Caro Direttore, ho un paio di osservazioni sulla tua proposta per l'assegnazione del rating.
At 12:04 +0200 15-07-2005, Mario Salvetti wrote:
Ho guardato l'assegnazione dei "rating" scientifici e, constatato che il lavoro della commissione e' arduo e soggetto a errori (anche se modesti), ritengo che il nostro dipartimento debba adottare criteri di giudizio piu' consoni al suo scopo, e che diano sia verso l'esterno che verso l'interno l'impressione di ricercare effettivamente la cosiddetta "eccellenza".
La mia proposta, che portero' al prossimo consiglio di dipartimento (ormai penso dopo le vacanze), e' molto semplice: ritengo che il parametro "numero di lavori" non debba assolutamente essere considerato, ma che ognuno venga valutato su (al max) 3 lavori che lui stesso indica, scritti nel periodo in questione. Questo fra l'altro permetterebbe anche alla commissione di fare un lavoro piu' serio, andandosi a guardare davvero i lavori.
1. Mi lascia perplesso l'idea di dettare le istruzioni ed i criteri di valutazione ad una commissione NON DI DIPARTIMENTO, che tra le altre cose ha come mandato ufficiale proprio quello di decidere tali criteri. In altre parole, non penso che il dipartimento abbia diritto di prendere decisioni in merito.
Tra l'altro non e' neanche chiaro come la cosa possa venir fatta: la commissione viene eletta dai componenti dell'area matematica, non importa a quale dipartimento appartengano, e decide i criteri collegialmente DOPO essere stata eletta. In che modo una decisione del dipartimento potrebbe essere vincolante?
2. Se ben ricordo, dopo che la commissione ha deciso i criteri, li manda in esame ai dipartimenti interessati. Mi pare che sia quello il momento in cui intervenire come dipartimento di matematica!
3. A prescindere dalle obiezioni di principio gia' enunciate, non sono d'accordo che la commissione debba fare una valutazione piu' approfondita di tanto dei lavori. La prima ragione e' che anche a soli tre lavori a testa si tratterebbe di valutare 180 lavori, che e' un lavoro enorme, e sappiamo tutti che si finirebbe col ricadere nella solita procedura: un occhio alla rivista e (che e' pure peggio) uno al nome dell'autore. Inoltre, concordo con Milani sul fatto che nessuna commissione sara' in grado di esprimere un giudizio indipendente su tutti i lavori, in ogni caso non un giudizio meglio fondato di quello del referee.
4. Infine, vorrei capire per quale ragione esattamente stiamo discutendo tutto questo. In altre parole, quali sono le storture che la nuova procedura si propone di raddrizzare? Perche' suppongo che ce ne siano, altrimenti non vedo lo scopo di tutti questi cambiamenti. Saluti,
Giovanni Alberti