Scusate se riempio di nuovo le vostre caselle di posta elettronica. Nel mio primo messaggio avevo cercato di essere sintetico quanto piu` possibile, ma visto che la discussione elettronica continua vorrei esporre piu` in dettaglio la mia posizione.
Mi sembra di poter riassumere le argomentazioni (ragionevoli, per carita`) presentate da vari colleghi che vogliono continuare a rimanere abbonati Elsevier come segue:
1) Le riviste Elsevier sono importanti perche` (a) contribuiscono alla diffusione della conoscenza e soprattutto (b) perche` gli articoli in esse contenuti sono una parte importante del processo di convalida svolto dalla comunita` scientifica.
2) Chiudere i nostri abbonamenti Elsevier sarebbe un'azione "piu` autolesionistica che efficace". Ci sono molte possibili azioni alternative: come autori, come referee, come membri di comitati editoriali, o addirittura all'interno di azioni coordinate su scala internazionale.
La prima cosa che vorrei dire e` che, come ha scritto Riccardo, la tecnologia elettronica attualmente a nostra disposizione (un esempio per tutti: arXiv) rende 1)(a) sostanzialmente irrilevante. Ma non solo. Le speculazioni di alcune case editrici vanno in senso contrario ad 1)(a), cioe` *ostacolano* la diffusione della conoscenza, perche' solo le biblioteche sufficientemente ricche sono (o saranno in un futuro prossimo) in grado di pagare gli alti prezzi che ben conosciamo.
Inoltre, e` evidente che abbiamo a che fare con un problema complesso, che nessuna azione singola avrebbe la forza di risolvere. In 2) si fa un elenco di varie iniziative che potrebbero, e io aggiungo dovrebbero (si vedano in proposito alcune informazioni -- lettere di Rob Kirby, di Ulf Rehmann, home page di SPARC Europe -- che fornisco piu` sotto) essere prese per cercare di migliorare la situazione. Ma io non vedo perche' queste iniziative debbano essere considerate come alternative piuttosto che come concomitanti. Il fatto che l'effetto di una singola azione sia "piccolo" (questo vale, ad esempio, per ogni nostro singolo voto quando andiamo a votare...) non ne dimostra l'inutilita` ne' l'insensatezza, e comunque non penso che 18000 Euro/anno siano una cifra insignificante.
C'e` anche da dire che in 2) si considerano contemporaneamente iniziative che potremmo prendere *come individui* e iniziative che potremmo prendere *come membri del dipartimento*. Questo secondo me, non contribuisce a chiarire i termini della questione, perche' stiamo discutendo di una decisione che dobbiamo prendere *come membri del dipartimento*.
Per quanto riguarda 1)(b), qui la preoccupazione di alcuni e` che se smettessimo di abbonarci a certe riviste la biblioteca smetterebbe di fornire direttamente l'accesso a quei lavori che sono stati dichiarati di qualita` dalla comunita` matematica. A me sembra che le conseguenze di questo fatto non siano tali da giustificare i costi di cui stiamo parlando. Proviamo ad immaginare che cosa succederebbe, in pratica, se da quest'anno non rinnovassimo gli abbonamenti Elsevier. Ad esempio, qualcuno l'anno prossimo (o tra qualche anno) potrebbe avere bisogno di un articolo apparso su Topology nel 2006, ma *non presente* su arXiv (non so in altri campi, ma nel mio questi esempi stanno diventando molto rari in modo estremamente rapido). In tal caso gli basterebbe contattare l'autore richiedendo una copia dell'articolo. Sara` certamente possibile immaginare casi peggiori, in cui il reperimento dell'articolo alla fine risulti impossibile. Ma mi sembra si debba fare un bello sforzo di immaginazione. In totale, di quanti casi stiamo parlando? A me sembra di una quantita` marginale. E per questi casi marginali vale la pena di spendere 18000 Euro/anno rivalutati di circa il 6%/anno? Io dico di no.
Infatti, secondo me quei 18.000 Euro/anno potrebbero essere utilizzati in modi migliori. Ad esempio (almeno in parte) per l'acquisto, molto piu` sistematico di quanto non si sia fatto finora, di libri, i quali rappresentano, se volete, il culmine del processo di convalida scientifica. La nostra biblioteca potrebbe investire molto di piu` in libri (quasi ogni volta in cui mi reco nella biblioteca di un dipartimento o di un istituto di matematica all'estero ho l'impressione che sia molto piu` fornita di libri della nostra), e ovviamente rimanere abbonati alle riviste "costose" ostacola questa scelta. Si potrebbe osservare che esiste il servizio di richiesta di acquisto libri, e che la biblioteca acquista tutti (o quasi) i libri richiesti. Tuttavia la nostra biblioteca e` povera di libri, quindi, a prescindere dalla causa ultima, il servizio di richiesta libri evidentemente non e` sufficiente per avere un buon livello di libri sugli scaffali.
Concludo con una lista di pagine web per chi non le conoscesse gia` e volesse informarsi piu` approfonditamente sul tema in discussione:
http://math.berkeley.edu/~kirby/journals.html Lettera di Rob Kirby (Berkeley)
http://www.mathematik.uni-bielefeld.de/~rehmann/BIB/journal_price_crisis.htm... Lettera di Ulf Rehmann (Bielefeld)
http://www.sparceurope.org/about/index.html Home page di SPARC Europe
Cordiali saluti, Paolo Lisca