Cari colleghi,
condivido in pieno le cose dette da Rita Pardini (anche quelle precedenti sulla Spezia), e riprese da Paolo Lisca.
Mi sembra che questa discussione sul carico didattico sia' un po' surreale. I vari stratagemmi per convincere i "senatori" che arriviamo a "quota 120", eludono le questioni di fondo:
L'infausta legge del "3+2" non potra' mai piu' essere cancellata? La liceizzazione di tutti i nostri corsi di laurea, o di tutte le universita' statali italiane, e' ormai ineluttabile?
Se siamo convinti di si', andiamo avanti con la ragioneria delle ore frontali: fra ricevimenti, precorsi, corsi di recupero, pubblica correzione dei compitini, esami scritti e orali, tesi e tesine, non sara' difficile arrivare a 120 o anche a 200 ore. Naturalmente saranno predisposti dei nuovi registri elettronici, su cui dovremo notificare minuziosamente tutto cio' che da sempre stiamo facendo, considerandolo ovviamente uno dei nostri compiti primari.
[Fra parentesi, nel nostro Dipartimento, e' piuttosto raro che uno studente che bussa alla porta di un docente si senta dire: ripassa in orario di ricevimento. Sara' ancora cosi' dopo l'introduzione della "ragioneria del "frontale" ?]
Se invece pensiamo che l'Universita' di Pisa, o almeno quella parte che vanta una secolare tradizione di eccellenza, non meriti di ridursi a una fabbrica di laureati di serie B, dovremmo avere il coraggio di affermare che un corso annuale di base (o equivalente) piu' uno semestrale avanzato sono gia' ampiamente sufficienti per il raggiungimento della quota minima.
By the way, fra tutte le alchimie atte ad aumentarci le ore frontali, quella di inventare altri corsi, o pseudo-tali, e' a mio avviso una delle peggiori. Mi sembra infatti che la nostra offerta didattica sia gia' fin troppo ampia, e che, fra lezioni, compitini, appelli d'esame, laboratori, etc., l'impegno didettico (almeo quello quantitativo) dei nostri studenti sia fin troppo oneroso. Aumentiamo pure il numero dei laureati, se questo e' l'unico modo per avere dei soldi, ma almeno lasciamoli arrivare alla laurea senza riemprgli la testa di una pletora di nozioni mal digerite.
Sergio Spagnolo
- per la domanda sul numero di ore dei corsi della magistrale: non capisco, io sia per i corsi della triennale che per quelli della specialistica mi sono sempre attenuta il piu' possibile al numero di ore ufficiali, perche' ero convinta che questo fosse legato ai crediti e non fosse quindi corretto nei confronti degli studenti fare molte ore in piu'. Credevo che tutti si regolassero allo stesso modo. Tra l'altro, sfruttando l'orario che mi era assegnato (3 ore a settimana per la specialistica) era impossibile fare molte piu' ore del previsto. Come e' possibile che alcuni corsi siano stati di 50 ore? e quali?
- per la domanda sui laboratori: anche qui e' difficile esprimersi senza conoscere meglio la questione. Per quali e quanti corsi si vogliono introdurre nuovi laboratori? e di quante ore sarebbero? Ho potuto constatare in passato insegnando al primo e al secondo anno che l'orario era gia' piuttosto pesante per gli studenti, quindi consiglierei prudenza nell'aumentare le attivita'.