Cari colleghi,
i messaggi del Direttore a proposito
dell'attribuzione dei "rating" mi lasciano, a dir poco,
sconcertato. La Commissione di cui faccio parte ha infatti seguito
strettamente e con la massima (a lei consentita) serietà i criteri
che si era data, criteri sui quali il Consiglio del Dipartimento di
Matematica, appositamente consultato e dal suo Direttore presieduto,
nulla aveva eccepito, criteri secondo i quali ognuno è stato
attentamente giudicato sulla base della sua produzione scientifica,
valutata in massima parte sul livello delle riviste, e solo in ultima
analisi sul numero delle pubblicazioni.
Riporto qui parte del verbale della
riunione della Commissione del 18/3/2005, in cui i criteri sono stati
fissati.
"La valutazione di ogni docente avverrà
attraverso:
(i) la determinazione del valore di ogni
singola pubblicazione;
(ii) la normalizzazione del totale di tutte le pubblicazioni
relativamente a parametri propri del campo di ricercaŠ.
Circa il punto (i), la commissione, non potendo entrare nel merito,
intende valutare i singoli lavori in base:
al tipo ed al livello della sede di pubblicazione,
alle eventuali sovrapposizioni dei contenuti
e, in ultima istanza, alla estensione dei lavori ed al numero degli
autori.
Verranno privilegiate le pubblicazioni con un meccanismo di referaggio
qualificato, tenendo conto delle seguenti classi:
ŠŠŠ "
Riporto anche il verbale della seduta del CDD del 21 marzo 2005:
"ŠConsiderato il verbale della
seduta del 18/3/2005 della Commissione Scientifica dell'area
1
APPROVA
i criteri propostiŠper l'assegnazione
del rating e del parametro di costo".
Se ora ogni volta che qualcuno si trovi
personalmente scontento delle decisioni prese, questi si sentisse in
diritto di rimettere in discussione i criteri, temo che nessuna
commissione potrebbe andare molto lontano nel proprio
lavoro.
Ma altri, a mio avviso, sono i punti,
essenziali, del messaggio del Direttore.
Innanzitutto la Commissione
dovrebbe
"ricercare effettivamente la
cosiddetta "eccellenza"".
Ma che cosa è "l'eccellenza"?
Chi è eccellente? Ad esempio David Hilbert. Ma poi?Š Vogliamo
forse cadere nella ridicolaggine, e presumere che, in assenza di un
Hilbert, i lavori di qualche suo epigono (quale, evidentemente,
qualcuno
di noi si ritiene) godano di questa
qualità?
E poi, chi sarebbe all'altezza di
valutare la suddetta eccellenza? Non certo i poveri membri della
Commissione. La risposta è facile, e dal Direttore stesso
indicata:
"La commissione puo' anche pensare
(perche' no?) di consultare esperti esterni".
Al di là della bizzarria di tale
proposta (la Commissione dovrebbe richiedere il parere di matematici
internazionalmente noti, per discutere sull' assegnazione di neanche
800 ¤!), rimane un problema di fondo: ognuno di noi conosce
perfettamente validissimi matematici che però,richiesti di dare un
giudizio su di un lavoro, sono pronti, pur di non perder tempo, ad
esaltare tale lavoro, quale che esso sia; altri invece fanno
esattamente l'opposto. E allora, come mettere insieme questi
giudizi, per alla fine
attribuire le valutazioni? Chi godrà
dell'attributo di "molto eccellente", chi di "quasi
eccellente", e così via? A chi questo compito? L'unica soluzione
è di pensare ad un'Autorità Superiore, forse al Direttore del
Dipartimento.
Pazienza se il regolamento della nostra
Università prevede invece per questo compito un'apposita
commissione.
Ma vorrei ora mettere in luce l'altro
punto, apparentemente solo formale, ma invece della massima
importanza, anche per la "gestione politica" del nostro
Dipartimento.
Dice ancora il Direttore:
"La mia proposta, che portero' al
prossimo consiglio di dipartimento (ormai penso dopo le vacanze), e'
molto semplice."
Sembra il Direttore dimenticare che i
criteri sono stati formulati, "esaminate attentamente le indicazioni
di metodo definite dal Senato Accademico", dopo ampia discussione,
dalla Commissione, liberamente eletta da tutti gli afferenti
all'Area 01; su tali criteri, come ho detto, si sono espressi (con
parere non vincolante) i Consigli di Dipartimento.
Che significato può avere adesso
l'intenzione del Direttore di portare una proposta al Consiglio?
Proposta rivolta a chi?
A questo punto, se qualcuno ritiene che
nella formulazione dei criteri, criteri, ripeto ancora, formulati
dalla Commissione per il periodo in cui rimane in carica, o nella
conseguente attribuzione delle valutazioni vi siano errori, l'unica
Autorità che possa annullare le decisioni proposte dalla
Commissione, e dal Senato Accademico deliberate, l'unica quindi cui
rivolgersi è evidentemente, in prima istanza, il Tribunale
Amministrativo Regionale, ed in seconda il Consiglio di
Stato.
Ferruccio Colombini
P.S.1
Questo messaggio mi accingevo ad inviare, quando ho ricevuto un
terzo messaggio di Mario Salvetti che, a mio modesto parere, aggrava
quanto da lui detto nei precedenti. Innanzitutto dire: " se si
tratta di applicare solo degli "algoritmi" forse non c'e'
bisogno di nessuna commissione" e' offensivo nei riguardi della
Commissione, o piuttosto e' indicativo di non aver affatto capito qual
e' stato il lavoro della Commissione stessa: non certo il banale
compito di applicare degli algoritmi. In secondo luogo il richiamo a
De Giorgi e' totalmente fuori luogo: e' si' vero che De giorgi ha piu'
volte esposto una proposta simile, ma non certo "per situazioni
analoghe": Ennio lo diceva per i concorsi a cattedra: li' una
proposta del genere ha senso, nella nostra situazione e'
ridicola.
P.S.2 Per completezza riporto i tre messaggi inviati da
Mario Salvetti sull'argomento.
Cari
Colleghi:
Ho guardato
l'assegnazione dei "rating" scientifici e, constatato
che il lavoro della commissione e' arduo e soggetto a errori (anche se
modesti), ritengo che il nostro dipartimento debba adottare
criteri di giudizio piu' consoni al suo scopo, e che diano sia
verso l'esterno che verso l'interno l'impressione di ricercare
effettivamente la cosiddetta
"eccellenza".
La mia proposta, che
portero' al prossimo consiglio di dipartimento (ormai penso dopo le
vacanze), e' molto semplice: ritengo che il parametro
"numero di lavori" non debba assolutamente essere
considerato, ma che ognuno venga valutato su (al max) 3 lavori che lui
stesso indica, scritti nel periodo in questione. Questo fra
l'altro permetterebbe anche alla commissione di fare un lavoro piu'
serio, andandosi a guardare davvero i lavori.
Saluti,
-------------------------------------------
Mario Salvetti
Dipartimento di
Matematica
Università di
Pisa
Caro
Andrea,
credo che nessuno
debba aver paura ne' di una valutazione seria ne'
di
minacce di litigi da
parte di qualcuno. La commissione puo' anche
pensare
(perche' no?) di
consultare esperti esterni.
Capisco che ci si
potrebbe andare a litigare per quattro soldi, ma e'
una
questione di
principio, per cui per quel che mi riguarda penso che
andro'
avanti con la proposta
al dipartimento.
Mario
Caro Alberti,
vedo che quest'anno andare in vacanza e' piuttosto arduo.
Il tuo articolato messaggio un po' tardivo (ci hai pensato molto,
ma
dov'eri?) va discusso con piu' calma, cosi' come la mia
proposta (che non e' certo originale, io l'ho
sentita dire per
situazioni analoghe gia' a De Giorgi).
Comunque il mio scopo non e' certo quello di "dettare" come
tu dici dei
criteri, ma solo di discuterne (se vuoi, gettare un sasso nello stagno
e'
gia' un buon risultato). Il fatto che questi criteri sembra che ci
siano
"imposti" dall'esterno e' del tutto secondario, perche'
nessuno ci vieta
di darci dei nostri criteri (sicuramente non esportabili).
Forse la mia uscita con un messaggio di posta elettronica non e'
stata
ortodossa, ma sia chiaro che non ce l'ho con nessuno (tanto
meno con qualcuno della commissione) e, piu' che altro, non me ne
importa
neanche nulla (a livello personale) se viene accettata o meno una
proposta
del genere o analoga.
Aggiungo solo che se si tratta di applicare
solo degli
"algoritmi" forse non c'e' bisogno
di nessuna commissione: sarei capace
da solo (come altri) di fare il lavoro in poche ore.
Mi fa comunque piacere che la discussione sia cominciata, era quello
che
volevo. Spero pero' che nessuno si aggiunga ora, perche' anch'io
vorrei
andare un po' in vacanza.
Ciao,
Salvetti