In occasione del centenario dalla nascita di Alan Turing, il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa organizza il 17 Febbraio una conferenza per far conoscere questo scienziato, che contribuì non solo a gettare le basi dell’Informatica e dell’Intelligenza Artificiale, ma anche a cambiare le sorti della seconda guerra mondiale.
L'evento e' aperto a tutta la cittadinanza.
Seguono il programma e una breve biografia di A.Turing.
LA S.V. e' cordialmente invitata,
Il Comitato Organizzatore
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VENERDI 17 FEBBRAIO - Aula Magna della Facolta' di Scienze (ex-Marzotto)
14.30‐14.45: Apertura della Prof. Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Università di Pisa.
14.45‐15.30: “Il Test di Turing” del Professor Giuseppe O. Longo, Universita' di Trieste.
15.30‐15.50: “Il bivio di Alan” pièce teatrale di Mario Cristiani, Chiara Bodei e Maria Rita Laganà; con Paolo Mancarella e Francesca Gelichi
16.00‐17.30: Intervento del Professor Martin Davis (New York University).
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Alan Turing è stato uno dei padri dell'informatica, nonché uno dei più grandi scienziati del novecento. Poco più che ventenne, negli anni 30 ideò un modello matematico, oggi noto come Macchina di Turing, che è tuttora il modello di riferimento di ciò che possa essere calcolato da qualsiasi computer. Durante la seconda guerra mondiale, Turing fu arruolato dal governo britannico nel gruppo di crittografi (o, più appropriatamente, di crittoanalisti) che aveva il compito di decifrare i codici militari tedeschi. Il suo contributo fu decisivo in varie fasi. Tra queste, la sua partecipazione al concepimento della macchina elettromeccanica, basata proprio sulla Macchina di Turing, messa a punto per decifrare in modo veloce i messaggi della marina militare tedesca. In quanto prima macchina in forma elettronica, questa era, di fatto, l'antenata dei moderni computer, benché progettata per risolvere un problema specifico. Nell'immediato dopoguerra Turing era uno dei pochissimi scienziati al mondo in grado di comprendere l'importanza dell'integrazione tra teoria del calcolo e tecnologia elettronica, nonché l'inefficienza del progettare macchine diverse per svolgere compiti diversi, rispetto al vantaggio di progettare di una macchina universale che fosse in grado di elaborare, alla stregua dei dati, le istruzioni per trattarli. Forte di questo bagaglio, Turing s’imbarcò nel progetto di costruire una macchina elettronica capace di eseguire qualsiasi programma. La sua visione di questa sfida era addirittura quella, per dirla con le sue stesse parole, di costruire un cervello. Molte sue idee furono anticipate dal piano EDVAC americano del 1945, ma dopotutto questo giocò a suo favore: la Gran Bretagna, stimolata dalla competizione con gli Stati Uniti, perseguì una propria pianificazione nella quale fu assegnato ad Alan Turing un ruolo chiave. Turing scrisse così il primo progetto di un computer con programma memorizzabile, che fu poi realizzato e denominato ACE (Automatic Computing Engine). Nel 1950 Turing pubblicò, su una rivista di filosofia, “Computing Machinery and Intelligence”, un saggio considerato una pietra miliare dell'intelligenza artificiale. Nel saggio propose un esperimento oggi noto come test di Turing, allo scopo di definire i requisiti necessari affinché una macchina possa essere considerata intelligente. Data quest’ampia gamma di fondamentali contributi non c'è da stupirsi se, istituito nel 1966, l'equivalente del premio Nobel per l’informatica, si chiami Turing Award. Ma l'informatica non fu il solo ambito cui Turing contribuì: dopo avere sconfinato nella filosofia, nel 1952 Turing si occupò di embriologia, sviluppando un approccio matematico alle basi chimiche della morfogenesi. S’interessò anche all'esistenza dei numeri di Fibonacci nella struttura di foglie e piante, con particolare attenzione ai girasoli. E chissà quali altri contributi avrebbe dato Alan Turing se non fosse stato condannato per la sua omosessualità che all'epoca in Gran Bretagna era ancora considerata un reato. Dovendo scegliere tra le prigioni di Sua Maestà e la castrazione chimica, scelse quest'ultima. Le conseguenze lo portarono a una profonda sofferenza e con ogni probabilità fu proprio questa a spingerlo al suicidio, nel 1954, quando aveva solo 42 anni, mangiando una mela intinta nel cianuro. Solo nel 2009 il Governo Britannico ha riconosciuto pubblicamente il contributo di Turing alla scienza e alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale e reso pubbliche scuse per l’ingiusto trattamento inflittogli.