Cari tutti
rispetto al documento trasmesso, qui allegato, sono emersi diversi nuovi
fattori nello svolgimento del CCL, prego quindi il professor Georgieff di
tenerne conto in vista di futuri documenti e comunicazioni ad altri.
In breve a mia memoria tra i fatti nuovi quelli che mi hanno piu' colpito:
- sono stati analizzati tre argomenti su cui si pensa di dover intervenire con urgenze e modalita' diverse seppur sinergiche
i - situazione attuale del nostro ateneo che sembra creare forti disagi ii - manovra finanziaria che colpisce in media persone il cui potere di acquisto e' gia' stato definitivamente dimezzato con l'avvento dell'euro iii- riforma universitaria attuale e tagli preesistenti alla ricerca
- considerazione che l'attuale riforma concretizza un indirizzo non specifico dell'attuale governo ma in molti punti cruciali condiviso da parrte delle forze politiche ora all'opposizione
- astensione da tutta l'attivita' didattica (esercitazioni, cura delle tesi, tutoraggio compresi) dei ricercatori
- forte sostegno dei professori a una tale azione
- dichiarazione dei Consigli dell'impossibilita' di attivare proficuamente per il prossimo anno accademico il primo anno del corso di laurea triennale
- necessita' nel prossimo futuro di un iter propositivo, da parte dei docenti, con contenuti completamente innovativi rispetto alle proposte degli ultimi anni sulla riforma universitaria, mirato a cambiare parte di quegli equilibri consolidati nel mondo accademico italiano che si sono rivelati fallimentari e hanno dato destro ai pesanti interventi e tentativi di fare degli atenei, dell'istruzione superiore e della ricerca merce di spartizione di influenza da parte di realta' estranee alle finalita' delle nostre istituzione
In margine osservo rispetto al vecchio documento allegato che locuzioni quali
incarichi didattici cui non siano strettamente tenuti per legge
che possono creare una certa confusione e future incomprensioni
in quanto ex lege i ricercatori non hanno doveri o obblighi didattici
a priori.
In particolare le esercitazioni, il tutoraggio e il supporto
allo svolgimento delle tesi di laurea non sono doveri imposti dalla legge
ai ricercatori.
Per chiarezza e correttezza verso i colleghi ricercatori e professori
sottolineo quindi che qualora la protesta dei ricercatori non si estenda
tutta l'attivita' didattica di questi non mi sentirei di aderire ancora
all'iniziativa cosi parzializzata.
Vincenzo Tortorelli
On Thu, 10 Jun 2010, georgiev@dm.unipi.it wrote:
Cari Colleghi, inoltro la mozione di nostri ricercatori prima del nostro CCL oggi. Ricordo a tutti che non possano venire oggi di mandare la sua giustificazione (anche via email) alla Sig.ra Carla Spinelli. Cordiali saluti Vladimir G.
-------------------------- Messaggio originale --------------------------- Oggetto: Mozione per CCL Da: "Massimo Caboara" caboara@dm.unipi.it Data: Mer, 9 Giugno 2010 5:50 pm A: "Vladimir Georgiev" georgiev@dm.unipi.it
Al presidente del Corso di Laurea in Matematica, Prof. Vladimir
Georgiev
I sottoelencati ricercatori afferenti al Dipartimento di Matematica L. Tonelli dell'Università di Pisa con la presente intendono comunicare al Consiglio di Corso di Laurea in Matematica il proprio malcontento per la politica del governo nei confronti dell' Universita'. In particolare riguardo al DDL N° 1905 Gelmini e al DDL N° 78 del 31 maggio 2010 (Manovra Tremonti).
Aderiscono al documento approvato dall'Assemblea dei Ricercatori dell'Università di Pisa del 03/06/2010, e quindi esprimono profonda preoccupazione in merito alle sorti del sistema universitario pubblico italiano, sottoposto ormai da alcuni anni ad un attacco molto grave attraverso ripetuti atti legislativi, quali i drastici tagli ai finanziamenti previsti dalla Legge 133/2008 e seguenti nonché la successione di malaccorte "riforme" culminante nel Disegno di Legge Gelmini attualmente in discussione, che a fronte di proclamate finalità di miglioramento della qualità e dell'efficienza del sistema paiono in realtà largamente finalizzati a ridimensionarlo drasticamente e a stravolgerne le caratteristiche essenziali, svilendone la fondamentale funzione pubblica di diffusione, tutela e libero sviluppo della conoscenza e della cultura sino ai più alti livelli.
In particolare, vengono giudicati molto gravi:
a) la persistente politica di pesante e crescente riduzione dei fondi destinati al sistema universitario pubblico, che a fronte di una situazione di già grave e cronico sottofinanziamento sta portando la maggior parte delle Università ad operare in condizioni di forte criticità con danni sempre più gravi sia sul fronte didattico che scientifico, inducendo tra l'altro in modo sempre più marcato tanto i singoli quanto le strutture a cercare fonti di finanziamento alternative anche a discapito dell'indipendenza e della qualità delle attività svolte, che rappresentano invece connotati essenziali della migliore tradizione accademica;
b) la prevista messa ad esaurimento del ruolo dei Ricercatori a tempo indeterminato, che invece di vedere finalmente riconosciuto sia giuridicamente che economicamente lo status di terza fascia docente svolto nei fatti da ormai lunghi anni con competenza e dedizione, apportando a titolo spesso del tutto gratuito un contributo prezioso e talora decisivo all'offerta formativa in aggiunta all'espletamento dei propri compiti istituzionali di ricerca e didattica integrativa, si ritrovano ora ad essere marginalizzati o addirittura trattati come zavorra umana da scaricare al più presto per mere convenienze di bilancio, come nel caso del provvedimento di pensionamento forzoso al raggiungimento dei 40 anni di anzianità contributiva attuato in modo sistematico e indiscriminato in contrasto con lo spirito spesso della legge, già di per sé discriminatoria laddove prevede invece una esplicita salvaguardia dal provvedimento per i Professori universitari;
c) la sostanziale vanificazione di fatto di ogni ragionevole e legittima aspettativa di progressione di carriera per i Ricercatori di ruolo meritevoli alla luce delle attività didattiche e di ricerca svolte, che come anche paventato con preoccupazione dal CUN (adunanza del 14/01/2010) e dalla CRUI (mozione del 29/04/2010) si prospetta quale risultato pressoché scontato derivante dalla drastica contrazione delle risorse disponibili, dai vincoli sulla frazione di queste ultime utilizzabile per i passaggi al livello di Professore Associato e dalla prevista eliminazione della procedura di ricostruzione di carriera, che in funzione dell'anzianità di servizio già raggiunta potrebbe penalizzare anche fortemente le persone interessate;
d) l'introduzione forzata della figura del Ricercatore a tempo determinato, che in uno scenario di pesante sottofinanziamento e di conseguente assottigliamento del corpo dei Professori a causa degli stringenti limiti imposti al turn-over, rischia di trasformarsi nell'ennesima figura precaria destinata ad essere sfruttata ancor più di prima sia sul fronte didattico che della ricerca per un lungo intervallo di tempo in funzione della speranza di poter alla fine accedere per chiamata ad una agognata posizione stabile di Professore Associato, aspirazione destinata peraltro a rimanere assai spesso un miraggio per la cronica e grave carenza di fondi che si prospetta;
e) la creazione dei presupposti per una inopportuna e deleteria contrapposizione permanente tra differenti componenti del sistema universitario portatrici di richieste tutte legittime e meritevoli di attenzione ma poste in oggettiva concorrenza dalla grave carenza strutturale di fondi, in particolare tra i Ricercatori a tempo determinato di nuova assunzione e i Ricercatori a tempo indeterminato già in ruolo soprattutto se aventi limitata anzianità di servizio, qualora le disparità di trattamento che erano state previste nella versione iniziale del DDL Gelmini, sia in termini stipendiali che di opportunità di accesso al ruolo dei Professori Associati, dovessero alla fine essere riconfermate;
f) la pressoché totale disincentivazione dei Ricercatori a farsi carico di qualsiasi attività didattica cui non siano strettamente tenuti stante la valorizzazione sostanzialmente nulla della stessa che si prospetta sia in termini di riconoscimento giuridico del ruolo docente svolto sia di valutazione di merito ai fini degli avanzamenti stipendiali e di carriera, dalla quale potrebbero derivare pesanti ripercussioni sull'offerta formativa universitaria qualora si diffondesse tra i Ricercatori un conseguente rifiuto generalizzato permanente a continuare a farsi carico degli insegnamenti sinora coperti per affidamento;
g) la forte verticizzazione della struttura interna degli Atenei e la sostanziale aziendalizzazione della loro governance, con conseguente pesante contrazione degli spazi di gestione democratica condivisa:
- a livello centrale, attraverso la riduzione ad un ruolo quasi
meramente consultivo del Senato Accademico, unico organo di cui è prevista la composizione elettiva trasversale, mentre il Rettore e il Consiglio di Amministrazione, designati con procedure non ancora chiare, acquisirebbero poteri molto ampi fra cui la definizione delle linee di sviluppo, la gestione strategica delle risorse e la valutazione di merito e disciplinare anche dei Professori e Ricercatori, con risvolti potenzialmente preoccupanti essendo prevista nel Consiglio anche la presenza di un congruo numero di membri esterni ai ruoli universitari;
- a livello periferico, attraverso la sostituzione dei Consigli di
Facoltà plenari con i collegi dei Direttori dei Dipartimenti afferenti;
- in linea generale, attraverso l'attribuzione alla fascia dei
Professori Ordinari, di cui si prevede peraltro anche una significativa contrazione numerica, di un peso decisionale sempre più marcato se non addirittura esclusivo, come nella gestione degli ingressi e delle progressioni di carriera nel corpo accademico;
h) la previsione del sostanziale smantellamento del sistema del diritto allo studio, sostituito in larga parte da strumenti del tipo "prestito d'onore" che alla luce della tendenza a scaricare sempre più direttamente sugli studenti i costi del sistema universitario, innalzando notevolmente le rette, e tenuto conto della sempre più scarsa valorizzazione della laurea nel mercato del lavoro italiano, potrebbero tradursi in un onere difficilmente sostenibile per i meno abbienti e quindi in un forte disincentivo anche per quelli fra loro meritevoli, finendo perciò col prefigurare un tendenziale ritorno verso la differenziazione per censo nell'accesso alla formazione universitaria assolutamente deprecabile e deleterio anche per il sistema paese.
A fronte di tale scenario, i sottoelencati Ricercatori:
- al fine di rendere palese il proprio malcontento per la situazione
corrente e la propria contrarietà verso l'evoluzione prospettata, dichiarano di ritenersi in stato di agitazione, riservandosi di adottare ogni forma di protesta e sensibilizzazione dell'opinione pubblica che riterranno opportuna e chiedendo con forza che vengano aperti tavoli di trattativa sia a livello nazionale che locale per avviare un serio confronto con il governo e gli organi di Ateneo sui diversi aspetti contestati e sulle prospettive generali di riforma dell'Università;
- in particolare, allo scopo di manifestare il proprio malcontento in
modo chiaro ed inequivocabile a tutti i soggetti istituzionali coinvolti e all'opinione pubblica, in vista della imminente definizione della Programmazione Didattica nella Facoltà di scienze M.F.N.e della sua ratifica globale da parte del Senato Accademico preannunciano, quale prima forma di protesta, la loro attuale indisponibilità ad accettare per l'a.a. 2010/11 il conferimento di incarichi didattici cui non siano strettamente tenuti per legge, con particolare riferimento quindi alle attività di insegnamento;
- al fine di verificare in modo inequivocabile il livello di
considerazione per le attività didattiche sinora svolte, chiedono al Consiglio di Corso di Studi, Consiglo di Facoltà, al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione di palesare attraverso chiare mozioni auspicabilmente unitarie il proprio apprezzamento per le attività di insegnamento di cui finora si sono fatti carico i Ricercatori, attestando esplicitamente che le stesse sono state svolte con dedizione e competenza in modo del tutto volontario a fianco delle attività istituzionali di ricerca e didattica integrativa, fornendo un prezioso contributo al mantenimento di una valida offerta formativa pur operando spesso a titolo totalmente gratuito nonostante la durata e la gravosità dell'impegno;
- allo scopo di garantire la massima efficacia dell'azione avviata,
fanno appello ai Professori Associati e Ordinari che condividono le motivazioni della protesta affinché vi aderiscano preannunciando, quale prima forma di agitazione, la propria attuale indisponibilità allo svolgimento nell'a.a. 2010/11 di attività didattiche eccedenti i rispettivi obblighi istituzionali, in particolare non accettando di farsi carico degli insegnamenti attualmente lasciati scoperti dal ritiro della disponibilità dei Ricercatori; fanno inoltre appello a tutte le altre componenti del sistema universitario, dagli studenti ai dottorandi ai borsisti e assegnisti al personale tecnico-amministrativo di ruolo e precario, affinché si uniscano alla protesta nelle forme più opportune evidenziando le gravi conseguenza che l'insieme dei provvedimenti contestati finirà inevitabilmente per avere sull'Università italiana, danneggiando in vario modo tutte le categorie interessate e rischiando di compromettere le prospettive di sviluppo a medio-lungo termine del sistema paese;
- al fine di dare la massima risonanza alla protesta avviata, chiedono
ai colleghi, al presidente del CCS ed al direttore di Dipartimento di stimolare in tutte le sedi istituzionali locali (Consigli di Facoltà, Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione) e nazionali (COPI, CRUI, CUN, MIUR ecc.) un serio confronto fra tutte le componenti sulle prospettive di evoluzione del sistema universitario nazionale, che affronti le gravi criticità evidenziate portandole con forza all'attenzione dell'opinione pubblica e degli organi decisionali nazionali allo scopo di esercitare la massima pressione verso la doverosa adozione di provvedimenti opportunamente concertati che risultino ben più ponderati ed adeguati alla gravità della situazione in cui versa oggi l'Università italiana.
in fede
Massimo Caboara
Carlo Carminati
Rocco Chirivi'
Maria Stella Gelli
Mauro Di Nasso
Roberto Frigerio
Giovanni Federico Gronchi
Sandro Manfredini
Bruno Martelli
Pietro Di Martino
Giandomenico Mastroeni
Enrico Sbarra
Antonio Tarsia
Vincenzo Tortorelli
Nicola Visciglia
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