Caro Alberti,
vedo che quest'anno andare in vacanza e' piuttosto arduo.
Il tuo articolato messaggio un po' tardivo (ci hai pensato molto, ma dov'eri?) va discusso con piu' calma, cosi' come la mia proposta (che non e' certo originale, io l'ho sentita dire per situazioni analoghe gia' a De Giorgi).
Comunque il mio scopo non e' certo quello di "dettare" come tu dici dei criteri, ma solo di discuterne (se vuoi, gettare un sasso nello stagno e' gia' un buon risultato). Il fatto che questi criteri sembra che ci siano "imposti" dall'esterno e' del tutto secondario, perche' nessuno ci vieta di darci dei nostri criteri (sicuramente non esportabili).
Forse la mia uscita con un messaggio di posta elettronica non e' stata ortodossa, ma sia chiaro che non ce l'ho con nessuno (tanto meno con qualcuno della commissione) e, piu' che altro, non me ne importa neanche nulla (a livello personale) se viene accettata o meno una proposta del genere o analoga.
Aggiungo solo che se si tratta di applicare solo degli "algoritmi" forse non c'e' bisogno di nessuna commissione: sarei capace da solo (come altri) di fare il lavoro in poche ore.
Mi fa comunque piacere che la discussione sia cominciata, era quello che volevo. Spero pero' che nessuno si aggiunga ora, perche' anch'io vorrei andare un po' in vacanza.
Ciao, Salvetti
On Wed, 27 Jul 2005, Giovanni ALBERTI wrote:
Caro Direttore, ho un paio di osservazioni sulla tua proposta per l'assegnazione del rating.
At 12:04 +0200 15-07-2005, Mario Salvetti wrote:
Ho guardato l'assegnazione dei "rating" scientifici e, constatato che il lavoro della commissione e' arduo e soggetto a errori (anche se modesti), ritengo che il nostro dipartimento debba adottare criteri di giudizio piu' consoni al suo scopo, e che diano sia verso l'esterno che verso l'interno l'impressione di ricercare effettivamente la cosiddetta "eccellenza".
La mia proposta, che portero' al prossimo consiglio di dipartimento (ormai penso dopo le vacanze), e' molto semplice: ritengo che il parametro "numero di lavori" non debba assolutamente essere considerato, ma che ognuno venga valutato su (al max) 3 lavori che lui stesso indica, scritti nel periodo in questione. Questo fra l'altro permetterebbe anche alla commissione di fare un lavoro piu' serio, andandosi a guardare davvero i lavori.
- Mi lascia perplesso l'idea di dettare le istruzioni ed i criteri
di valutazione ad una commissione NON DI DIPARTIMENTO, che tra le altre cose ha come mandato ufficiale proprio quello di decidere tali criteri. In altre parole, non penso che il dipartimento abbia diritto di prendere decisioni in merito.
Tra l'altro non e' neanche chiaro come la cosa possa venir fatta: la commissione viene eletta dai componenti dell'area matematica, non importa a quale dipartimento appartengano, e decide i criteri collegialmente DOPO essere stata eletta. In che modo una decisione del dipartimento potrebbe essere vincolante?
- Se ben ricordo, dopo che la commissione ha deciso i criteri,
li manda in esame ai dipartimenti interessati. Mi pare che sia quello il momento in cui intervenire come dipartimento di matematica!
- A prescindere dalle obiezioni di principio gia' enunciate,
non sono d'accordo che la commissione debba fare una valutazione piu' approfondita di tanto dei lavori. La prima ragione e' che anche a soli tre lavori a testa si tratterebbe di valutare 180 lavori, che e' un lavoro enorme, e sappiamo tutti che si finirebbe col ricadere nella solita procedura: un occhio alla rivista e (che e' pure peggio) uno al nome dell'autore. Inoltre, concordo con Milani sul fatto che nessuna commissione sara' in grado di esprimere un giudizio indipendente su tutti i lavori, in ogni caso non un giudizio meglio fondato di quello del referee.
- Infine, vorrei capire per quale ragione esattamente stiamo
discutendo tutto questo. In altre parole, quali sono le storture che la nuova procedura si propone di raddrizzare? Perche' suppongo che ce ne siano, altrimenti non vedo lo scopo di tutti questi cambiamenti. Saluti,
Giovanni Alberti