Ai Ricercatori della Facolt� di Scienze

e per conoscenza

a tutti i membri della Facolt�.

 

Cari colleghi,

dopo la presa d’atto e la piena adesione da parte del Consiglio di Facolt� della protesta che molti di voi stanno portando avanti  per difendere la propria dignit� di co-artefici della qualit� dell’azione didattica della nostra Istituzione, mi rivolgo a voi tutti per poter affrontare al meglio questa situazione di criticit� che investe le nostre attivit� istituzionali.

Nell’ultima riunione del Senato Accademico che pure ha approvato una mozione di supporto alla protesta che ricercatori e docenti stanno attuando,  c’� stato il rifiuto del Rettore a voler definire una strategia complessiva di ateneo per gestire la situazione connessa alla mancata approvazione della programmazione didattica che pur si � verificata nella stragrande maggioranza delle Facolt� dell’Ateneo.  Insieme alla mancata approvazione della programmazione, il Consiglio della nostra facolt� ha paventato il rischio, perdurando la situazione di indisponibilit� dei ricercatori e docenti ad assumere l’incarico di corsi non obbligatori per legge, di non poter garantire l’offerta didattica e di vedere quindi a rischio le immatricolazioni; una dolorosa  evenienza che  n�  i docenti n� i  ricercatori di questa facolt� auspicano ma che il senso di protezione nei confronti degli studenti gi� iscritti ai nostri corsi impone di valutare. Una eventualit�  che mi auguro possa essere sventata, che nasce dalla insostenibile costrizione finanziaria e di modello imposti dalle scellerate scelte che chi ci governa ha fatto e continua a fare per  (o contro)  l’Universit� pubblica del nostro Paese. Cos�, nonostante il diffuso stato di agitazione,  nessuna disposizione di ateneo  � annunciata per avvisare gli immatricolandi dei problemi che l’Ateneo pisano sta vivendo e quindi  nulla oster� all’apertura delle immatricolazioni il prossimo 26 luglio (al riguardo vi invito alla lettura “fino all’ultimo rigo” della lettera del 9.7.2010 dell’Interconferenza dei Presidi ai Ricercatori - allegata). L’offerta didattica del nostro Ateneo,  aldil� delle dichiarazioni di principio, si presenta quindi nella sostanza all’opinione pubblica come se la presa di posizione dei ricercatori e di molti docenti  non esistesse. La ostinata disattenzione al problema di chi sta governando l’ateneo porter� quindi a contrarre con gli studenti che si immatricoleranno un contratto che andr� comunque onorato e saranno le singole Facolt� nella figura dei loro Presidi che, pur avendo denunciato per tempo il problema, se ne dovranno  far carico. A questo  riguardo denuncio con indignazione l’atteggiamento a dir poco irriguardoso che il  Rettore ha mostrato nei confronti  di una legittima delibera della Facolt�, quella del rinvio della programmazione appunto,  additata, in piena seduta del Senato, sulla base di informazioni che il  Magnifico ha dichiarato di avere personalmente avuto da nostri colleghi, di non rappresentare il vero stato di criticit� dei nostri Corsi di Studio. Pur consapevole che non tutti i Corsi versano nelle stesse condizioni di “indigenza”, questo modo di procedere non solo ha messo a disagio la persona del Preside della Facolt� ma ridicolizza di fatto ci� che il Consiglio, nella piena consapevolezza della gravit� della situazione, ha ritenuto di dover esprimere. Un atto che a parere di chi scrive, non � altro che l’ennesimo e finora ben riuscito tentativo di  minimizzare i reali problemi in cui l’ateneo pisano versa e che, apparentemente, � bene non escano fuori dalle mura domestiche in tutta la  loro drammatica criticit�. E’ evidente che a dispetto del  dichiarato sostegno a parole alla causa specifica dei Ricercatori, anche dello stesso Rettore,  un tale atteggiamento pubblico mortifica la giusta protesta svilendola anzich� esaltarla.   Non ho la pi� pallida idea del contesto in cui il Magnifico abbia acquisito, nella sue personali indagini, informazioni che gli hanno consentito di confutare il contenuto di una  delibera della Facolt�; quello che so per certo, invece, � che nei nostri Consigli il dissenso e la diversit� di vedute non sono mai stati lasciati fuori dalla porta ed � preferibile, se non doveroso, che essi si manifestino  nelle sedute di Facolt�, anche perch� forieri di argomenti utili alla discussione e alle deliberazioni, piuttosto che  nei colloqui privati.

Svanita quindi la speranza di molti, di una azione di Ateneo la cui incisivit� sul Governo e sull’opinione pubblica avrebbe avuto un ben diverso impatto rispetto alle risoluzioni che le singole Facolt� potranno autonomamente adottare,  � mio obbligo ricordarvi  che � dovere istituzionale del Preside perseguire comunque  la definizione  di una programmazione didattica.

Sono   pi� che mai personalmente convinto della giustezza della protesta  nonch� della importanza di manifestarla a chi ci governa e  continuer� a sostenerla in tutti i modi  che il mio “sciagurato” ruolo mi consente, sempre nell’auspicio che vengano a cadere o adeguatamente a mitigarsi le condizioni che l’hanno generata. Ritengo quindi,  di poter esigere chiarezza e trasparenza  da parte di tutti voi,  e qui mi rivolgo a tutti i membri della facolt�, che so essere interessati alla salute della nostra istituzione e alla dignit� di chi in essa opera.

Al momento e con lo scopo di acquisire i necessari strumenti per procedere ad assolvere ai miei doveri istituzionali, rendo noto che provveder� a chiedere a tutti i docenti i cui affidamenti nelle avanzate proposte di programmazione superino le 120 ore,  la esplicita disponibilit� a tenere i corsi loro assegnati. Inoltre,  dal momento che diversi Ricercatori, peraltro legittimamente, non hanno palesemente espresso la loro posizione nei confronti della protesta, sar� costretto a chiedere a tutti i Ricercatori  i cui nominativi compaiono nelle proposte di programmazione pervenute dai Corsi di Studio, la esplicita disponibilit� a tenere i corsi loro assegnati. Infine dovr� acquisire la disponibilit� o la indisponibilit� dei docenti della nostra Facolt� a farsi carico, qualora esigenze di programmazione lo impongano, di corsi aggiuntivi oltre le 120 ore di didattica frontale.

Una indagine a questo punto improcrastinabile   per delineare un quadro di criticit� della situazione sulla cui gravit� non ho dubbi come non ha avuto dubbi il Consiglio,  ma che evidentemente potrebbe  essere percepita a livello personale in modo diverso.

 

Umberto Mura

Preside della Facolt�

 

P.S.

Leggo ora il documento della CRUI votato all’unanimit� dall’Assemblea Generale l’8 luglio u.s. nel quale alla pressante quasi  accorata  richiesta di accelerare l’iter di approvazione del disegno di legge Gelmini fa riscontro  a onor del vero  una, in parte condivisibile, lista di miglioramenti  che vengono suggeriti.

In relazione ai  nostri problemi contingenti  di  programmazione didattica, mi ha colpito il  passaggio con cui la CRUI  rende edotto il Ministro  che   ” . …….. va affrontata anche  la situazione che si sta determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a repentaglio l’attivazione di interi corsi di studio”.  No comments.