Caro Fulvio,
agli studenti come si vede del sito didattico
http://www.dm.unipi.it/www2/user/notizie_u.php?id_sede=2&id_menu=41&...
ho provato a dare massima trasparenza della situazione attuale provando a dare possibilita' agli studenti di esprimere la sua opinione. Non nascondo che sono convinto che il peso della protesta non deve cadere sugli studenti.
Il sondaggio con le domande:
2) Come consideri i tagli finanziari all'Universita' ed il DDL "Gelmini"? 3) Come consideri la sospensione della didattica di Matematica come protesta?
e' stato proposto di un ricercatore e il mio messaggio di 7 ottobre (e quelli precedenti) invitava i studenti di partecipare a questo sondaggio.
Non ho problemi a dare la mia dimissione. Cordiali saluti Vladimir G.
Nell'ultimo CCL vari partecipanti hanno dichiarato di essere
assolutamente
contrari a far saltare il semestre; nessuno d'altra parte ha dichiarati
di
aver propositi di tal ganere. Sono quindi rimasto allibito ascoltando alcuni studenti (terrorizzati)
convinti che la maggioranza del consiglio sia intenzionata ad attuare la soppressione del semestre, che sarebbe oramai praticamente inevitabile. A conferma di quanto pensavano, mi hanno girato alcune delle e-mail che il nostro solerte presidente del CCL ha inviato loro per
(dis-)informarli sulla situazione (le tre che allego, pare siano solo
una
parte della campagna in atto). Mi sembra che la lettura di queste "informative" (?), assieme al fatto
che
nell'ultimo consiglio si sia permesso al nostro presidente di CCL di
provare a prevaricare con tecniche grossolane (e francamente infantili) maneggiando le varie mozioni col modificarle secondo le sue opinioni personali, indichi a quale infimo livello sia giunto il nostro ambiente.
Per maggiore chiarezza, preciso che secondo me il problema non e' il
presidente del CCL che esprime in un italiano approssimativo
una concezione primordiale delle consuetudini democratiche, ma siamo noi che ci facciamo rappresentare in questo modo.
Con molta tristezza, Fulvio Lazzeri
On Wed, 6 Oct 2010, Riccardo Benedetti wrote:
Non penso di essere il solo a vivere con disagio la strana bonaccia di
questi giorni, in cui non si parla quasi dei corsi che
potrebbero/dovrebbero cominciare la settimana prossima, non e' ben chiaro il calendario secondo cui si dovrebbe prendere una decisione
in merito.
Pertanto scrivo principalmente per sollecitare la prossima convocazione
dei nostri organi (CcL, Dipartimento), non oltre lunedi' prossimo (in cui e' previsto per esempio il consiglio di Fisica), insieme ad una maggiore
informazione da parte dei nostri rappresentati su cosa sta succedendo
in Facolta' e negli altri organi di governo dell'universita'.
Aggiungo qui sotto alcune considerazioni personali (scusandomi con chi
le leggesse per l'eccessiva lunghezza).
Riccardo Benedetti
Forse qualcuno dispone di piu' informazioni; a mia conoscenza la
situazione e' la seguente:
- Non mi risulta che il senato accademico o altro organo competente
abbia ancora deliberato sulle deroghe al regolamento (sollecitate, tra gli altri, dalla nostra Facolta' e dal Preside in una recente lettera) al fine di non invalidare almeno formalmente il primo semestre di questo anno
accademico. Dunque allo stato attuale dei fatti o si parte entro il 15
ottobre,
o il semestre salta. 2) Nel nostro consiglio e credo anche in buona parte degli altri della
nostra Facolta' (da cui i famosi "patti tra gentiluomini")
l'atteggiamento prevalente e' stato del tipo: nessuno vuole veramente
far saltare il primo semestre o l'anno accademico, pero' per ragioni tattiche, per non far sgonfiare la protesta "come se niente fosse successo", per restare "finalmente visibili", per mantenere la pressione
sul governo ecc. ecc. , e' bene rinviare ancora per un po' l'approvazione della
programmazione didattica, soprattutto tenendo di conto che il ddl andra'
in aula a giorni... 3) Adesso il ddl sembra vada in aula il 14, forse e' la premessa per
il suo dirottamento su un binario morto, forse il governo imporra' un'accelerazione, forse...., i tempi non sono certi ed e' comunque probabile che
la vicenda si prolunghi per settimane o mesi. 4) Alla luce di 3) l'atteggiamento delineato in 2) non tiene piu', ed anche una eventuale deroga formale al regolamento ha senso in una misura temporale contenuta, ha poco senso se nei fatti non si
tenessero
lezioni per gran parte del semestre o dell'anno. Mi sembra che non sia
piu'
eludibile una decisione palese in merito. La cosa peggiore, anche rispetto all'opinione pubblica che tanto
teniamo
a "sensibilizzare" con la protesta, sarebbe quella di arrivare per
stillicidio al fatto compiuto di un semestre o un anno saltati, senza nemmeno averlo voluto davvero e magari rammaricandosi dopo.
- Come ho detto, forse confusamente, in consiglio, personalmente sarei
molto contrario a far saltare il semestre o addirittura l'anno, lo riterrei un errore grave e un danno grave per gli studenti e le famiglie
che in larga maggioranza non lo comprenderebbero o giustificherebbero
(pur non essendo per questo necessariamente "filogovernativi" o indifferenti al progressivo drammatico impoverimento dell'istruzione e formazione
pubblica, dalle elementari all'universita'). Ma lo riterrei anche un
danno grave
per le residue possibilita' di tenuta proprio della nostra Universita'
pubblica.
Quanto detto in 3)) mi conferma in questa idea. 6) Un altro punto da tenere presente e' il seguente: la protesta dei
ricercatori, in buona parte incentrata sul riconoscimento giuridico del lavoro complessivo che effettivamente svolgono, ha avuto una leva potente proprio nel balordo stato giuridico presente per cui possono a pieno diritto astenersi da certe prestazioni. E' del tutto razionale mettere in evidenza questa contraddizione e ci sono ottimi motivi per farlo.
Questo non vale pero' per gli ordinari ed associati. A colpo d'occhio
nei dipartimenti piu' grossi della nostra facolta' i professori (O+A) sono intorno ai 2/3 del personale docente (ricercatori inclusi). Ricordo anche che il presente, per quanto balordo, stato giuridico dei ricercatori prevede la possibilita' solo di un loro contributo ridotto alla didattica. E' allora insostenibile che i professori in servizio
non possano garantire comunque lo svolgimento dell'anno accademico,
anche se permanesse l'astensione totale dei ricercatori.
La decisione, a quel punto necessariamente personale e non vincolante
per gli altri, di qualche professore di astenersi dall'attivita' didattica
dovuta, andrebbe presa consapevoli anche delle possibili conseguenze in
termini
salariali, disciplinari ecc. C'e' un'altra possibilita' (che pero' non penso riguardi la nostra
Facolta') cioe' di situazioni (magari dove e' piu' incidente l'attivita'
professionale collaterale dei professori) in cui i ricercatori sono
davvero superfruttati e costretti per consuetudine incarognita
a tappare i buchi lasciati da docenti "assenti", incapaci o non
intenzionati
a rispettare il loro contratto. Se ci sono casi di questo genere anche
nel nostro Ateneo
(non lo sto dando per scontato), e' tutta responsabilita'
dell'accademia
(per una volta il governo non c'entra), e' salutare che la protesta dei
ricercatori
faccia uscire allo scoperto questi bubboni, che non e' sano fare
riannegare
nella retorica indistinta della "lotta di tutti per salvare l'universita' pubblica (che starebbe in piedi per l' abnegazione oltre ogni umano limite di *tutti* i docenti) ". 7) Garantire comunque lo svolgimento dell'anno accademico in questa
situazione non significa certificare l'"inutilita'" dei ricercatori; oppure dire che "abbiamo scherzato" e che tutto riprende come se niente fosse. Si tratterebbe comunque di un anno accademico emergenziale, con lacune serie, riduzione della possibilita' di scelta degli studenti (anche rispetto a corsi fondamentali), deroghe sostanziali ai
regolamenti ecc. Tutte cose da "valorizzare" sul lungo difficile periodo che abbiamo
davanti,
discutere, motivare e condividere con (tutti) gli studenti che pero'
sarebbero
qui e probabilmente, in grande maggioranza, apprezzerebbero di non
essere stati considerati l' accettabile "danno collaterale" per le sorti
gloriose e progressive della lotta fatta, anche se loro non lo capiscono, soprattutto per il loro bene. _______________________________________________ Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti _______________________________________________
Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti