Si mostra come la geometria e la meccanica delle ‘mappe’
tra varietà costituiscano da un lato un panorama unificante comuni modelli
continui di materia condensata, dall’altro strumenti per costruirne di nuovi. Si
presentano strutture hamiltoniane e di Poisson adatte alla meccanica dei corpi
complessi; ne consegue un’equazione di Hamilton-Jacobi che tiene conto di
effetti di gradiente. Il formalismo lagrangiano viene infine utilizzato per la
rappresentazione di fenomeni coinvolgenti interfacce macroscopiche: le equazioni
di bilancio pertinenti contengono come caso particolare il moto per
curvatura.