Ringrazio tutti quelli che sono intervenuti nella discussione con osservazioni interessanti o spiritose.
Non era mia intenzione riaprire la campagna per ampliare la "didattica frontale" includendovi la preparazione delle lezioni, i ricevimenti, le tesi di laurea, etc., oppure assegnando pesi diversi ai vari tipi di lezione. Tutte cose sacrosante ma che richiedono articolazioni complesse (e opinabili), come la formula di Abate, Bobo ed Elisabetta.
Quelle che io volevo esprimere erano due semplici idee:
1) Gli esami orali alla lavagna, davanti a un pubblico non vuoto di studenti preventivamente invitati, se svolti in modo serio e professionale sono praticamente indistinguibili dalle lezioni frontali. Se vogliamo possono confgurarsi come delle esercitazioni a piu' voci (i docenti e il candidato). La loro utilita' didattica e' evidente.
Penso che qualunque docente in buona fede possa convenire con questa affermazione, purche' abbia un minimo di esperienza accademica. Volendo regolamentare la cosa potremmo inserire nel nostro registro elettronico gli argomenti discussi nelle varie prove orali (cosa comunque utile per i futuri candidati).
2) Il sistema di fare gli esami orali alla lavagna rientra nelle migliori tradizioni della scuola pisana e resta a mio avviso il modo piu' efficace per valutare sia la preparazione che la capacita' espositiva del candidato, che sono le due peculiarita' degli orali.
Non voglio dire che questo sia l'unico modo di fare esami. Probabilmente, con qualche accorgimento, anche gli orali a tavolino possono essere resi pubblici e fruibili da altri studenti (anche se a me hanno sempre ricordato le confessioni pasquali).
Se noi matematici siamo convinti della giustezza di queste idee, non sara' difficile formalizzarle in modo da renderle accettabili ai vari burocrati. Cerchiamo, almeno noi, di non essere piu' formali di costoro!
S.