Cari colleghi,
con questa lettera desideriamo esprimere forti perplessità riguardo alla legge di riforma universitaria in discussione in Parlamento e l'assoluta contrarietà verso i tagli agli stipendi previsti dal Decreto Legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri. Questi tagli, in particolare il blocco triennale degli scatti stipendiali, colpiscono molto gravemente i ricercatori, professori associati e professori ordinari che sono alle prime classi stipendiali. Di fronte a queste misure punitive soprattutto per i più giovani (che già adesso – ricordiamolo – a parità di ruolo ed impegno richiesto guadagnano poco più della metà dei colleghi a fine carriera), ci sembra che la reazione del mondo accademico sia stata fino ad ora troppo blanda. Esprimiamo pieno appoggio alla protesta espressa in questi giorni dai ricercatori del nostro Dipartimento e ci proponiamo di rafforzarla nei modi che riterremo più efficaci. Auspichiamo che la partecipazione al prossimo Consiglio di Corso di Laurea e di Dipartimento sia numerosa e che in quella sede si possano identificare e discutere le forme di protesta più incisive.
Alberto Abbondandolo Francesca Acquistapace Paolo Acquistapace Alessandro Berarducci Ilaria Del Corso Elisabetta Fortuna Giovanni Gaiffi Patrizia Gianni Pietro Majer Rita Pardini Rosetta Zan
Aderisco a quanto sottoscritto.
Sottolineo inoltre:
riguardo i tagli:
1- che sia palese la necessita' di sacrifici e' fuor di dubbio ma noi dipendenti pubblici tutti ci siamo visti con l'entrata nell'euro dimezzare alla lettera il potere di acquisto nel giro di pochi mesi
abbiamo gia' dato e stiamo gia' dando
2- che diversi soggetti sociali che hanno avuto grandi vantaggi nella fase pre crisi e tuttora risultano avvantaggiati non vengono minimamente toccati
riguardo la legge di riforma universitaria
3- prescindendo dal merito della necessita' di una riduzione degli investimenti e delle spese nell'universita' vanno analizzati i modi con cui cio' sta per essere attuato, le finalita' effettive, e gli stumenti culturali di propaganda con cui si giustificano tali provvedimenti
modi, finalita' e propaganda che sembrano essere condivise in alcuni punti cruciali e dall'attuale governo e dai passati governi di centro sinistra
- appiattimento della direzione universitaria sul piano amministrativo e politico di vertice
senza decreti di sorta qui a Pisa si vede gia' come un senato che ha solo ruolo di ratifica e una CdA come molti hanno osservato ``blindato''
- introduzione di elementi ``privati'' in un tale CdA di tipo ``direttorio'': nella realta' italiana questi elementi ``privati'' sono espressioni piuttosto di mediazione politica e di spartizione di aree di influenza e prebende, espressioni quindi di interessi che non sono ne alla produzione e tantomeno all'istruzione e alla ricerca
- pittosto che intervenire sul ridimensionamento della proliferazione degli atenei dei corsi di laurea etc etc. si interviene in ogni ateneo sul turn over del personale docente, sulle aspettative dei piu' giovani
- parole d'ordine aziendalistiche quali `eccellenza', `governance' e `agenzie di valutazione' giustificandosi sulle storture gestionali e sulle inefficienze amministrative strutturali di cui gli atenei italiani soffrono dalla fine degli anni settanta del secolo scorso
senza pero' intaccare, anzi volendosene impadronire, le lobbies che hanno gestito tali``storture''
ambiguamente spacciando lo studio, la ricerca e l'istruzione come prodotti e merci e imponendo quest'ottica indiscriminatamente in tutti i settori della didattica e della ricerca nelle universita'
- salvo quindi riconoscere il valore proprio dell'istruzione superiore e critica, dello studio e della ricerca astratta e non applicata, creando o supervalutando organismi e istituzioni quali le `grandi scuole' o i` percorsi di eccellenza': di fatto per deviare con minimi controlli ingenti flussi di finanziamento pubblico e privato su tali ``creature'' o fiori all'occhiello che di si voglia
4- tutto cio' purtoppo ha avuto l'avvallo di molti dirigenti di ricerca (che sia per grave necessita' nel caso di attivita' di labortorii etc., o per mantenere la propria posizione di preminenza e averne tornaconti personali o di area nei tempi brevi)
5- a tale proposito, a mio parere, va sottolineato come i piu' giovani tra gli ordinari, nel medio periodo dei sette dieci anni avranno, se si muovono correttamente, molto da guadagnare nell' operazione
di cui per ora si stanno solo avvantaggiando gli esponenti di vertici dei singoli atenei
chi rischia di piu' sono i piu' giovani gia' dentro l'universita' e non in posizione di autonomia piuttosto quelli che ci devono ancora entrare e senza dubbio alcuni vecchi arnesi come il sottoscritto
6- tale ultima osservazione rende esplicita quanto inefficace possa essere una forma di protesta e di rivalsa nei confronti della classe poltica che si puo' assumere in toto il nostro principale avversario
certo e' che nonostante divergenze di interessi nel medio periodo mettendo a nudo le particolari esigenze si potrebbe con molta buona volonta' produrre una risposta incisiva e costruttiva
7- in margine: la mancanza di ruolo unico per i docenti universitari e ricercatori, diversamente dai magistrati per esempio, si rivela nel contingente non solo una iattura per quanto riguarda il perpetuarsi di inefficenze gestionali, camerille concorsuali, e mancanza di trasparenze degli obiettivi sensibili di ricerca
ma contruproducente per gli interessi delle singole persone in gran maggioranza
8- come gia' accennai vedo tre possibili linee di intervento che grossolanamente
i- astensione dalle attivita' didattiche non obbligatorie, comprendendo nel caso dei ricercatori le esercitazioni
ii- intervento fortemente limitativo sulla funzione di ``volano'' finanziario delle universita': consulenze, progetti esterni, esternalizzazione servizi, appalti etc. etc.
iii- boicottaggio della ``macchina valutativa'' , e questo dal denunciare le singole pubblicazioni sino a discutere sull'adesione ai PRIN Non tutti i settori senz'altro possono, pena la loro fine, avvalersi di quest'arma.
Cordialita'
Vincenzo Tortorelli
On Tue, 8 Jun 2010, Alberto Abbondandolo wrote:
Cari colleghi,
con questa lettera desideriamo esprimere forti perplessità riguardo alla legge di riforma universitaria
in discussione in Parlamento e l'assoluta contrarietà verso i tagli agli stipendi previsti dal Decreto Legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri. Questi tagli, in particolare il blocco triennale degli scatti stipendiali, colpiscono molto gravemente i ricercatori, professori associati e professori ordinari che sono alle prime classi stipendiali. Di fronte a queste misure punitive soprattutto per i più giovani (che già adesso – ricordiamolo – a parità di ruolo ed impegno richiesto guadagnano poco più della metà dei colleghi a fine carriera), ci sembra che la reazione del mondo accademico sia stata fino ad ora troppo blanda.
Esprimiamo pieno appoggio alla protesta espressa in questi giorni dai ricercatori del nostro Dipartimento e ci proponiamo di rafforzarla nei modi che riterremo più efficaci. Auspichiamo che la partecipazione al prossimo Consiglio di Corso di Laurea e di Dipartimento sia numerosa e che in quella sede si possano identificare e discutere le forme di protesta più incisive.
Alberto Abbondandolo Francesca Acquistapace Paolo Acquistapace Alessandro Berarducci Ilaria Del Corso Elisabetta Fortuna Giovanni Gaiffi Patrizia Gianni Pietro Majer Rita Pardini Rosetta Zan
Docenti mailing list Docenti@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/docenti