Carissimi,
per cominciare a concretizzare la discussione, vi mando un elenco di possibili indicatori su cui ragionare. S'intende che e' un elenco assolutamente provvisorio: non e' detto si debbano usare tutti, e potrei averne dimenticato qualcuno (ogni suggerimento e' piu' che benvenuto).
Il lavoro da fare e' selezionare gli indicatori, e determinare delle soglie minime per ciascun livello concorsuale, per ciascun settore scientifico-disciplinare, e per i candidati e per i commissari.
Oltre alle indicazioni generali gia' discusse nella riunione del collegio dei presidenti di cds in Matematica (e che conoscete gia'), mi e' stato segnalato un altro criterio generale importante da tener presente nella scelta degli indicatori:
- i dati su cui vengono calcolati devono essere pubblici e autocertificabili dai candidati, e non dipendere da ricerche dati effettuate dalla commissione.
Questo serve chiaramente a prevenire ricorsi, e a evitare che (anche in buona fede) la commissione tratti in modo diverso candidati diversi.
Ho suddiviso gli indicatori che mi sono venuti in mente in tre categorie, ognuna con un certo numero di sottocategorie e di possibili specificazioni. Inoltre la soglia minima per alcuni di essi (per esempio, i libri) potrebbe essere zero per ogni livello concorsuale; li includo perche' il testo del decreto sembra richiedere che, almeno per i concorsi da ricercatore, siano elencati esplicitamente tutti gli indicatori che si vogliono usare, indipendentemente dall'esistenza di una soglia minima.
A) Pubblicazioni (vedi Nota 1)
A.1) Numero totale di pubblicazioni (vedi Nota 2) A.2) Numero di articoli accettati in rivista con referee A.3) Numero di articoli accettati in atti di congresso A.4) Numero di libri di ricerca
Questi potrebbero essere soggetti alle seguenti specificazioni:
(a) negli ultimi anni; (b) che hanno ricevuto almeno tot citazioni (vedi B) per come determinarle); (c) su riviste "buone" (vedi Nota 3).
Quindi indicatori di questo genere potrebbero avere forma del tipo
"Almeno X articoli accettati su riviste con referee negli ultimi Y anni" "Almeno V pubblicazioni con almeno Z citazioni ciascuna"
e simili.
B) Citazioni
B.1) tutte le citazioni; B.2) escluse le autocitazioni; B.3) escluse le citazioni fatte dagli autori della pubblicazione;
soggetti a specificazioni del tipo
(a) negli ultimi anni; (b) pesate secondo criteri espliciti.
Le citazioni devono essere autocertificate dal candidato, presentando un elenco di articoli o libri (vedi Nota 4) che citano la propria pubblicazione.
Io personalmente ammetterei anche le autocitazioni (che proveniendo da articoli pubblicati sono comunque una misura della ricerca fatta dal candidato, e sono utilizzabili in ugual modo da tutti i candidati). Ammetterei anche le citazioni dei coautori (se un mio coautore prosegue per conto suo un lavoro fatto in collaborazione con me mi sembra comunque un segnale di validita' del lavoro iniziale). Eventualmente per non favorire eccessivamente i lavori con molti coautori si potrebbe pensare di pesare diversamente queste citazioni (per esempio, una citazione di un coautore di un articolo con n coautori potrebbe pesare 1/n; ma in campi matematici in cui e' raro avere piu' di 2 o 3 autori per articolo forse non vale la pena di preoccuparsene).
Oltre che col numero di coautori, ci sono altri modi di pesare le citazioni.
Per esempio, la distanza temporale fra l'articolo e la citazione: una citazione fatta diversi anni dopo dall'uscita dell'articolo potrebbe essere piu' significativa di una fatta appena l'articolo e' uscito (in quanto segnala una persistenza temporale dell'interesse del lavoro).
Oppure col numero di anni passati dalla laurea del candidato, o col numero di articoli pubblicati dal candidato (per bilanciare, rispettivamente, candidati giovani e candidati anziani, o candidati prolifici e candidati piu' parchi).
Per completezza, cito anche la possibilita' di pesare le citazioni con la "qualita'" della rivista che cita; ma questo criterio ha gli stessi problemi descritti nella Nota 3 (se non anche peggiori).
Quindi indicatori basati sulle citazioni potrebbero avere una forma del tipo
"Almeno X citazioni" "Almeno Y citazioni negli ultimi Z anni" "Numero totale di citazioni diviso per il numero di anni dalla laurea almeno pari a C"
e simili.
C) Altri (vedi Nota 5)
C.1) Seminari tenuti su invito a congressi internazionali; C.2) Seminari tenuti in universita' o enti di ricerca esteri; C.3) Seminari tenuti in sedi diverse dalla propria; C.4) Premi o riconoscimenti ricevuti.
Anche questi potrebbero essere specificati rispetto agli ultimi anni. Quindi esempi di indicatori potrebbero essere
"Almeno X seminari su invito a congressi internazionali"; "Almeno Y seminari in sedi diversi dalla propria negli ultimi Z anni"
e simili.
* Nota 1: visto che si parla di indicatori per la ricerca, mi limito a considerare pubblicazioni di ricerca; ma per un concorso da associato o da ordinario dovrebbero essere considerate anche le pubblicazioni divulgative e didattiche (sia articoli che libri).
* Nota 2: include preprint e qualunque altra cosa.
* Nota 3: non c'e' dubbio che un criterio tipicamente usato dai commissari per valutare la qualita' dei candidati consiste nel vedere su quali riviste hanno pubblicato. Trasformare questo in un indicatore solleva pero' un numero non indifferente di problemi, in quanto occorre trovare un criterio indipendente dai commissari per decidere quali sono le riviste "buone". Inoltre, la lista delle riviste "buone" dovrebbe essere pubblica, dipendente dal tempo, costruita a partire da numerosi indicatori (sul cui significato abbiamo dubbi in diversi, e che dovrebbero essere calcolati a partire da basi di dati pubbliche comprendenti tutte le riviste in gioco...), dovrebbe includere anche riviste al di fuori del settore per tener conto dei lavori interdisciplinari... Insomma, la mia sensazione e' che non valga la pena infilarsi in un simile ginepraio solo per stabilire delle soglie minime di qualita'.
* Nota 4: In questo caso escluderei le citazioni da preprint, per avere solo citazioni da fonti "certificate".
* Nota 5: come nella Nota 1, escludo dalla considerazione le attivita' didattiche e organizzative (organizzazione di convegni, direzione di gruppi di ricerca, ecc.); ma e' chiaro che per i concorsi da associato e ordinario queste attivita' devono essere tenute presenti.
************************
Qui sotto troverete, per concretezza, una possibile (e ampiamente modificabile) proposta di soglie minime per il settore MAT/03, calibrata per i tre livelli concorsuali e per candidati e commissari (questi ultimi solo ordinari, per accordarsi al decreto che esclude associati e ricercatori dalle commissioni di concorso). Ove possibile, ho testato queste soglie su dati recuperati in rete a oggi sui vincitori dei concorsi nel settore MAT/03. Trattandosi di soglie minime (e di dati a volte anche molto posteriori alla data del concorso, e dato che ritengo che in gran parte di questi concorsi abbiano vinto candidati decenti), sono state tarate in modo da essere superate dalla stragrande maggioranza dei vincitori. Questo e' un lavoro che va fatto per soglie e indicatori di qualsiasi settore, in modo da evitare di richiedere condizioni assurde (per esempio: un criterio del tipo "almeno 10 articoli con 10 citazioni" proposto da altre aree per gli ordinari, per quanto suoni sensato, secondo i dati di MathSciNet taglierebbe fuori *tutti* gli ordinari di Geometria del Dipartimento di Matematica di Pisa... perche' le abitudini di pubblicazione e citazione nella Matematica sono molto diverse da quelle di altre aree).
Esempio (ampiamente modificabile) di soglie per il settore MAT/03:
Ricercatori:
Devono essere soddisfatte le seguenti soglie minime:
* Almeno 2 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 5 anni; * Almeno 2 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 5 anni.
[Qui si tratta di verificare che i candidati, presumibilmente giovani, abbiano fatto qualcosa che sia stato sentito da qualcuno fuori da casa loro. Vista la lentezza con cui si formano le citazioni nella matematica, per i ricercatori non metterei criteri legati alle citazioni.]
Associati:
Devono essere soddisfatte almeno 2 delle seguenti soglie minime:
* Almeno 5 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 7 anni; * Almeno 12 pubblicazioni; * Almeno 10 citazioni negli ultimi 7 anni; * Almeno 4 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 7 anni.
Ordinari (candidati):
Devono essere soddisfatte almeno 3 delle seguenti soglie minime:
* Almeno 8 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 10 anni; * Almeno 20 pubblicazioni; * Almeno 16 citazioni negli ultimi 10 anni; * Almeno 2 seminari su invito in convegni internazionali negli ultimi 10 anni; * Almeno 6 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 10 anni.
Ordinari (commissari):
Devono essere soddisfatte almeno 4 delle seguenti soglie minime:
* Almeno 10 libri o articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 15 anni; * Almeno 3 pubblicazioni con più di 10 citazioni ciascuna; * Almeno 80 citazioni; * Almeno 8 seminari su invito in convegni internazionali; * Almeno 20 seminari in sedi diverse dalla propria; * Almeno 8 seminari in universita' o enti di ricerca esteri.
[I criteri per questo caso sono probabilmente da aggiustare meglio, e non ho avuto ancora occasione di testarli davvero. Ho voluto includerli giusto per dare l'idea di un possibile punto di partenza.]
Qualsiasi suggerimento o indicazione e' benvenuta, in particolare per quel che riguarda gli indicatori e le soglie da usare nei vari settori.
Ciao e grazie, Marco Abate
------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
Caro Marco,
ho letto il tuo interessante mail. Alcune osservazioni:
- lo manderei (anche in futuro) anche ai colleghi del DMA; questo lo mando io, l'alias e' docenti@lists.dma.unipi.it
- la definizione "rivista con referee" potrebbe essere ambigua; un candidato potrebbe sostenere (magari in malafede) di non sapere se la rivista e' con referee e per un commissario puo' essere difficile verificarlo
- un buon test potrebbe essere vedere la produzione media per anno di un matematico italiano di un dato settore; il totale di articoli di italiani di un settore in un anno si trova con MathSciNet, il numero dei matematici in servizio dovrebbe trovarsi sul sito del ministero
- infine nella tua proposta e' strano che si chieda ad un commissario una produttivita' che potrebbe essere inferiore a quella di un candidato ordinario; forse sarebbe meglio dire: "un commissario deve soddisfare i requisiti per essere candidato e inoltre..."
Ciao, Giuseppe
Quoting abate@dm.unipi.it:
Carissimi,
per cominciare a concretizzare la discussione, vi mando un elenco di possibili indicatori su cui ragionare. S'intende che e' un elenco assolutamente provvisorio: non e' detto si debbano usare tutti, e potrei averne dimenticato qualcuno (ogni suggerimento e' piu' che benvenuto).
Il lavoro da fare e' selezionare gli indicatori, e determinare delle soglie minime per ciascun livello concorsuale, per ciascun settore scientifico-disciplinare, e per i candidati e per i commissari.
Oltre alle indicazioni generali gia' discusse nella riunione del collegio dei presidenti di cds in Matematica (e che conoscete gia'), mi e' stato segnalato un altro criterio generale importante da tener presente nella scelta degli indicatori:
- i dati su cui vengono calcolati devono essere pubblici e autocertificabili
dai candidati, e non dipendere da ricerche dati effettuate dalla commissione.
Questo serve chiaramente a prevenire ricorsi, e a evitare che (anche in buona fede) la commissione tratti in modo diverso candidati diversi.
Ho suddiviso gli indicatori che mi sono venuti in mente in tre categorie, ognuna con un certo numero di sottocategorie e di possibili specificazioni. Inoltre la soglia minima per alcuni di essi (per esempio, i libri) potrebbe essere zero per ogni livello concorsuale; li includo perche' il testo del decreto sembra richiedere che, almeno per i concorsi da ricercatore, siano elencati esplicitamente tutti gli indicatori che si vogliono usare, indipendentemente dall'esistenza di una soglia minima.
A) Pubblicazioni (vedi Nota 1)
A.1) Numero totale di pubblicazioni (vedi Nota 2) A.2) Numero di articoli accettati in rivista con referee A.3) Numero di articoli accettati in atti di congresso A.4) Numero di libri di ricerca
Questi potrebbero essere soggetti alle seguenti specificazioni:
(a) negli ultimi anni; (b) che hanno ricevuto almeno tot citazioni (vedi B) per come determinarle); (c) su riviste "buone" (vedi Nota 3).
Quindi indicatori di questo genere potrebbero avere forma del tipo
"Almeno X articoli accettati su riviste con referee negli ultimi Y anni" "Almeno V pubblicazioni con almeno Z citazioni ciascuna"
e simili.
B) Citazioni
B.1) tutte le citazioni; B.2) escluse le autocitazioni; B.3) escluse le citazioni fatte dagli autori della pubblicazione;
soggetti a specificazioni del tipo
(a) negli ultimi anni; (b) pesate secondo criteri espliciti.
Le citazioni devono essere autocertificate dal candidato, presentando un elenco di articoli o libri (vedi Nota 4) che citano la propria pubblicazione.
Io personalmente ammetterei anche le autocitazioni (che proveniendo da articoli pubblicati sono comunque una misura della ricerca fatta dal candidato, e sono utilizzabili in ugual modo da tutti i candidati). Ammetterei anche le citazioni dei coautori (se un mio coautore prosegue per conto suo un lavoro fatto in collaborazione con me mi sembra comunque un segnale di validita' del lavoro iniziale). Eventualmente per non favorire eccessivamente i lavori con molti coautori si potrebbe pensare di pesare diversamente queste citazioni (per esempio, una citazione di un coautore di un articolo con n coautori potrebbe pesare 1/n; ma in campi matematici in cui e' raro avere piu' di 2 o 3 autori per articolo forse non vale la pena di preoccuparsene).
Oltre che col numero di coautori, ci sono altri modi di pesare le citazioni.
Per esempio, la distanza temporale fra l'articolo e la citazione: una citazione fatta diversi anni dopo dall'uscita dell'articolo potrebbe essere piu' significativa di una fatta appena l'articolo e' uscito (in quanto segnala una persistenza temporale dell'interesse del lavoro).
Oppure col numero di anni passati dalla laurea del candidato, o col numero di articoli pubblicati dal candidato (per bilanciare, rispettivamente, candidati giovani e candidati anziani, o candidati prolifici e candidati piu' parchi).
Per completezza, cito anche la possibilita' di pesare le citazioni con la "qualita'" della rivista che cita; ma questo criterio ha gli stessi problemi descritti nella Nota 3 (se non anche peggiori).
Quindi indicatori basati sulle citazioni potrebbero avere una forma del tipo
"Almeno X citazioni" "Almeno Y citazioni negli ultimi Z anni" "Numero totale di citazioni diviso per il numero di anni dalla laurea almeno pari a C"
e simili.
C) Altri (vedi Nota 5)
C.1) Seminari tenuti su invito a congressi internazionali; C.2) Seminari tenuti in universita' o enti di ricerca esteri; C.3) Seminari tenuti in sedi diverse dalla propria; C.4) Premi o riconoscimenti ricevuti.
Anche questi potrebbero essere specificati rispetto agli ultimi anni. Quindi esempi di indicatori potrebbero essere
"Almeno X seminari su invito a congressi internazionali"; "Almeno Y seminari in sedi diversi dalla propria negli ultimi Z anni"
e simili.
- Nota 1: visto che si parla di indicatori per la ricerca, mi limito a
considerare pubblicazioni di ricerca; ma per un concorso da associato o da ordinario dovrebbero essere considerate anche le pubblicazioni divulgative e didattiche (sia articoli che libri).
Nota 2: include preprint e qualunque altra cosa.
Nota 3: non c'e' dubbio che un criterio tipicamente usato dai commissari
per valutare la qualita' dei candidati consiste nel vedere su quali riviste hanno pubblicato. Trasformare questo in un indicatore solleva pero' un numero non indifferente di problemi, in quanto occorre trovare un criterio indipendente dai commissari per decidere quali sono le riviste "buone". Inoltre, la lista delle riviste "buone" dovrebbe essere pubblica, dipendente dal tempo, costruita a partire da numerosi indicatori (sul cui significato abbiamo dubbi in diversi, e che dovrebbero essere calcolati a partire da basi di dati pubbliche comprendenti tutte le riviste in gioco...), dovrebbe includere anche riviste al di fuori del settore per tener conto dei lavori interdisciplinari... Insomma, la mia sensazione e' che non valga la pena infilarsi in un simile ginepraio solo per stabilire delle soglie minime di qualita'.
- Nota 4: In questo caso escluderei le citazioni da preprint, per avere
solo citazioni da fonti "certificate".
- Nota 5: come nella Nota 1, escludo dalla considerazione le attivita'
didattiche e organizzative (organizzazione di convegni, direzione di gruppi di ricerca, ecc.); ma e' chiaro che per i concorsi da associato e ordinario queste attivita' devono essere tenute presenti.
Qui sotto troverete, per concretezza, una possibile (e ampiamente modificabile) proposta di soglie minime per il settore MAT/03, calibrata per i tre livelli concorsuali e per candidati e commissari (questi ultimi solo ordinari, per accordarsi al decreto che esclude associati e ricercatori dalle commissioni di concorso). Ove possibile, ho testato queste soglie su dati recuperati in rete a oggi sui vincitori dei concorsi nel settore MAT/03. Trattandosi di soglie minime (e di dati a volte anche molto posteriori alla data del concorso, e dato che ritengo che in gran parte di questi concorsi abbiano vinto candidati decenti), sono state tarate in modo da essere superate dalla stragrande maggioranza dei vincitori. Questo e' un lavoro che va fatto per soglie e indicatori di qualsiasi settore, in modo da evitare di richiedere condizioni assurde (per esempio: un criterio del tipo "almeno 10 articoli con 10 citazioni" proposto da altre aree per gli ordinari, per quanto suoni sensato, secondo i dati di MathSciNet taglierebbe fuori *tutti* gli ordinari di Geometria del Dipartimento di Matematica di Pisa... perche' le abitudini di pubblicazione e citazione nella Matematica sono molto diverse da quelle di altre aree).
Esempio (ampiamente modificabile) di soglie per il settore MAT/03:
Ricercatori:
Devono essere soddisfatte le seguenti soglie minime:
- Almeno 2 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 5 anni;
- Almeno 2 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 5 anni.
[Qui si tratta di verificare che i candidati, presumibilmente giovani, abbiano fatto qualcosa che sia stato sentito da qualcuno fuori da casa loro. Vista la lentezza con cui si formano le citazioni nella matematica, per i ricercatori non metterei criteri legati alle citazioni.]
Associati:
Devono essere soddisfatte almeno 2 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 5 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 7 anni;
- Almeno 12 pubblicazioni;
- Almeno 10 citazioni negli ultimi 7 anni;
- Almeno 4 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 7 anni.
Ordinari (candidati):
Devono essere soddisfatte almeno 3 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 8 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 10 anni;
- Almeno 20 pubblicazioni;
- Almeno 16 citazioni negli ultimi 10 anni;
- Almeno 2 seminari su invito in convegni internazionali negli ultimi 10
anni;
- Almeno 6 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 10 anni.
Ordinari (commissari):
Devono essere soddisfatte almeno 4 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 10 libri o articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 15
anni;
- Almeno 3 pubblicazioni con più di 10 citazioni ciascuna;
- Almeno 80 citazioni;
- Almeno 8 seminari su invito in convegni internazionali;
- Almeno 20 seminari in sedi diverse dalla propria;
- Almeno 8 seminari in universita' o enti di ricerca esteri.
[I criteri per questo caso sono probabilmente da aggiustare meglio, e non ho avuto ancora occasione di testarli davvero. Ho voluto includerli giusto per dare l'idea di un possibile punto di partenza.]
Qualsiasi suggerimento o indicazione e' benvenuta, in particolare per quel che riguarda gli indicatori e le soglie da usare nei vari settori.
Ciao e grazie, Marco Abate
This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/ _______________________________________________ Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti
------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
Cari tutti, sto seguendo il dibattito che si sta sviluppando per posta elettronica, con il forzato distacco dovuto alla mia assenza da Pisa in queste settimane. Dico subito che mi sta facendo una buona impressione; mi sembra che tutti gli intervenuti cerchino veramente di contribuire alla definizione di proposte per migliorare concretamente la situazione, senza inutili eccessi polemici.
Provo ad inserirmi nella discussione.
(1) Una conseguenza positiva di queste intense settimane di iniziative suscitate dalla 133 e' avere posto i problemi dell'Universita' al centro dell'attenzione. Tutti i problemi. Vedo il rischio che invece il corpo docente concentri la sua attenzione quasi esclusivamente sulle procedure di reclutamento, cioe' sulla propria riproduzione (come purtroppo e' successo spesso in passato), preoccupandosi anche di ottenere un po' piu' di risorse piu' che altro per quello scopo. Naturalmente, il reclutamento di forze nuove in misura significativa e mediante procedure che premino la qualita' (contenendo il malaffare) e' un punto cruciale; ma non indipendente da altri. Per esempio, avere piu' professori (anche buoni) non significa automaticamente avere piu' (buona) didattica. Occorrono anche laboratori, aule, manutenzione sistematica delle attrezzature ecc. Un Ateneo (diciamo Pisa), e quindi anche l'insieme dei suoi docenti, soprattutto sotto la minaccia di un ridimensionamento economico radicale, non possono rilanciare le proprie buone ragioni senza una rappresentazione complessiva e onesta della situazione presente, e del proprio progetto (indicando per esempio le situazioni dove investire in un laboratorio per gli studenti e' prioritario rispetto al reclutamento di nuovo personale, o viceversa).
(2) Credo che la semplice opposizione (reclutamento) "locale vs nazionale" sia un po' fuorviante. Come sappiamo tutti, quello che ha reso micidiale la fase piu' recente dei concorsi (soprattutto per quanto riguarda ordinari e associati) e' stata la combinazione tra la produzione di terne di idonei e il meccanismo budgettario/autonomistico, per cui la "promozione" di un locale costava meno. Era facile prevedere (anche essendo molto ingenui) che questo, di norma, avrebbe portato quasi esclusivamente a promozioni locali. Cosi' e' stato. E cosi' fu fortemente voluto dalla maggioranza del corpo accademico. Ricordo per esempio che all'origine la proposta Berlinguer combinava la decentralizzazione dei concorsi con la proibizione a concorrere nella sede di provenienza. Il rigetto del corpo accademico fu ampio e immediato. D'altra parte, per quanto riguarda i ricercatori, almeno per MAT03, conosco applicazioni virtuose del concorso locale, che hanno prodotto alcune tra le poche occasioni di mobilita' di questi ultimi anni.
(3) Quando si parla di concorsi idealmente ci muoviamo tra due estremi ideali:
- uno i cui tutto si basa sulla "responsabilita'" dei commissari che scelgono sulla base di scienza e coscienza, rendendo conto delle proprie scelte alla comunita' (scientifica e in senso), mettendo cosi' in gioco anche la propria "reputazione".
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Scusate ho spedito per sbaglio prima di avere finito; a dopo. Riccardo
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Cari tutti, sto seguendo il dibattito che si sta sviluppando per posta elettronica, con il forzato distacco dovuto alla mia assenza da Pisa in queste settimane. Dico subito che mi sta facendo una buona impressione; mi sembra che tutti gli intervenuti cerchino veramente di contribuire alla definizione di proposte per migliorare concretamente la situazione, senza inutili eccessi polemici.
Provo ad inserirmi nella discussione.
(1) Una conseguenza positiva di queste intense settimane di iniziative suscitate dalla 133 e' avere posto i problemi dell'Universita' al centro dell'attenzione. Tutti i problemi. Vedo il rischio che invece il corpo docente concentri la sua attenzione quasi esclusivamente sulle procedure di reclutamento, cioe' sulla propria riproduzione (come purtroppo e' successo spesso in passato), preoccupandosi anche di ottenere un po' piu' di risorse piu' che altro per quello scopo. Naturalmente, il reclutamento di forze nuove in misura significativa e mediante procedure che premino la qualita' (contenendo il malaffare) e' un punto cruciale; ma non indipendente da altri. Per esempio, avere piu' professori (anche buoni) non significa automaticamente avere piu' (buona) didattica. Occorrono anche laboratori, aule, manutenzione sistematica delle attrezzature ecc. Un Ateneo (diciamo Pisa), e quindi anche l'insieme dei suoi docenti, soprattutto sotto la minaccia di un ridimensionamento economico radicale, non possono rilanciare le proprie buone ragioni senza una rappresentazione complessiva e onesta della situazione presente, e del proprio progetto (indicando per esempio le situazioni dove investire in un laboratorio per gli studenti e' prioritario rispetto al reclutamento di nuovo personale, o viceversa).
(2) Credo che la semplice opposizione (reclutamento) "locale vs nazionale" sia un po' fuorviante. Come sappiamo tutti, quello che ha reso micidiale la fase piu' recente dei concorsi (soprattutto per quanto riguarda ordinari e associati) e' stata la combinazione tra la produzione di terne di idonei e il meccanismo budgettario/autonomistico, per cui la "promozione" di un locale costava meno. Era facile prevedere (anche essendo molto ingenui) che questo, di norma, avrebbe portato quasi esclusivamente a promozioni locali. Cosi' e' stato. E cosi' fu fortemente voluto dalla maggioranza del corpo accademico. Ricordo per esempio che all'origine la proposta Berlinguer combinava la decentralizzazione dei concorsi con la proibizione a concorrere nella sede di provenienza. Il rigetto del corpo accademico fu ampio e immediato. D'altra parte, per quanto riguarda i ricercatori, almeno per MAT03, conosco applicazioni virtuose del concorso locale, che hanno prodotto alcune tra le poche occasioni di mobilita' di questi ultimi anni.
(3) Almeno in Italia (ma non credo solo qui) potrebbe valere la regola empirica per cui, dato un qualsiasi sistema di reclutamento (locale, nazionale, elezione, sorteggio ...), la sua applicazione per un tempo abbastanza lungo, progressivamente esalta fino a renderli consuetudini, i modi per ottenerne i risultati peggiori possibili. Se questo e' vero, puo' anche darsi che un cambiamento periodico delle procedure (i famosi "segni di discontinuita'") possa avere di suo un effetto positivo, almeno perche' interrompe gli automatismi di quelle consuetudini. I difetti e i rischi che i vari intervenuti vedono i quella o quell'altra proposta, probabilmente si realizzeranno senz'altro dopo un po', secondo la regola.
(4) Quando si parla di concorsi ci muoviamo tra due estremi ideali:
(a) Tutto si basa sulla "responsabilita'" dei commissari che scelgono secondo scienza e coscienza, e con trasparenza delle scelte. Di queste si rende conto alla comunita' (scientifica e in senso lato), mettendo soprattuto in gioco la propria "reputazione".
(b) Le scelte sono rese tendenzialmente automatiche mediante l'uso di criteri (indicatori) oggettivi. La trasparenza riguarda la determinazione di questi criteri; le scelte sono poi deresponsabilizzate.
Il funzionamento di a) dipende molto da cosa sia fatta la reputazione di qualcuno e questo ha molto a che fare con la "civilta'" complessiva del contesto. Se la massima reputazione e' data, per esempio, dal disporre di un potere discrezionale, per cui si puo' fare senatore, o ministro o professore il proprio cavallo, allora .... Pero' in un mondo ideale potrebbe funzionare. Penso invece che b) abbia dei difetti che persisterebbero anche (forse a maggior ragione) in un mondo ideale. Nella situazione presente credo che limitare l'uso degli indicatori alla determinazione di condizioni minime calibrate (vedi la proposta di Marco) sia la cosa migliore. La componente "responsabilita'" mi sembra inevitabile. Tra l'altro, generalizzando quanto diceva Carlo, con la diffusione degli archivi elettronici, c'e' una discrepanza sempre piu' ampia nei tempi tra, da una parte, la diffusione e l'eventuale riconosciuta importanza di risultati nuovi, dall'altra la pubblicazione finale su rivista che costituisce spesso l'ultimo atto di un processo.
Boh, mi rendo conto di essere gia' stato fin troppo lungo. Per ora mi fermo.
Ciao
Riccardo
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Caro Marco, come punto di partenza il tuo testo mi sembra ottimo. Il problema sara' come enucleare, da questa ricca gamma di criteri e parametri, con relative varianti, poche e semplici regole.
Alcune osservazioni (non definitive):
1) La qualita' delle riviste mi sembra un parametro troppo significativo per essere ignorato. Un lavoro sul Boll. UMI non puo' essere valutato allo stesso modo di uno sui Comm. Pure Appl. Math. o sugli Annals. Occorrera' prima o poi che ogni raggruppamento si faccia la sua graduatoria di importanza delle riviste, magari raggruppandole in 4 o 5 fasce, basandosi sugli IF degli ultimi anni, con possibili correzioni (ad es. gli Annali della SNS non hanno alcun IF)
2) Giusto assegnare pesi diversi ai diversi raggruppamenti, ma attenzione a non favorire troppo i settori "di massa" a scapito dei settori di frontiera. Per esempio e' vero che in media gli analisti sono piu' prolifici dei geometri, ma e' anche vero, ad esempio, che in Mat05 accanto a gruppi di ricerca molto popolari con centinaia di adepti e quindi di citazioni (magari su riviste non particolarmente elevate), se ne trovano altri molto piu' di nicchia dove 2-3 citazioni per un lavoro sono gia' un lusso. Forse lo stesso accade in Mat03. Insomma bisogna assolutamente evitare che un peso eccessivo al (pur molto significativo) parametro "citazioni" finisca col distogliere i giovani dai campi di ricerca nuovi o difficili, e da quelli di frontiera fra diversi settori, indirizzandoli alle tematiche piu' facili e di moda.
3) Qualunque criterio troppo meccanico puo' dar luogo a grosse ingiustizie: summum ius summa iniuria. Per che per quel che riguarda i candidati (non i commissari) ai concorsi la soglia minima dovrebbe essere tenuta relativamente bassa, lasciando ai commissari il compito di scoprire il reale valore del candidato, basandosi sull'esame della sua produzione, sullla presentazione dei lavori e dei progetti, sulle opinioni di studiosi di fama, etc. etc. A quetso proposito devo confessare che la mia storica fiducia sulle prove scritte per i concorsi a ricercatore sta vacillando. Uno scritto equo richiederebbe dai commissari un impegno ed una serieta' davvero non comuni, mentre in vari casi, temo che lo scritto venga usato come alibi per giustificare qualche ingiustizia.
4 ) Perche' limitare il concetto di "soglia minima" a candidati o commissari di concorsi? Non potremmo cercare di applicarlo, con le dovute varianti, che so anche ai membri del CUN e dei vari Comitati scientifici nazionali, specie quelli relativi alle valutazioni, ai Panel, agli organi (tranne quelli puramente amministrativi) di Dipartimento, Facolta' o Ateneo ?
Ciao, Sergio
C'e' un aspetto che e' importante in molti settori della matematica piu' vicina all'informatica (come l'algebra computazionale), ossia la pubblicazione in atti di convegno con comitato di programma, call for papers e referee. Da tenere distinto dalla partecipazione a convegni su invito, che ha due diverse connotazioni: in convegni con comitato di programma indica un ricercatore affermato, in convegni su invito e' equivalente a seminario fuori sede (e spesso lavoro altrimenti impubblicabile o preliminare). E talvolta sinonimo di "raccomandato dal capo".
Molti dei convegni con call for papers sono molto selettivi, piu' di molte riviste con referee, e non valutarli affatto o addirittura meno di seminari in sedi diverse mi pare ingiusto (ma probabilmente si intende che un articolo a convegno vale almeno quanto un seminario, per calcolare il minimo). Inoltre la pubblicazione in tali convegni e' solo relativamente rapida (passano almeno sei mesi), ma la pubblicazione in un giornale buono ha tempi biblici: in effetti tutta la ricerca passa per i convegni, e sulle riviste praticamente si arriva solo in un secondo tempo. Molte ottime riviste vanno sostanzialmente a "numeri speciali" con articoli di approfondimento di risultati pubblicati nei convegni principali, e pubblicare un articolo che non sia stato preceduto da un convegno con referee e' abbastanza insolito.
In quanto ai seminari in sedi diverse, e' chiaro che non appena questo fosse un criterio tali seminari spunterebbero come funghi, vanificandone l'importanza.
Quanto al messaggio di Giuseppe: piu' che media vedrei bene mediana, o meglio la distribuzione. E il richiedere ai commissari di avere molte pubblicazioni potrebbe avere come conseguenza poco bella che molti giovani sarebbero forzati a mettere il capo fra gli autori. Questo succede in molti settori, il capogruppo firma tutti i lavori dei suoi dipendenti. Stiamo attenti alle conseguenze.
Carlo
Caro Marco,
Vorrei fare due osservazioni.
1) (Questa osservazione e` banale, ma vorrei comunque farla). Per formulare una proposta che tenga conto dei differenti ritmi di produzione scientifica delle varie aree non e` necessario calcolare ora tutti i numeri assoluti. Si potrebbe ad esempio concordare che per superare la "soglia minima" per una data area la produzione di un candidato deve essere stata, negli ultimi X anni, almeno pari ad un fattore F (magari da aggiustare in seguito, ma indipendente dall'area) moltiplicato per la media (eventualmente fatta al livello della fascia concorsuale) della produzione nazionale in quell'area (definita tramite Math. Rev.). Anche il fattore F potrebbe essere diverso a seconda della fascia concorsuale.
2) Riguardo la nomina dei commissari: un meccanismo del tipo elezione/estrazione/soglia minima e` forse l'unico che e` realistico considerare al momento. Pero` secondo me ha il difetto di riprodurre, anche se in modo attenuato, alcune distorsioni causate dai precedenti meccanismi di selezione. Io penso che l'ideale sarebbe escogitare un sistema che crei una discontinuita` qualitativa col passato. Una bozza di idea potrebbe essere quella di far nominare i commissari da un qualche tipo di "commissione ristretta permanente" formata da matematici di altissimo livello. La commissione ristretta potrebbe anch'essa essere definita tramite parametri oggettivi, ad esempio tramite una frase del tipo: "fanno parte della commissione ristretta i matematici italiani che hanno tenuto una conferenza plenaria ad un congresso ICM".
Saluti, Paolo
abate@dm.unipi.it wrote:
Carissimi,
per cominciare a concretizzare la discussione, vi mando un elenco di possibili indicatori su cui ragionare. S'intende che e' un elenco assolutamente provvisorio: non e' detto si debbano usare tutti, e potrei averne dimenticato qualcuno (ogni suggerimento e' piu' che benvenuto).
Il lavoro da fare e' selezionare gli indicatori, e determinare delle soglie minime per ciascun livello concorsuale, per ciascun settore scientifico-disciplinare, e per i candidati e per i commissari.
Oltre alle indicazioni generali gia' discusse nella riunione del collegio dei presidenti di cds in Matematica (e che conoscete gia'), mi e' stato segnalato un altro criterio generale importante da tener presente nella scelta degli indicatori:
- i dati su cui vengono calcolati devono essere pubblici e autocertificabili dai
candidati, e non dipendere da ricerche dati effettuate dalla commissione.
Questo serve chiaramente a prevenire ricorsi, e a evitare che (anche in buona fede) la commissione tratti in modo diverso candidati diversi.
Ho suddiviso gli indicatori che mi sono venuti in mente in tre categorie, ognuna con un certo numero di sottocategorie e di possibili specificazioni. Inoltre la soglia minima per alcuni di essi (per esempio, i libri) potrebbe essere zero per ogni livello concorsuale; li includo perche' il testo del decreto sembra richiedere che, almeno per i concorsi da ricercatore, siano elencati esplicitamente tutti gli indicatori che si vogliono usare, indipendentemente dall'esistenza di una soglia minima.
A) Pubblicazioni (vedi Nota 1)
A.1) Numero totale di pubblicazioni (vedi Nota 2) A.2) Numero di articoli accettati in rivista con referee A.3) Numero di articoli accettati in atti di congresso A.4) Numero di libri di ricerca
Questi potrebbero essere soggetti alle seguenti specificazioni:
(a) negli ultimi anni; (b) che hanno ricevuto almeno tot citazioni (vedi B) per come determinarle); (c) su riviste "buone" (vedi Nota 3).
Quindi indicatori di questo genere potrebbero avere forma del tipo
"Almeno X articoli accettati su riviste con referee negli ultimi Y anni" "Almeno V pubblicazioni con almeno Z citazioni ciascuna"
e simili.
B) Citazioni
B.1) tutte le citazioni; B.2) escluse le autocitazioni; B.3) escluse le citazioni fatte dagli autori della pubblicazione;
soggetti a specificazioni del tipo
(a) negli ultimi anni; (b) pesate secondo criteri espliciti.
Le citazioni devono essere autocertificate dal candidato, presentando un elenco di articoli o libri (vedi Nota 4) che citano la propria pubblicazione.
Io personalmente ammetterei anche le autocitazioni (che proveniendo da articoli pubblicati sono comunque una misura della ricerca fatta dal candidato, e sono utilizzabili in ugual modo da tutti i candidati). Ammetterei anche le citazioni dei coautori (se un mio coautore prosegue per conto suo un lavoro fatto in collaborazione con me mi sembra comunque un segnale di validita' del lavoro iniziale). Eventualmente per non favorire eccessivamente i lavori con molti coautori si potrebbe pensare di pesare diversamente queste citazioni (per esempio, una citazione di un coautore di un articolo con n coautori potrebbe pesare 1/n; ma in campi matematici in cui e' raro avere piu' di 2 o 3 autori per articolo forse non vale la pena di preoccuparsene).
Oltre che col numero di coautori, ci sono altri modi di pesare le citazioni.
Per esempio, la distanza temporale fra l'articolo e la citazione: una citazione fatta diversi anni dopo dall'uscita dell'articolo potrebbe essere piu' significativa di una fatta appena l'articolo e' uscito (in quanto segnala una persistenza temporale dell'interesse del lavoro).
Oppure col numero di anni passati dalla laurea del candidato, o col numero di articoli pubblicati dal candidato (per bilanciare, rispettivamente, candidati giovani e candidati anziani, o candidati prolifici e candidati piu' parchi).
Per completezza, cito anche la possibilita' di pesare le citazioni con la "qualita'" della rivista che cita; ma questo criterio ha gli stessi problemi descritti nella Nota 3 (se non anche peggiori).
Quindi indicatori basati sulle citazioni potrebbero avere una forma del tipo
"Almeno X citazioni" "Almeno Y citazioni negli ultimi Z anni" "Numero totale di citazioni diviso per il numero di anni dalla laurea almeno pari a C"
e simili.
C) Altri (vedi Nota 5)
C.1) Seminari tenuti su invito a congressi internazionali; C.2) Seminari tenuti in universita' o enti di ricerca esteri; C.3) Seminari tenuti in sedi diverse dalla propria; C.4) Premi o riconoscimenti ricevuti.
Anche questi potrebbero essere specificati rispetto agli ultimi anni. Quindi esempi di indicatori potrebbero essere
"Almeno X seminari su invito a congressi internazionali"; "Almeno Y seminari in sedi diversi dalla propria negli ultimi Z anni"
e simili.
- Nota 1: visto che si parla di indicatori per la ricerca, mi limito a
considerare pubblicazioni di ricerca; ma per un concorso da associato o da ordinario dovrebbero essere considerate anche le pubblicazioni divulgative e didattiche (sia articoli che libri).
Nota 2: include preprint e qualunque altra cosa.
Nota 3: non c'e' dubbio che un criterio tipicamente usato dai commissari
per valutare la qualita' dei candidati consiste nel vedere su quali riviste hanno pubblicato. Trasformare questo in un indicatore solleva pero' un numero non indifferente di problemi, in quanto occorre trovare un criterio indipendente dai commissari per decidere quali sono le riviste "buone". Inoltre, la lista delle riviste "buone" dovrebbe essere pubblica, dipendente dal tempo, costruita a partire da numerosi indicatori (sul cui significato abbiamo dubbi in diversi, e che dovrebbero essere calcolati a partire da basi di dati pubbliche comprendenti tutte le riviste in gioco...), dovrebbe includere anche riviste al di fuori del settore per tener conto dei lavori interdisciplinari... Insomma, la mia sensazione e' che non valga la pena infilarsi in un simile ginepraio solo per stabilire delle soglie minime di qualita'.
- Nota 4: In questo caso escluderei le citazioni da preprint, per avere
solo citazioni da fonti "certificate".
- Nota 5: come nella Nota 1, escludo dalla considerazione le attivita'
didattiche e organizzative (organizzazione di convegni, direzione di gruppi di ricerca, ecc.); ma e' chiaro che per i concorsi da associato e ordinario queste attivita' devono essere tenute presenti.
Qui sotto troverete, per concretezza, una possibile (e ampiamente modificabile) proposta di soglie minime per il settore MAT/03, calibrata per i tre livelli concorsuali e per candidati e commissari (questi ultimi solo ordinari, per accordarsi al decreto che esclude associati e ricercatori dalle commissioni di concorso). Ove possibile, ho testato queste soglie su dati recuperati in rete a oggi sui vincitori dei concorsi nel settore MAT/03. Trattandosi di soglie minime (e di dati a volte anche molto posteriori alla data del concorso, e dato che ritengo che in gran parte di questi concorsi abbiano vinto candidati decenti), sono state tarate in modo da essere superate dalla stragrande maggioranza dei vincitori. Questo e' un lavoro che va fatto per soglie e indicatori di qualsiasi settore, in modo da evitare di richiedere condizioni assurde (per esempio: un criterio del tipo "almeno 10 articoli con 10 citazioni" proposto da altre aree per gli ordinari, per quanto suoni sensato, secondo i dati di MathSciNet taglierebbe fuori *tutti* gli ordinari di Geometria del Dipartimento di Matematica di Pisa... perche' le abitudini di pubblicazione e citazione nella Matematica sono molto diverse da quelle di altre aree).
Esempio (ampiamente modificabile) di soglie per il settore MAT/03:
Ricercatori:
Devono essere soddisfatte le seguenti soglie minime:
- Almeno 2 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 5 anni;
- Almeno 2 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 5 anni.
[Qui si tratta di verificare che i candidati, presumibilmente giovani, abbiano fatto qualcosa che sia stato sentito da qualcuno fuori da casa loro. Vista la lentezza con cui si formano le citazioni nella matematica, per i ricercatori non metterei criteri legati alle citazioni.]
Associati:
Devono essere soddisfatte almeno 2 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 5 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 7 anni;
- Almeno 12 pubblicazioni;
- Almeno 10 citazioni negli ultimi 7 anni;
- Almeno 4 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 7 anni.
Ordinari (candidati):
Devono essere soddisfatte almeno 3 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 8 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 10 anni;
- Almeno 20 pubblicazioni;
- Almeno 16 citazioni negli ultimi 10 anni;
- Almeno 2 seminari su invito in convegni internazionali negli ultimi 10 anni;
- Almeno 6 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 10 anni.
Ordinari (commissari):
Devono essere soddisfatte almeno 4 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 10 libri o articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 15 anni;
- Almeno 3 pubblicazioni con più di 10 citazioni ciascuna;
- Almeno 80 citazioni;
- Almeno 8 seminari su invito in convegni internazionali;
- Almeno 20 seminari in sedi diverse dalla propria;
- Almeno 8 seminari in universita' o enti di ricerca esteri.
[I criteri per questo caso sono probabilmente da aggiustare meglio, e non ho avuto ancora occasione di testarli davvero. Ho voluto includerli giusto per dare l'idea di un possibile punto di partenza.]
Qualsiasi suggerimento o indicazione e' benvenuta, in particolare per quel che riguarda gli indicatori e le soglie da usare nei vari settori.
Ciao e grazie, Marco Abate
This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/ _______________________________________________ Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti
Salve,
vorrei inanzitutto appoggiare la proposta 2 di Paolo Lisca, che mi sembra estremamente interessante. Forse non avra' seguito ora, ma un giorno magari si', e indipendentemente da cio', mi pare giusto che la proponiamo.
Aggiungo. Un tema di importanza basilare, di cui non si parla abbastanza e' quello dei trasferimenti. Allo stato attuale vi sono tali vincoli e dis-agevolazioni economiche, che sono diventati impossibili. Invece sarebbero cosa utile, e per le persone e per le sedi, per la circolazione del sapere, ma anche per scalfire il potere dei vari boss locali.
Cosi' si usava, quando ancora la nostra Universita' funzionava bene --mi riferisco naturalmente ai clerici vagantes.
Inoltre, in un sistema dove i meritevoli comincino presto a fare carriera senza ostruzioni dovute al sovrappopolamento locale, ci sarebbe una sana competizione fra universita'.
Non si vede alcuna giustificazione economica per impedire la mobilita'. Infatti il motivo e', ancora una volta, la difesa di particolarismi locali ecc. Non e' che si risparmi qualcosa impedendola. Forse da questo orechio il Governo ci sente --anche perche' e' l'unico che ha...
cari saluti, PM
Scrive Paolo Lisca lisca@dm.unipi.it:
Caro Marco,
Vorrei fare due osservazioni.
- (Questa osservazione e` banale, ma vorrei comunque farla). Per
formulare una proposta che tenga conto dei differenti ritmi di produzione scientifica delle varie aree non e` necessario calcolare ora tutti i numeri assoluti. Si potrebbe ad esempio concordare che per superare la "soglia minima" per una data area la produzione di un candidato deve essere stata, negli ultimi X anni, almeno pari ad un fattore F (magari da aggiustare in seguito, ma indipendente dall'area) moltiplicato per la media (eventualmente fatta al livello della fascia concorsuale) della produzione nazionale in quell'area (definita tramite Math. Rev.). Anche il fattore F potrebbe essere diverso a seconda della fascia concorsuale.
- Riguardo la nomina dei commissari: un meccanismo del tipo
elezione/estrazione/soglia minima e` forse l'unico che e` realistico considerare al momento. Pero` secondo me ha il difetto di riprodurre, anche se in modo attenuato, alcune distorsioni causate dai precedenti meccanismi di selezione. Io penso che l'ideale sarebbe escogitare un sistema che crei una discontinuita` qualitativa col passato. Una bozza di idea potrebbe essere quella di far nominare i commissari da un qualche tipo di "commissione ristretta permanente" formata da matematici di altissimo livello. La commissione ristretta potrebbe anch'essa essere definita tramite parametri oggettivi, ad esempio tramite una frase del tipo: "fanno parte della commissione ristretta i matematici italiani che hanno tenuto una conferenza plenaria ad un congresso ICM".
Saluti, Paolo
abate@dm.unipi.it wrote:
Carissimi,
per cominciare a concretizzare la discussione, vi mando un elenco di possibili indicatori su cui ragionare. S'intende che e' un elenco assolutamente provvisorio: non e' detto si debbano usare tutti, e potrei averne dimenticato qualcuno (ogni suggerimento e' piu' che
benvenuto).
Il lavoro da fare e' selezionare gli indicatori, e determinare delle soglie minime per ciascun livello concorsuale, per ciascun settore scientifico-disciplinare, e per i candidati e per i commissari.
Oltre alle indicazioni generali gia' discusse nella riunione del collegio
dei
presidenti di cds in Matematica (e che conoscete gia'), mi e' stato segnalato un altro criterio generale importante da tener presente nella scelta degli indicatori:
- i dati su cui vengono calcolati devono essere pubblici e
autocertificabili dai
candidati, e non dipendere da ricerche dati effettuate dalla commissione.
Questo serve chiaramente a prevenire ricorsi, e a evitare che (anche in
buona
fede) la commissione tratti in modo diverso candidati diversi.
Ho suddiviso gli indicatori che mi sono venuti in mente in tre categorie, ognuna con un certo numero di sottocategorie e di possibili
specificazioni.
Inoltre la soglia minima per alcuni di essi (per esempio, i libri)
potrebbe
essere zero per ogni livello concorsuale; li includo perche' il testo del decreto sembra richiedere che, almeno per i concorsi da ricercatore, siano elencati esplicitamente tutti gli indicatori che si vogliono usare, indipendentemente dall'esistenza di una soglia
minima.
A) Pubblicazioni (vedi Nota 1)
A.1) Numero totale di pubblicazioni (vedi Nota 2) A.2) Numero di articoli accettati in rivista con referee A.3) Numero di articoli accettati in atti di congresso A.4) Numero di libri di ricerca
Questi potrebbero essere soggetti alle seguenti specificazioni:
(a) negli ultimi anni; (b) che hanno ricevuto almeno tot citazioni (vedi B) per come
determinarle);
(c) su riviste "buone" (vedi Nota 3).
Quindi indicatori di questo genere potrebbero avere forma del tipo
"Almeno X articoli accettati su riviste con referee negli ultimi Y anni" "Almeno V pubblicazioni con almeno Z citazioni ciascuna"
e simili.
B) Citazioni
B.1) tutte le citazioni; B.2) escluse le autocitazioni; B.3) escluse le citazioni fatte dagli autori della pubblicazione;
soggetti a specificazioni del tipo
(a) negli ultimi anni; (b) pesate secondo criteri espliciti.
Le citazioni devono essere autocertificate dal candidato, presentando un
elenco
di articoli o libri (vedi Nota 4) che citano la propria pubblicazione.
Io personalmente ammetterei anche le autocitazioni (che proveniendo da articoli pubblicati sono comunque una misura della ricerca fatta dal candidato, e sono utilizzabili in ugual modo da tutti i candidati). Ammetterei anche le citazioni dei coautori (se un mio
coautore
prosegue per conto suo un lavoro fatto in collaborazione con me mi sembra comunque un segnale di validita' del lavoro iniziale). Eventualmente per
non
favorire eccessivamente i lavori con molti coautori si potrebbe pensare di pesare diversamente queste citazioni (per esempio, una citazione di un coautore di un articolo con n coautori potrebbe pesare
1/n;
ma in campi matematici in cui e' raro avere piu' di 2 o 3 autori per
articolo
forse non vale la pena di preoccuparsene).
Oltre che col numero di coautori, ci sono altri modi di pesare le
citazioni.
Per esempio, la distanza temporale fra l'articolo e la citazione: una citazione fatta diversi anni dopo dall'uscita dell'articolo potrebbe
essere
piu' significativa di una fatta appena l'articolo e' uscito (in quanto segnala una persistenza temporale dell'interesse del lavoro).
Oppure col numero di anni passati dalla laurea del candidato, o col numero di articoli pubblicati dal candidato (per bilanciare, rispettivamente, candidati giovani e candidati anziani, o candidati prolifici e candidati piu' parchi).
Per completezza, cito anche la possibilita' di pesare le citazioni con la "qualita'" della rivista che cita; ma questo criterio ha gli stessi
problemi
descritti nella Nota 3 (se non anche peggiori).
Quindi indicatori basati sulle citazioni potrebbero avere una forma del
tipo
"Almeno X citazioni" "Almeno Y citazioni negli ultimi Z anni" "Numero totale di citazioni diviso per il numero di anni dalla laurea
almeno
pari a C"
e simili.
C) Altri (vedi Nota 5)
C.1) Seminari tenuti su invito a congressi internazionali; C.2) Seminari tenuti in universita' o enti di ricerca esteri; C.3) Seminari tenuti in sedi diverse dalla propria; C.4) Premi o riconoscimenti ricevuti.
Anche questi potrebbero essere specificati rispetto agli ultimi anni.
Quindi
esempi di indicatori potrebbero essere
"Almeno X seminari su invito a congressi internazionali"; "Almeno Y seminari in sedi diversi dalla propria negli ultimi Z anni"
e simili.
- Nota 1: visto che si parla di indicatori per la ricerca, mi limito a
considerare pubblicazioni di ricerca; ma per un concorso da associato o da ordinario dovrebbero essere considerate anche le pubblicazioni divulgative e didattiche (sia articoli che libri).
Nota 2: include preprint e qualunque altra cosa.
Nota 3: non c'e' dubbio che un criterio tipicamente usato dai commissari
per valutare la qualita' dei candidati consiste nel vedere su quali
riviste
hanno pubblicato. Trasformare questo in un indicatore solleva pero' un
numero
non indifferente di problemi, in quanto occorre trovare un criterio indipendente dai commissari per decidere quali sono le riviste "buone". Inoltre, la lista delle riviste "buone" dovrebbe essere pubblica, dipendente dal tempo, costruita a partire da numerosi indicatori (sul cui significato abbiamo dubbi in diversi, e che dovrebbero essere calcolati a partire da basi di dati pubbliche comprendenti tutte le riviste in gioco...), dovrebbe includere anche riviste al di fuori del
settore
per tener conto dei lavori interdisciplinari... Insomma, la mia sensazione e' che non valga la pena infilarsi in un simile ginepraio solo per stabilire delle soglie minime di qualita'.
- Nota 4: In questo caso escluderei le citazioni da preprint, per avere
solo citazioni da fonti "certificate".
- Nota 5: come nella Nota 1, escludo dalla considerazione le attivita'
didattiche e organizzative (organizzazione di convegni, direzione di gruppi di ricerca, ecc.); ma e' chiaro che per i concorsi da associato e ordinario queste attivita' devono essere tenute presenti.
Qui sotto troverete, per concretezza, una possibile (e ampiamente modificabile) proposta di soglie minime per il settore MAT/03, calibrata per i tre livelli concorsuali e
per
candidati e commissari (questi ultimi solo ordinari, per accordarsi al decreto che esclude associati e ricercatori dalle commissioni di
concorso).
Ove possibile, ho testato queste soglie su dati recuperati in rete a oggi sui vincitori dei concorsi nel settore MAT/03. Trattandosi di
soglie
minime (e di dati a volte anche molto posteriori alla data del concorso, e dato che ritengo che in gran parte di questi concorsi abbiano vinto candidati decenti), sono state tarate in modo da essere superate dalla stragrande maggioranza dei vincitori. Questo e' un lavoro che va fatto per soglie e indicatori di qualsiasi settore, in modo da evitare di richiedere condizioni assurde (per esempio:
un
criterio del tipo "almeno 10 articoli con 10 citazioni" proposto da altre aree per gli ordinari, per quanto
suoni
sensato, secondo i dati di MathSciNet taglierebbe fuori *tutti* gli
ordinari
di Geometria del Dipartimento di Matematica di Pisa... perche' le abitudini di pubblicazione e citazione nella Matematica sono molto diverse da quelle di altre aree).
Esempio (ampiamente modificabile) di soglie per il settore MAT/03:
Ricercatori:
Devono essere soddisfatte le seguenti soglie minime:
- Almeno 2 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 5 anni;
- Almeno 2 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 5 anni.
[Qui si tratta di verificare che i candidati, presumibilmente giovani,
abbiano
fatto qualcosa che sia stato sentito da qualcuno fuori da casa loro. Vista la lentezza con cui si formano le citazioni nella matematica, per i ricercatori non metterei criteri legati alle citazioni.]
Associati:
Devono essere soddisfatte almeno 2 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 5 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 7 anni;
- Almeno 12 pubblicazioni;
- Almeno 10 citazioni negli ultimi 7 anni;
- Almeno 4 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 7 anni.
Ordinari (candidati):
Devono essere soddisfatte almeno 3 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 8 articoli accettati su riviste con referee negli ultimi 10 anni;
- Almeno 20 pubblicazioni;
- Almeno 16 citazioni negli ultimi 10 anni;
- Almeno 2 seminari su invito in convegni internazionali negli ultimi 10
anni;
- Almeno 6 seminari in sedi diverse dalla propria negli ultimi 10 anni.
Ordinari (commissari):
Devono essere soddisfatte almeno 4 delle seguenti soglie minime:
- Almeno 10 libri o articoli accettati su riviste con referee negli ultimi
15 anni;
- Almeno 3 pubblicazioni con più di 10 citazioni ciascuna;
- Almeno 80 citazioni;
- Almeno 8 seminari su invito in convegni internazionali;
- Almeno 20 seminari in sedi diverse dalla propria;
- Almeno 8 seminari in universita' o enti di ricerca esteri.
[I criteri per questo caso sono probabilmente da aggiustare meglio, e non ho avuto ancora occasione di testarli davvero. Ho voluto includerli giusto per dare l'idea di un possibile punto di partenza.]
Qualsiasi suggerimento o indicazione e' benvenuta, in particolare per quel che riguarda gli indicatori e le soglie da usare nei vari settori.
Ciao e grazie, Marco Abate
This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/ _______________________________________________ Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti
Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti
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