Un paio di osservazioni:

C'e' una differenza rispetto all'incentivo una tantum; allora i fondi erano stanziati a quello scopo e coprivano solo una parte dei potenziali interessati (il 50%); se ho capito bene
adesso sarebbero parte non capitolata della dotazione dell'ateneo, sufficiente in linea di principio a coprire lo scatto di *tutti* gli "aventi diritto" (perche' prima erano un diritto). Questo crea un potenziale interesse dell'"amministrazione" a poterne ''risparmiare'' una parte, utilizzabile altrimenti; un meccanismo automatico ciecho, senza un momento di scelta responsabile, operando gli inevitabili necessari distinguo, puo' essere molto funzionale a questo scopo.

Gli scatti  erano parte del contratto/patto con cui siamo stati assunti e compensava la natura "non contrattuale" del nostro stipendio in quanto specifici funzionari di stato. Sono stati bloccati per "contribuire al salvataggio del paese". Adesso sembra siano sbloccati ma avendo perso il tratto automatico. Pero', ancora se ho capito bene, i singoli atenei ricevono i fondi necessari per poterli attribuire a tutto il personale "avente diritto" e sono totalmente responsabili di come realizzare la "valutazione". E' quindi tutta responsabilita' del governo del singolo ateneo come e quanto e a che scopo e per quale motivo discostarsi dal semplice dovuto ripristino del godimento di un diritto. Al fondo c'e' quale idea abbia il governo dell'ateneo, sulla qualita', la correttezza professionale, l'onesta' della parte predominante del suo proprio corpo docente. Trovo preoccupante che su un tale tema delicato e politico, circoli un documento gia' strutturato di fonte e impianto puramente "burocratici", quasi come se che una parte dell'"amministrazione" avesse la componente docente come controparte. 

Ha ragione Bobo, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i candidati a Rettore.

Il requisito minimo della 180 ore in tre anni, fa pensare che si riferisca ad una tipologia non trascurabile in ateneo.  D'altra parte almeno noi matematici siamo in media oltre le 120 ore "imponibili" all' anno. E ci viene richiesto sempre di piu' in termini di corsi di necessaria attivazione. Gia' quest' anno la nostra laurea magistrale avra' corsi solo su base volontaristica.

Il requisito minimo delle 2 pubblicazioni indistinto per tutte le discipline e' chiaramente senza senso. D'altra parte, almeno per certe aree della matematica,
una media di 2 lavori ogni tre anni sull'arco di una carriera, puo' essere quella di un ricercatore molto produttivo (e influente),  non di uno che ha fatto il minimo sindacale.

Morale, a parte considerazioni generali sul cattivo effetto deresponsabilizzante e fuorviante di qualsiasi meccanismo automatico cieco, come matematici saremmo particolarmente penalizzati da questo specifico meccanismo;  tra l'altro, non e' certo un incentivo a suscitare "buona volonta'" al ridosso di una programmazione didattica che gia' si presenta piuttosto problematica.

Riccardo 

 


 


Il 16/02/2016 23:44, Roberto Dvornicich ha scritto:
Caro Max,

sono stato un paio d'anni fa nella commissione per gli incentivi, e c'era la stessa regola. Come comunicato finale della mia commissione, avevamo prospettato al senato accademico quelle che a noi sembravano incongruenze o vere e proprie ingiustizie, tipo il numero di pubblicazioni (in alcui settori si faticava ad averne 3, a medicina il minimo era intorno a 60). Tra l'altro, ho ripetuto nella nostra riunione  informale a proposito del futuro rettore la mia totale contrarieta' al principio che tutto deva essere uniformato per forza anche contro la piu' palmare evidenza di difformita' forti.
In ogni caso, il senato accademico successivo ha completamente ignorato i commenti della mia commissione, ripresentando le regole tali e quali. E tali e quali
mi sembrano anche adesso.
Con un vizio in piu', pero': che un paio di anni fa la domanda era piu' semplice perche' molti dati venivano automaticamente acquisiti dagli uffici, e ora mi sembra
che bisogni evitare di dare agli uffici questa noia dell'acquisizione dei dati (salvo poi verifica da parte dei membri della commissione, immagino).
Sono desolato.
Chissa' cosa ne pensano i candidati rettori?

Roberto


2016-02-16 15:45 GMT+01:00 Francesca Acquistapace <acquistf@dm.unipi.it>:
Caro Massimo,
ho partecipato a questa tenzone gia` due volte e la ritengo talmente burocratica che la meta` basterebbe.
Visto che fa appello a cose certificatissime (registri delle lezioni, verbali di dipartimento e ARPI), la modifica minima che proporrei e` che si proceda d'ufficio, o al massimo su domandina individuale. Le cose se le vadano a vedere da soli, senza che ci sbattezziamo a riempire fogli in word in cui dichiariamo e certifichiamo cio` che e` scritto in rete.
Per lo meno non perdiamo il poco tempo a disposizione dopo aver adempiuto ai nostri incarichi didattici e "gestionali". Poi mi devono spiegare se e` piu` importante sedere in aula magna a pensare ai fatti propri o svolgere compiti non riconosciuti come la commissione istruttoria per accogliere le domande di iscrizione alla laurea magistrale o altri impegni altrettanto delicati.
Grazie dell'attenzione
Francesca Acquistapace


On Tue, 16 Feb 2016, Massimo Caboara wrote:

Cari colleghi,

vi mando in attach la proposta di regolamento sugli scatti triennali avanzata dagli uffici. Si discutera' e non si votera' in senato prima di un mese, quindi c'e' tutto il tempo per una discussione approfondita.

A me non piace:

E' inutilmente burocratica (30% di presenze ai consigli di dipartimento, 180 ore di lezione in tre anni (molto al di sotto del minimo per molti).

Tutti i settori, da Analisi a Zoologia sono brutalmente uniformati, i numeri sono uguali per tutti.

Non c'e' nessun ruolo per i dipartimenti, dove si conoscono le situazioni reali e non solo tre numerini.


In sostanza, questa proposta e' ad uso e consumo degli uffici, fatta in modo tale che possa decidere un burocrate.


Dato che la questione e' importante e riguarda tutti vorrei avere le vostre opinioni.

Ciao,   Max

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