Cari colleghi,
dato che ci sono stati dei problemi nella diffusione della mail
particolarmente di Tulli, vi invio le risposte sua e di Mancarella alla
lettera riguarda la VQR, completando il messaggio inviato da Matteo. Ad
ora non mi risultano risposte degli altri due candidati, Aquaro e Panizza.
Quelli di voi che hanno ricevuto le due mail mi scusino per lo spam.
Colgo l'occasione per ricordarvi che le proposte norme punitive per chi
non partecipasse alla VQR non sono state ad oggi approvate dal CDA e
sono quindi nulle. La probabilita' che vengano approvate nel futuro mi
pare decisamente remota.
Ciao, Max
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Mancarella:
Cari Colleghi,
le motivazionidella protesta in atto superano sicuramente, per valenza e
rilievo, le vicende localistiche di avvicendamento al vertice del nostro
Ateneo. Proprio per questo è a mio parere da evitare il rischio di un
uso strumentale a fini elettorali di questo legittimo movimento. Mi
limito quindi di seguito ad esprimere sinteticamente, senza toni
“elettorali”, quello che è il mio pensiero sull’argomento, per
rispondere ad una precisa sollecitazione di alcuni docenti (riportata in
calce).
Condivido appieno le motivazioni della protesta: non è accettabile che
la docenza universitaria sia l’unico comparto del pubblico impiego per
cui lo sblocco degli scatti stipendiali, oltre che arrivare in ritardo
di un anno, non vada di pari passo con il riconoscimento giuridico del
quinquennio 2011/15, con effetti particolarmente negativi per coloro che
si trovano nella fase iniziale della propria carriera accademica.
Condivido dunque l’indignazione provocata da questo ulteriore
trattamento discriminatorio nei confronti dei docenti universitari e la
giusta preoccupazione, che traspare anche dalla lettera trasmessa dal
Presidente della CRUI al Ministro Giannini il 26 gennaio u.s., che ciò
contribuirà ad allontanare ancor di più i giovani dal mondo
universitario e della ricerca.
Mi auguro che l’astensione dall’inserimento dei prodotti per la VQR non
venga utilizzata strumentalmente dai media per denigrare ancora una
volta i docenti universitari, noti “fannulloni” che ora si rifiutano
persino di essere valutati. Dovremo impegnarci a fondo in tutte le sedi
per fare in modo che ciò non accada, ribadendo che i docenti
universitari non hannoalcun timore ad essere valutati.
Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare ogni forma di protesta
civile, come è quella di cui stiamo parlando, e le persone che se ne
fanno promotrici. Nel caso specifico, qualora fossi eletto Rettore, non
prenderei nemmeno in considerazione l’eventualità di assumere un
atteggiamento “particolare” nei confronti di chi ha aderito alla
protesta (così come nei confronti di chi alla protesta non ha aderito).
Un Rettore deve assumersi la responsabilità di affrontare i problemi, di
proporre soluzioni, di prendere decisioni anche difficili, di tutelare
gli interessi dell’intera comunità accademica: per un Rettore non ci
sono i buoni e i cattivi!
A prescindere dalle sacrosante puntuali rivendicazioni che vengono
portate avanti, sono comunque convinto che siano la VQR e più in
generale tutto il processo di valutazione della ricerca e della
didattica messo in campo dall’ANVUR a dover essere ripensati e
reimpostati. Nessuno vuole sottrarsi alla valutazione. Ma, visto che la
valutazione della ricerca ha comunque ampi margini di approssimazione,
che almeno sia basata su criteri semplici e trasparenti! Tutt’altro che
semplici sono, invece, quelli proposti dall’ANVUR, peraltro soggetti a
una continua revisione, con l’effetto di disorientare il ricercatore sul
tipo di prodotti da privilegiare. A questo si sommano la farraginosità
del sistema per la scelta dei prodotti, i numerosi e francamente
ingiustificabili malfunzionamenti dello stesso e il ritardo nella
pubblicazione delle tabelle bibliometriche (quelle relative al mio
settore INF/01 sono state pubblicate solo pochi giorni fa!). Ci troviamo
in una situazione simile, e forse anche peggiore, rispetto a quella che
molti di noi hanno già vissuto in occasione della compilazione delle
schede SUA per la ricerca e la didattica.
Vorremmo tutti poter tornare ad impiegare in modo più proficuo il nostro
tempo per poter svolgere con serenità i nostri compiti di ricerca e di
didattica!
Paolo Mancarella
Pisa, 7 febbraio 2016
*
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*Tulli:
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Pisa, 7 febbraio 2016
Cari Colleghi,
ho ricevuto il testo inviato da Paolo Mancarella sulla protesta, che da
tempo cresce nel paese, per il mancato riconoscimento dell’anzianità
giuridica per il quadriennio2011-2014 e per il recupero degli scatti
stipendiali maturati dal 2015. Purtropponon ho ricevuto il testo inviato
da Giuseppe Iannaccone: la rapida e capillare diffusione di un testo non
è sempre agevole nel nostro Ateneo. In ogni caso ben volentieri esprimo
il mio parere, anche perché non credo giusto percepire nell’attenzione
per l’onda della protesta un semplice riflesso del clima elettorale.
Quale Direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e
Linguistica, ho seguito giovedì con favore il dibattito sviluppato in
assemblea da tanti colleghi, un dibattito dal quale deriva un documento
di adesione ai punti della protesta, con oltre 50 firme. Nel corso del
contatto con il gruppo di coordinatori della protesta, ho subito
dopo auspicato un incontro perché credo che solo un incontro possa
davvero lasciar emergere le opinioni dei singoli, spesso in un testo
sfumate con abilità e in ogni caso al riparo da un reale confronto.
In ogni caso non mi è difficile scorgere le ragioni profonde che animano
le voci sempre più numerose della protesta: un positivo appello al
nostro diritto e al nostro elementare senso di dignità, purtroppo spesso
calpestato nel difficile rapporto con le forze sociali e politiche del
paese. Intorno al problema degli scatti stipendiali ruota il dubbio
sulla funzione della docenza universitaria, considerata marginale se non
superflua nei grandi processi di produzione. Nella protesta sugli scatti
stipendiali vedo la sana, per quanto tardiva rivendicazione di una
centralità della docenza universitaria nella vita del paese, una
centralità per la costruzione del futuro, con la docenza universitaria
sia quale motore imprescindibile per l’innovazione tecnologica e
scientifica sia quale fulcro per la formazione delle giovani generazioni.
Un meccanismo perverso ci nega oggi il riconoscimento dell’anzianità
giuridica e degli scatti stipendiali, che la normativa in vigore vuole
in base al risultato della ricerca, proprio per il periodo che indica il
bando dell’ANVUR per la valutazione della ricerca. Il paradosso è
indiscutibile.
Nel nostro Ateneo il rapporto con la ricerca oggi è vissuto da tanti
colleghi con disagio, nella coscienza di un divario fra la ricerca e il
quotidiano impegno nelle strutture. L’adesione al movimento della
protesta nasce anche da qui: perché mai esporre il risultato della
ricerca per una valutazione che non restituisce risorse per la ricerca?
Credo utile un richiamo al programma inviato per manifestare la
disponibilità per la carica di Rettore: per un futuro capace di
restituire al volto del nostro Ateneo energia e dignità, è
indispensabile mutare il rapporto fra la ricerca e la didattica. Il
Rettore dovrà in tanti colleghi restituire fiducia per la ricerca,
sottolineandone la centralità nei processi decisionali del nostro Ateneo
e il ruolo nell’acquisizione della quota premiale per l'FFO. Solo così è
plausibile immaginare un confronto con la valutazione dell’ANVUR, un
confronto dal quale le forze del nostro Ateneo usciranno senza dubbio
con successo, nel solco della lunga tradizione che le distingue.
Alla misura di ritorsione sui singoli che, nel tentativo di arginare le
forze della protesta, il governo del nostro Ateneo promosse in Senato il
7 ottobre 2015 mi opposi con pochi: ben contraddittoria la ritorsione,
se specchio di un mandato che nei processi decisionali non ha certo
privilegiato la valutazione della ricerca. Subito dopo, grazie
all’invito di un gruppo di coordinatori della protesta, intervenni nel
dibattito in assemblea. L’alternativa fra la difesa del diritto al
riconoscimento degli scatti e il rischio del danno per la ricerca è
falsa quanto falsa è la demarcazione, per il bando dell’ANVUR, fra la
risposta positiva e la risposta negativa della docenza universitaria.
Compito imprescindibile del nostro Ateneo è offrire un contributo
vigoroso alle politiche del paese in contatto con la CRUI, con il
Ministero e con il Parlamento. Anche su questo credo utile un richiamo
al programma inviato per manifestare la disponibilità per la carica di
Rettore: non basta osservare lo spazio del nostro Ateneo, nel tentativo
di controllarne, se non soffocarne le dinamiche. Il Rettore
dovrà mantenere un contatto serrato e militante con il contesto
nazionale per offrire il contributo più altonella difesa e
nell’interpretazione del nostro mestiere. La CRUI oggi sembra
considerare con favore le forze della protesta, sia con l’invito a
fissare una nuova scadenza per la VQR sia con la prospettiva di un
metodo meno invalidante per garantire il rapporto fra l’ANVUR e il
risultato della ricerca. In questo senso è opportuno procedere, in
questo senso vedrei orientato il mio ruolo con la carica di Rettore:
prendere atto della protesta, non reprimerla con delibere lontane dalle
dinamiche del paese, ma sostenerla e mostrarne le ragioni profonde.
Buon lavoro
Mauro Tulli