E l' "ordalie del vin"? Ritto su una gamba, il ginocchio dell'altra a toccare il ginocchio: vi si sottoponeva volontariamente il bevitore per convincere l'oste. Se a cio` fossimo chiamati non ci tireremmo indietro, son certo, e tu fra i primi, saldo il cuore e le ginocchia.
PM
On Tue, 18 Nov 2008, Tito Tonietti wrote:
Carissim* collegh*,
\noindent mi state mettendo in imbarazzo. Perch'e, quando tra 300 anni ritorner`o sulla Terra dal mio lontano pianeta, come potr`o raccontare il comportamento di tanti illustri matematici di Pisa? Che simili studiosi, capaci di provare i teoremi pi`u difficili, si fossero messi improvvisamente nel 2008 dopo decenni di tranquilla {\it routine} a discutere di problemi sui quali non avevano la pur minima probabilit`a di contare non farebbe torto forse alla loro intelligenza? Galleggiando in alto sull'onda del movimento generato da studenti e ricercatori preoccupati del loro destino dentro e fuori l'universit`a, come potevano non aspettarsi che sarebbero precipitati subito dopo nel silenzio di un abisso oscuro? Un extraterrestre come me, scusatemi, avr`a certo difficolt`a a comprendere i valori che li guidavano ed a capire il senso delle loro parole.
Probabilmente dovr`o ricorrere al contesto storico, a quando nascevano le prime universit`a medioevali. All'epoca, il verdetto finale per dirimere contese assai pi`u pericolose delle loro veniva raggiunto con l'ordalia, altrimenti detto il giudizio di Dio. Il Signore si esprimeva attraverso prove difficilissime alle quali sottoporre i candidati. Se le superavano significava che Dio stava dalla loro parte. Dovr`o allora chiedermi perch'e quei miei illustri antichi colleghi non avessero scelto un simile criterio infallibile. Chi se non Dio avrebbe potuto dimostrarsi giudice imparziale in una Terra preda oramai del relativismo? Verdetto pi`u sicuro ed oggettivo per assegnare una cattedra di algebra sarebbe potuto uscire dal camminare sui carboni ardenti senza bruciarsi. Mentre alle applicazioni concrete dell'analisi numerica sarebbe meglio spettato un combattimento lancia in resta tra due campioni, nominati esterni che si fossero scontrati in cinque assalti. Le delicate proporzioni della geometria sarebbero state di preferenza verificate sulle persone uscite indenni dalle grazie pungenti della vergine di Norimberga. Altri colleghi avrebbero invece potuto assegnare la cattedra di Filosofia della pace paracadutando (senza paracadute) i candidati su Kabul, su Bagdad o su di un bosco in Toscana il giorno di apertura della caccia.
Simili prove avrebbero avuto anche il merito (ah che parola fatidica!) di sfoltire drasticamente il numero dei candidati, lasciando solo coloro che fossero pi`u che sicuri riguardo al valore divino delle loro ricerche. Ci sarebbe stato anche un altro criterio oggettivo di scelta il quale facesse altrettanto appello ad una decisione trascendente ed imperscrutabile, esente quindi dalle ben note umane debolezze: il destino o caso. I credenti avrebbero potuto vederci comunque la mano di Dio, quando non vuole firmare, i laici invece un bell'esercizio di matematica applicata o di evoluzionismo. Ma si sarebbe dovuto trattare di estrarre a sorte i VINCITORI tra i candidati del concorso e NON i componenti della commissione giudicatrice. Quest'ultimo modo sarebbe stato solo un surrogato ipocrita ed inutile dei vecchi sistemi troppo soggettivi e discutibili perch'e qualcuno potesse ancora difenderli apertamente.
Il perch'e non avessero seguito simili criter^\i\ di gran lunga migliori e pi`u affidabili dovr`a allora restare almeno per me un mistero? Nel caso, se mai dovessi cadere di nuovo sulla Terra, non saprei proprio come stendere questo curioso capitolo di storia. Allora, mi aiuterete?
Cordiali saluti.
Tito Tonietti
On Sun, 16 Nov 2008, Andrea Milani wrote:
Concordo pienamente con quello che dice Buttazzo; naturalmente questo non significa che non si possono creare degli indicatori affidabili, soltanto che l'investimento di tempo per farlo (seriamente) non e' trascurabile.
Il diavolo e' nei dettagli, e un indicatore creato in fretta, magari su ordini da una totale incompetente come la Gelmini (la cui unica esperienza in fatto di universita' e' la facolta' di legge dove ha studiato con poco profitto), potrebbe fare molti danni. Il che non toglie che le simulazioni come quelle fatte da Buttazzo possono darci un'idea, anche se limitata ai settori disciplinari in cui le cose sono piu' semplici.
Saluti
Andrea Milani
On Thu, 13 Nov 2008, buttazzo@dm.unipi.it wrote:
Come segnalato da diversi di voi i numeri che vi ho mandato, presi da MathSciNet suddividendo "arbitrariamente" le classificazioni nei settori ministeriali, presentano vari inconvenienti.
- La suddivisione e' arbitraria e non tiene conto che diverse persone (ad es.
logica e an. numerica) pubblicano in classificazioni assegnate ad altri settori. Si potrebbe rimediare assegnando ad ogni classificazione un peso tra i settori.
- Alcuni (ad es. Milani, Favilli, Zan) pubblicano su riviste non recensite da
MathSciNet. Si potrebbe rimediare allargando la lista dei database su cui ricercare.
In definitiva sono giunto alla conclusione che non e' possibile trovare in maniera "facile" (cioe' spendendo poche ore di lavoro) degli indicatori equi ed efficienti.
Giuseppe Buttazzo
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