Caro Andrea,
sospetto che tu lo sappia gia' (visto che ne avevamo gia' parlato), ma ovviamente sono d'accordo con te su tutta la linea... e non e' l'unico punto su cui quei questionari si potrebbero ampiamente migliorare (per esempio, distinguendo molto meglio la valutazione del docente da quella delle strutture in cui si svolge il corso; in questo momento sono impropriamente mescolate).
Ma non mi era parso il caso di scrivere un messaggio fiume (era gia' lungo cosi') con tutte le osservazioni che ho in mente al riguardo. Non c'e' dubbio che sia un sistema che si puo' (e si deve: e' importante che in qualche forma il nostro operato sia valutato dagli studenti) migliorare; ma gia' cosi', interpretato nel modo giusto, fornisce delle informazioni.
Infine, permettimi di rovesciare la battuta finale che ti e' piaciuta cosi' tanto: potremmo anche dire che, proprio perche' le cose da noi vanno bene, i questionari non sono cosi' importanti, in quanto non ci sono grossi problemi da rivelare.... ma ovviamente nessuna delle due versioni e' corretta, i meccanismi di valutazione sono importanti indipendentemente dai loro risultati.
Ciao e grazie per l'intervento, Marco
On 22/set/05, at 12:07, Andrea Milani wrote:
Caro Marco,
capisco la tua considerazione finale, che i risultati in media per matematica sono buoni e quindi ci conviene, anche se e' un po' cinica. Vorrei pero' che almeno noi la piantassimo di accettare la solita scusa del burocrate ignorante "e' colpa del computer". Se un programma e' sbagliato, hanno sbagliato gli uomini che lo hanno scritto, non il computer. Io penso che sia del tutto assurdo che non ci sia un modo di verificare se le valutazioni vengono da chi ha seguito i corsi e almeno tentato gli esami, oppure se viene da uno studente che non ha capito nulla perche' non ha seguito o adirittura vuole solo creare confusione, come sembra sia successo.
Gli ignoranti in informatica (non noi, ma molti di quei laureati in informatica che lavorano all'amministrazione centrale) sembrano confondere il requisito dell'anonimita' con quello della verifica dell'identita'. Con l'uso moderno della crittografia non c'e alcun bisogno di sapere il nome dello studente per poter verificare che ha superato, o almeno tentato, un esame.
Basta che i database delle segreterie funzionino (requisito che da noi non e' banale) e si puo' tramite web usare una propria password, depositare la risposta ad un questionario, con il programma che verifica sul database delle segreterie se sono soddisfatte alcune condizioni, e poi lascia come traccia solo la risposta al questionario (resa anonima) con un flag che dice se l'esame e' stato superato o almeno tentato. Naturalmente questo flag andrebbe poi usato nell'elaborazione dei dati. Se vi dicono che non si puo' fare, rispondete che a una simile risposta dovrebbe seguire una bocciatura nel piu' semplice esame di informatica della nostra universita'.
Se invece lo spirito e' di prendere tutti i metodi di valutazione come delle seccature che bisogna aggirare con il minimo sforzo, allora continuiamo pure con i questionari riempiti da qualunque pasante, ma poi non lamentiamoci se le indicazioni sono inattendibili. Io penso che questo atteggiamento lassista alla lunga lo pagheremmo caro. Abbbiamo bisogno di valutazioni attendibili, il fatto che siano buone per ora non toglie che potrebbero divetare cattive, e allora le conseguenze sarebbero pesanti. Non e' meglio avere dei meccanismi di misura affidabili?
Saluti Andrea Milani
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