Caro Andrea, cari colleghi,
mi rendo conto che il mio silenzio rischia di essere male interpretato, quindi preferisco scrivere una risposta per ora interlocutoria. Ho apprezzato la preoccupazione di Andrea e l'iniziativa di comunicarla a tutti, insieme ad alcune proposte. Non intendo lamentarmi degli impegni che ho (non tutti legati alla direzione, comunque), però dico che non riuscirò a rispondere concretamente ancora fino a metà febbraio circa, ma per allora garantisco che lo farò.
Saluti, Carlo
On Tue, 19 Jan 2016, Andrea Maffei wrote:
Cari Colleghi, vi scrivo in merito ad alcune modalita` di reclutamento del Dipartimento. Mi farebbe molto piacere se chi condivide le stesse preoccupazioni anche se non condivide tutto il testo che segue mi mandasse un email.
La fase del reclutamento e` probabilmente la piu` importante tra quelle sulle quali il Dipartimento esercita il proprio potere. Soprattutto negli ultimi anni in cui le nuove assunzioni sono diventate cosi` rare e nei quali i trasferimenti sono cosi` difficili dovremmo affrontare questo momento con maggiore attenzione. Stritolati, come siamo, tra esigenze didattiche e diktat del rettore, sicuramente non e` facile, pero` la mia impressione e` che ci stiamo adagiando su queste difficolta` rinunciando a qualsiasi visione complessiva del futuro del nostro Dipartimento accontentandoci di una gestione che rischia di diventare quasi solo burocratica.
Mi faccio avanti in modo isolato e estemporaneo perche' mi sembra di notare nella parte del dipartimento che piu` di altre dovrebbe occuparsi di gestire il futuro del dipartimento, gli ordinari e la direzione, una certa rassegnazione, un eccessivo realismo, di fronte a questo stato di cose che ci costringe a navigare a vista. In ogni caso, molti tra quelli che devono passare in questo dipartimento ancora qualche decennio sono preoccupati.
In tutte le ultime occasioni nelle quali nell'ultimo anno abbiamo dovuto prendere decisioni di questo tipo (quelle a cui ho assistito direttamente e quelle che mi sono state raccontate), la discussione e` stata particolarmente ridotta ed appiattita, non solo nei luoghi ufficiali ma a quanto so anche nelle varie riunioni piu` o meno informali che ci sono state. Mi ricordo meno di tre anni fa, un clima molto diverso, con discussioni che cercavano di entrare nel merito e che cercavano di andare aldila` del solo aspetto formale e contabile di queste scelte. Sono convinto che questo cambiamento sia dovuto al fare sbrigativo e autoritario del rettore e del CdA, pero` credo dobbiamo trovare il modo di reagire.
Segnalo dei punti sui quali potremmo intervenire, quasi ognuno di essi si riferisce ad un episodio che ha lasciato molti di noi poco convinti (li metto in quello che per me e` un ordine decrescente di importanza):
- in una lettera ad agosto, insieme ad altri, avevamo espresso forti
perplessita` sulle modalita` imposte dal CdA e accettate passivamente dal consiglio di Dipartimento con le quali avevamo fornito le indicazioni per i concorsi da ordinario. C'e` un punto di quella lettera che voglio ripetere. Non si puo` accettare per le chiamate da ordinario una pura ottica di promozione interna, anche se suggerita piu` o meno esplicitamente dal rettore o dal CdA. E tanto meno si puo` accettare questa ottica nel momento in cui si fa un concorso aperto agli esterni. Accettarla penso sia un fatto grave, scorretto verso i partecipanti e che getta discredito sul dipartimento. Credo che dobbiamo avere presente questo tutte le volte che decidiamo di bandire un concorso.
- per i concorsi da associato e ordinario il regolamento di ateneo e` tale
che le commissioni svolgono un ruolo molto modesto e la decisione finale sul nome da chiamare e` demandata al consiglio di dipartimento. Questo puo` creare una situazione poco felice, dove la commissione si limita ad esprimere delle idoneita` abbastanza generiche e larga parte del consiglio sente di non avere gli strumenti per giudicare. Credo che sarebbe bene che si instaurasse una prassi nella quale la commissione esprima formalmente o informalmente un giudizio piu` forte, che non consideri solo i vari parametri ai quali tutti abbiamo accesso ma che utilizzi le competenze della commissione per indicare delle scelte e per fornire dei giudizi piu` articolati e interessanti. In mancanza, o anche in parallelo e in contrasto, di una tale presentazione da parte della commissione sarebbe bene che le persone scientificamente piu` autorevoli esprimessero un giudizio di questo tipo.
- sarebbe opportuno stabilire una regola per le votazioni nel momento
della scelta dei candidati. Sappiamo tutti che le modalita` di votazione non sono un elemento secondario e stabilirle all'ultimo momento di volta in volta puo` solo creare malcontenti. Io credo che sarebbe bene stabilire in questi casi anche una maggioranza qualificata.
- anche nel caso delle assunzioni per ricercatori di tipo A e B, dove il
consiglio ha un ruolo meno determinante, il candidato proposto dalla commissione dovrebbe essere presentato e la commissione dovrebbe spiegare le sue scelte. In questi casi il consiglio e` chiamato solo a dire si o no, ma e` un momento importante al quale e` bene dare risalto, senza essere ridotto al mero fatto burocratico. La commissione dovrebbe relazionare riuscendo ad esprimere un giudizio di sintesi intelleggibile che abbia un senso aldila` di qualche operazione aritmetica.
Ciao Andrea
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