Cari colleghi,
Scusate se, per non facendo parte della giunta di Dottorato, mi inserisco sulla discussione.
Anche se posso comprendere le ragioni di Fabrizio, condivido in toto l'intervento di Ferruccio, salvo nell'ultima parte dell'affermazione: "...titolo che non gli servira' a nulla, dato lo scarsissimo livello scientifico-culturale raggiunto".
In realta' il livello dei nostri dottori non e' poi cosi' basso, ed e' sicuramente piu' elevato che in molte altre universita' italiane. Il vero guaio e' (a mio avviso) che a seguito di leggi improvvide (per inciso: supinamente accettate senza che nessun preside, ne' Senato accademico, ne' Rettore, ne' sindacato, abbia decretato una sola ora di sospensione dalla didattica o di sciopero), si e' venuta instaurando questa mezza autonomia, grazie alla quale ogni universita' si autogestisce i vari assegni, contratti e concorsi, ma manca la libera concorrenza, i titoli di studio hanno ovunque lo stesso valore legale, gli stipendi dei docenti e le tasse universitarie sono gli stessi, etc. etc.
E' naturale che in queste condizioni, una sede buona come Pisa trovi grande difficolta' a "smaltire" i suoi numerosi dottori presso le altre sedi, le quali vogliono sistemare prima di tutto i "loro", non avendo interesse a ingaggiarne dall 'esterno, anche se chiaramente migliori dei propri. Speriamo che la riforma Moratti riesca a migliorare la situazione, ma non sara' facile vincere la resistenza corporativa della casta universitaria, specie nelle universita' di serie B.
Per tornare al concorso di Dottorato, concordo con Ferruccio che non dobbiamo preoccuparci di riempire tutti posti a concorso. Anzi, in questa fase storica, nell'interesse stesso dei nostri (pur bravi ) laureati, sarebbe meglio aumentare il rigore. Anch'io ho poca fiducia nei colloqui intermedi e penso che, alla fine dei 5 anni di corso, dovrebbe essere possibile, fra curriculum, progetto di ricerca, tesi di laurea, prove scritte e prove orali, individuare quei pochi candidati che hanno qualche chance di sfondare.
Nelle commissioni di dottorato e perfezionamento in cui sono stato, emergeva quasi sempre una soglia "naturale" di idoneita', e scendere al di sotto di questa soglia era una forzatura. Penso che anche Marco lo potra' constatare fra pochi giorni.
Sergio Spagnolo