Caro Sergio,
come d'accordo ti metto per iscritto quanto ti dicevo ieri sera.
Sono d'accordo con l'esigenza che tu fai presente di tenere conto anche degli esami nel valutare l'impegno dei docenti e non solo del numero di ore di lezione frontale, ovvero del numero di crediti che un corso comporta.
L'obiezione che mi aspetto da parte di qualcuno e` che nel fissare l'impegno orario dei docenti in 120 ore di ''didattica frontale'' (a quanto ho capito) si sia tenuto conto anche del peso degli esami, della preparazione delle lezioni, eccetera, che a quelle ore vanno comunque aggiunte.
Il fatto e` che se questa e` l'interpretazione delle 120 ore di ''didattica frontale'' il loro peso e` assolutamente eccessivo. Se la si somma alle riunioni di vario genere (e alle incombenze di tipo organizzativo di tanti docenti) il tempo sottratto alla attivita` di studio e di ricerca e` sproporzionato.
Infine concordo con Roberto Dvornicich sul fatto che ci sono molte altre attivita` didattiche, tipiche dell'impegno universitario, delle quali si dovrebbe tenere conto.
Sembra che negli stessi organi di governo universitari prevalga una valutazione inadeguata del ruolo dell'Universita`.
Antonio
Cari colleghi, vorrei sottoporvi una proposta per rendere piu' corretto ed equo il computo delle ore frontali:
Gli esami orali dei corsi della Laurea triennale e delle Istituzioni, se tenuti in un'aula con il candidato alla lavagna in modo da poter essere seguiti da tutti gli studenti del corso che desiderino farlo, si configurano di fatto come didattica frontale integrativa al corso, e come tali dovrebbereo essere conteggiati.
A supporto di questa tesi possiamo a buon diritto sostenere che:
- gli studenti che seguono gli esami dei loro colleghi hanno
un'ottima occasione di approfondire concretamente la loro preparazione,
- i candidati che sostengono l'esame orale alla lavagna e in
pubblico hanno l'opportunita' di imparare ad esporre, cosa che in futuro potrebbe risultar loro assai utile,
- l'impegno e la competenza richiesta ai docenti per
condurre un esame orale pubblico, non sono inferiori a quelli richiesti per sostenere una lezione.
In concreto, per ogni docente in commissione si dovrebbero conteggiare come impegno di didattica frontale tutte le ore impiegate per le prove orali, oppure concordare una durata media di 45' per ogni esame orale.
Immagino le obiezioni da parte di colleghi di altri corsi di laurea dove gli esami sono solo scritti, o sono condotti in modo diverso dai nostri, ma penso che noi matematici dobbiamo fermamente portare avanti proposte come questa, che mettano nella giusta luce le peculiarita' del nostro impegno didattico.
Sergio Spagnolo
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