Caro Mauro come sempre volentieri ti leggo e ancor di piu' ti rispondo mi sembra che sia tu a fare un po di confusione forzando una semplificazione che abitualmente ritrovo solo come atteggiamento funzionale nelle paludate stanze (o meglio da noi corridoi) dei bottoni. Riepeto che non essendo in un tribunale penale due leggi se pur diverse non possono vivere isolatamente. Dopo la riforma i corsi ufficiali sono diventati un'altra cosa: sono l'attivita' integrativa che e' la struttura portante istituzionale. I corsi semestrali di 40 ore di ogni livello i labotratori etc. ma anche corsi di ``annuali'' ore nulla hanno con i vecchi corsi ufficiali a cui si riferisce la 382. Corsi che legati alla cattedra riflettevano una struttura universitaria ormai privata di ogni efficacia. La ``formazione permanente'' il sistema dei crediti che riflettono nel mondo della formazione universitaria la volonta' di avere una societa' basata sulla precarieta' del lavoro per venire incontro alle esigenze della mutabilita' di mercato sono da prendere molto sul serio. In sostanza caro Mauro proprio tu proponi di applicare la legge nominalmente? i corsi ufficiali del 1980 a cui si riferisce la 382 avevano altra funzione rispetto ai corsi ufficiali attuali. Pertando ritengo che sia un mio obbligo istituzionale tenere questi corsi se mi viene ufficialmente richiesto compatilmente con altri vincoli contrattuali.
Che il `teratoma' prodotto da Moratti & Co. (sul terreno di cultura dei passati governi) vada urgentemente estirpato va da se. Ma il paziente presenta altri gravi disagi che per l'occasione vanno affrontati. Che fa si apre e chiude? via la Moratti va tutto bene?
Rinnovo la richiesta ai colleghi di prendere atto della situazione attuale che non va bene e di articolare proposte soprattutto in questa direzione.
Teoricamente mi interessa che si debba rivendicare anche il ruolo di formazione di eccellenza alle universita' congiuntamente a quello di formazione di tipo professionalizzante, che oltre a questi compiti di formazione e a quelli di sviluppo della ricerca l'universita' e a livello di iniziativa individuale che istituzionale deve essere presente come produttore e venditore considerando le enormi potenzialita' che vi sono al suo interno, che altri enti o persone non possano sedere nei consigli di amministrazione e negli organi delle universita' pur essendo queste aperte a progetti e collaborazioni, che bisogna richiedere se non il ruolo unico almeno l'eliminazione del ruolo dei ricercatori e impedire che venga creata una qualsiasi terza fascia di docenza o ogni altra differenziazione e frammentazione, e ancora piu' decisivo che i tempi per l'immissione in ruolo permanente siano drasticamente ridotti rielabornado modalita' di selezione piu' opportune rispetto ai concorsi e alla precettazione.
Mi associo a te nel sollecitare non solo i ricercatori ma tutti i docenti a prendere in considerazione l'adesione all'astensione da parte dell'attivita'. Ma come sopra ho provato l'astensione non puo' essere ristretta ai compiti non istituzionali ma estesa a tutti. Vanno appunto discussi i termini e i limiti di un'eventuale astensione.
Seguendo la tua richiesta con questa mia diffondo tra il personale del dipartimento la tua risposta a seguire.
Fraternamente
Vincenzo
p.s. non sono in grado di leggere il tuo allegato