Concordo con quanto dice Giuseppe: non e' chiaro se sia meglio la dimensione 'locale' o 'nazionale'. Se non ricordo male si passo' ai concorsi locali in seguito alla constatazione che i concorsi per ricercatore funzionavano meglio del concorsone nazionale per le fasce superiori.
Probabilmente il baco principale stava nell'idoneita' multipla (graduatorie sovrabbondanti): gia' eliminare questo elemento sarebbe un bel passo avanti (e forse si puo' fare subito).
Riguardo al sorteggio: non e' -in principio- una cattiva idea; tra l'altro riscuote un certo consenso bipartisan. Sarebbe comunque saggio restringere i sorteggiabili ponendo una soglia sull'attivita' scientifica dei commissari, come proposto da Modica e Garavaglia http://intranews.sns.it/intranews/20081105/SIP3004.PDF
Saluti, c.c.
On Fri, 7 Nov 2008, buttazzo@dm.unipi.it wrote:
Confesso che sono stato molto piu' ingenuo di quanto scrive Pietro Majer: dopo il passaggio dal reclutamento "nazionale" a quello "locale" ho sperato che il malcostume sarebbe diminuito e da quanto ricordo non ero il solo.
Evidentemente mi ero sbagliato. Non vorrei pero' che dimenticassimo come anni fa eravamo nauseati dal vecchio sistema "nazionale", anche se poi ci siamo resi conto che non c'e' limite al peggio.
Concordo che il punto chiave di una riforma sull'universita' debba essere il meccanismo di reclutamento, ma non ne vedo uno a prova di malcostume. Ad esempio sono sicuro che quello proposto da Sergio Spagnolo dopo un po' verrebbe interpretato dicendo che tutti gli "idonei" devono essere reclutati nelle universita' e che il "numero di idonei non troppo superiore a quello dei posti a concorso" verrebbe gonfiato a dismisura. [...]
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ | Carlo Carminati | | Universita' di Pisa | | Dipartimento di Matematica | | Largo Bruno Pontecorvo, 5 | | 56127 PISA | | Tel 050.2213246 | ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^