attivita' formative aggiuntive.
Scopo di queste attivita' e' "approfondire e integrare la
preparazione offerta dal CdS". La cosa cruciale e' che queste
attivita' devono essere offerte a *tutti* gli studenti;
semplicemente, gli studenti nel PE devono seguirne
un certo quantitativo al di fuori del loro piano di studio
standard, mentre gli altri possono seguirne quanto
ne vogliono inserendole, se desiderano, nel proprio
piano di studi all'interno delle attivita' a scelta dello
studente (o recuperandole in fase di laurea specialistica).
La disciplina approvata dal Senato lascia ampia liberta'
su cosa siano queste attivita' formative aggiuntive.
La soluzione piu' ovvia e' che siano esami gia' presenti
nell'offerta didattica del CdS, per cui semplicemente
gli studenti del PE si fanno (diciamo) un esame in piu'
all'anno. Ma, come gia' osservato da diversi di voi,
questa e' una soluzione un po' povera,
eccessivamente rigida, e che non offre nulla di nuovo
agli studenti non del PE (ha il solo vantaggio di poter
essere implementata senza nessuno sforzo).
Una soluzione forse migliore, soprattutto per la
laurea triennale, potrebbe essere la seguente,
che e' stata suggerita dagli interventi di diversi di voi.
Offrire per ogni anno di corso un certo numero di
cicli di seminari (fatemeli chiamare cosi' per semplicita',
ma potrebbero anche assomigliare piu' a lezioni
che a seminari) in cui vengono presentati argomenti
significativi che siamo stati costretti a tagliare dai programmi
per mancanza di spazio e/o tempo. Ogni ciclo di seminari
e' concluso da una verifica senza voto (un colloquio,
una piccola relazione, una semplice verifica della frequenza...
non un esame), e fornisce
diciamo 2 crediti (che consistono in circa 16 ore di
lezione frontale). Gli studenti dei PE devono seguirne
un certo numero (per esempio 3, per un totale di 6
crediti l'anno), mentre gli altri studenti possono seguire
quelli che interessano loro.
Fatemi fare un esempio per chiarire. Al primo anno
potrebbero essere offerti, tipicamente nel secondo
semestre, 5 di questi cicli di seminari, ognuno
della durata di circa un mese; uno per Algebra, uno
per Analisi, uno per Fisica, uno per Geometria, e
uno per Informatica, in cui vengono trattati dei complementi
agli argomenti dei corsi standard
(e credo che ognuno di noi possa immaginare facilmente
diversi argomenti che potrebbero inserirsi a meraviglia
in una situazione del genere). Gli studenti del PE
devono seguirne 3, quelli che piu' gli interessano;
gli altri possono seguire quelli che vogliono.
Negli anni successivi, aumentando le materie, si possono
offrire piu' cicli di seminari di questo genere, suddivisi
fra il primo e secondo semestre, richiedendo pero' di
nuovo che gli studenti dei PE ne seguano 3.
In questo modo credo si potrebbe effettivamente
permettere a tutti gli studenti, se lo desiderano,
di approfondire e integrare la loro preparazione,
senza causare un eccessivo aggravio nel
carico di lavoro ne' degli studenti (per questo ritengo che non
debbano essere previsti esami in senso stretto
al termine dei cicli di seminari) ne' dei docenti.
Le bozze di regolamento che vi accludo (in formato TeX
e pdf) sono state formulate tenendo presenti queste
considerazioni, ma lasciano ovviamente aperte anche
altre soluzioni, e lasciano la possibilita' di decidere anno per anno
come procedere.
Commenti, critiche e suggerimenti sono benvenuti!
Ciao e grazie,
Marco
PS Vi segnalo un punto dubbio nel regolamento del PE della
laurea specialistica: bisogna decidere come considerare
nella LS le attivita' formative aggiuntive seguite
nella laurea triennale. La versione che vi accludo
prevede che rimangano in piu' per gli studenti del PE,
mentre possano essere inserite nel piano di studi
dagli studenti non del PE; possiamo pero' decidere
che tutti gli studenti le possano inserire nel piano di studi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
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Marco Abate Tel: +39/050/2213.230
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Universita' di Pisa
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