Caro Bruno, caro Sergio, e tutti,
come non essere d'accordo con voi.
Io penso che prima di cambiare il metodo di reclutamento bisognerebbe capire come mai e` stato possibile crearlo, quali sono stati i danni che ha provocato, chi ha la responsabilita` di questo ennesimo scempio dell'Universita`, e finalmente, come fare a evitare che si ripeta anche ora sotto una veste diversa.
Mi scuso se diro` cose ben note, ma credo che piu` ne parliamo pubblicamente ed esplicitamente e meglio sia: e mi piacerebbe anzi se questa discussione mi aiutasse a capire ancora meglio il fenomeno tutto italiano delle Valutazioni Comparative.
Io posso dire che il sistema delle Valutazioni Comparative, appena fu inventato, fu a me immediatamente evidente in tutto il suo ripugnante disegno: dico questo perche`, se fu evidente a me, che sono oime` un ingenuo, doveva ben essere evidente a tutti. Eppure questo sistema e` stato reso possibile anche perche` non se ne parlo` abbastanza, denunciandone gli intenti dall'inizio. Per cio` ora abbraccio con trasporto la proposta di discussione fatta da Sergio Spagnolo!
Come sappiamo il potere universitario negli ultimi decenni si era parcellizzato e capillarizzato al punto tale che il vecchio sistema dei concorsi nazionali risultava inadeguato. La localizzazione dei concorsi rispose prima di tutto all'esigenza di poter fare ciascuno i cavoli propri nel proprio orto, senza dover chiedere il permesso a nessuno, e senza doverne rispondere. Sappiamo bene che ci sono stati anche casi di commissari che hanno fatto un ottimo e integerrimo lavoro: ma in un sistema sano questi avrebbero dovuto gestire tutti i posti a concorso, non l'otto per mille (nel senso qualitativo di "porzione destinata a fini benefici e disinteressati": quantitativamente non ho idea).
Il nuovo sistema delle Valutazioni Comparative fu propagandato come quello atto a sveltire la burocrazia e a rendere piu` regolare nel tempo l'erogazione dei posti per il secolo a venire: ma non e` cosi`: fu creato appositamente per gestire la spartizione dei posti del quinquennio successivo, e non doveva durare di piu` (fosse durato di piu`, sarebbe stata una pecca: voleva dire che poteva portare a compimento tutto il suo macabro ufficio in modo ancora piu` scandaloso).
Quindi se ora questo sistema e` caduto sotto il peso delle nefandezze che ha creato, non pensiamo che cio` sia un avanzamento morale, perche` era ben previsto dai suoi padrini. Anzi, vi e` un nuovo pericolo: oramai conosciamo i trucchi e le insidie del precedente sistema, ma siamo impreparati di fronte a quelle inevitabilmente presenti in sistemi futuri, per quanto pensati in buona fede. Chissa`, forse l'istanza di rinnovamento ora nasce anche da quelle stesse forze che fruirono del sistema appena passato, e che ora vogliono ripetere l'operazione in vista di nuovi posti... Paradossalmente, oggi un giovane bravo potrebbe essere piu` tutelato nel sistema della Valutazione Comparativa : peggio del quale non si puo` fare, si diceva: ma io so che il genio italico puo` fare di peggio, sempre.
L'antico concorso nazionale aveva almeno il pregio di essere piu` visibile anche all'estero: le porcate si facevano lo stesso, ma non gratis. Con le Valutazioni Locali la situazione e` sfuggita completamente non solo al controllo, ma anche all'osservazione. Ancora oggi capita di vedere incedere, insigniti di nuovi titoli accademici, degli oggetti che si incontravano un tempo solo nei fumetti di Jacovitti.
Per di piu`, poiche` il sistema evitava il confronto diretto e globale fra i candidati, il fatto che decine e decine di candidati scadenti passassero avanti ai migliori non costitui` piu` neppure motivo di scandalo: partecipavano a concorsi diversi! (e in caso di imbarazzo si diceva: ho dovuto far vincere il candidato scadente, o non avrebbe poverino vinto piu`: invece quello bravo vincera` sicuramente alla prossima occasione). In conseguenza, la conoscenza della sede giusta dove inoltrare le domande era una informazione che valeva piu` di un lavoro su Annals of Mathematics per un matematico.
Infine, un sistema con piu` sperpero di tempo denaro e lavoro per commissari candidati e universita` io non lo so immaginare (eppure vedro` anche quello). Le occasioni delle Valutazioni Comparative erano tali per cui i giudizi su un candidato erano dati diverse volte, ma sempre rifatti da capo, e sempre in modo grossolano, perche` il tempo mancava e il lavoro necessario per una valutazione seria era sproporzionato. Cio`dava vento alle ali, e spazi liberi all'arte istrionica e al cinismo tutto italico del Commissario ("ma anche tu, col tuo bilancino da farmacista.." io mi sentii obiettare, volendo paragonare un candidato di primo livello con uno analfabeta).
Infine, cosa dire della invenzione della Idoneita`, per rabbonire momentaneamente in qualche modo i Gabbati : un pezzo di carta virtuale, con cui pulirsi virtualmente gli occhiali appannati dalle lagrime di amarezza.. una banconota piu` svalutata dei marchi della repubblica di Weimar. Come al solito un prestito dall'inglese, qui il termine "upgrade", sempre buono per evocare una correttezza anglosassone, sin dall'inizio tradiva la truffa.
Penso che la valutazione scientifica dei candidati vada fatta in modo separato dall'occasione della assegnazione dei posti, dove ci sono interessi particolari e locali, e vada fatta con un confronto globale fra tutti i candidati, aggiornata di frequente, senza la fretta dei concorsi. Soprattutto, le esigenze di Matematica sono diverse da quelle di Medicina o Economia, per cui mnoi dovremmo trovare spazio per i modi di valutazione adatti per i matematici.
Un giovane dottorando deve gia` vedere che lui e` per esempio il 729 nella lista nazionale, e se ambisce a un posto, deve sapere che dovra`scalare la graduatoria fino a raggiungere la fascia adeguata per la idoneita` a quel posto. Solo cosi` puo` organizzare il suo lavoro negli anni.
Io credo che ci dovrebbe essere una commissione stabile con membri italiani e stranieri, che si avvicendino negli anni, aggiornando una valutazione di tutti i candidati, senza la fretta e lo stress dei concorsi.
Ma il punto resta il problema del controllo della moralita`: grave, specialmente di questi tempi. Io confesso che non sono fiducioso. Commissionare le commissioni?
Un caro saluto, P.
"Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo." (Pier Paolo Pasolini, "Alla mia Nazione")
On Wed, 5 Nov 2008, Bruno Martelli wrote:
Vorrei solo dire che sono d'accordo con *tutti* i punti enunciati da Spagnolo. Se vogliamo veramente rinnovare l'universita' e curarne i mali, bisogna cambiare seriamente il metodo di reclutamento, che al momento produce continuamente fenomeni imbarazzanti (per usare un eufemismo).
Bruno Martelli
On Mon, 3 Nov 2008, Sergio Spagnolo wrote:
Cari colleghi, pur nelle divergenze di opinioni, a volte piu' di metodo che di sostanza, che caratterizzano l'attuale discussione sulla nostra università, mi sembra che vi siano alcuni punti sui quali quanti fra noi hanno a cuore la riqualificazione dei nostri atenei potrebbero trovarsi d'accordo. Proporrei di discuterne, e di presentare ai nostri governanti poche ma chiare richieste, lasciando per il momento da parte le modifiche piu' radicali (che pure andranno presto affrontate) come l'abolizione del valore legale delle lauree, le fondazioni di diritto privato, etc. etc.
Penso che le seguenti proposte potrebbero essere realizzate in un tempo ragionevolmente breve:
- Reclutamento dei professori.
Dobbiamo porre fine al piu' presto al nefasto sistema dei concorsi locali, che ha legittimato il provincialismo in cui versa attualmente la nostra università, dando rapida attuazione alla legge n. 230 del 2005. Tale legge prevede varie cose ragionevoli, fra cui: i) concorsi nazionali con un numero di idonei non troppo superiore a quello dei posti a concorso, ii) elezione di una lista nazionale di professori fra cui sorteggiare i commissari, con validita' biennale, iii) chiamata, con procedura di valutazione comparativa fra gli idonei, da parte delle universita' che hanno bandito i posti iv) possibilità per gli idonei non chiamati di accedere alla pubblica dirigenza con titolo legittimante.
- Concorsi di ricercatore.
Per arginare lo scandalo dei concorsi "truccati" o preconfezionati, si potrebbe cercare di ripristinare, con le dovute semplificazioni e correzioni, quelle proposte di Luciano Modica che prevedevano, accanto al giudizio della commissione locale, un giudizio di merito da parte di esperti di fama internazionale. Si dovrebbero poi semplificare drasticamente le procedure concorsuali, sia riguardo all'attuale sistema (bizantino e costoso) delle domande e dei relativi plichi dei lavori, sia riguardo alle prove d'esame. Quest'ultime potrebbero benissimo ridursi ad una seria ed approfondita discussione orale, da svolgersi anche alla presenza di docenti del Dipartimento esterni alla commissione. Si dovrebbe infine scoraggiare (in qualche modo) la partecipazione ai concorsi banditi dalla stessa sede in cui si e' conseguito il dottorato.
- Didattica.
Occorre riformare sostanzialmente il sistema del "3+2", cominciando col ridurre il numero dei corsi, e sopratutto quello degli esami e delle prove in itinere, in modo da lasciare agli studenti più spazio per lo studio e l'approfondimento individuali.
Cordiali saluti, Sergio Spagnolo
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Dipartimento di Matematica "L. Tonelli" Universita' di Pisa Largo Bruno Pontecorvo 5, I-56127 Pisa phone: + 050 2213 258 (office) + 050 552 142 (home) Fax + 050 2213 224
Confesso che sono stato molto piu' ingenuo di quanto scrive Pietro Majer: dopo il passaggio dal reclutamento "nazionale" a quello "locale" ho sperato che il malcostume sarebbe diminuito e da quanto ricordo non ero il solo.
Evidentemente mi ero sbagliato. Non vorrei pero' che dimenticassimo come anni fa eravamo nauseati dal vecchio sistema "nazionale", anche se poi ci siamo resi conto che non c'e' limite al peggio.
Concordo che il punto chiave di una riforma sull'universita' debba essere il meccanismo di reclutamento, ma non ne vedo uno a prova di malcostume. Ad esempio sono sicuro che quello proposto da Sergio Spagnolo dopo un po' verrebbe interpretato dicendo che tutti gli "idonei" devono essere reclutati nelle universita' e che il "numero di idonei non troppo superiore a quello dei posti a concorso" verrebbe gonfiato a dismisura.
Invece che cercare la formula magica e convincere i governanti ad adottarla credo che converrebbe che ci concentrassimo sui reclutamenti del nostro dipartimento: qualunque sia la legge approvata dovremo fare dei reclutamenti mirati ed evitare di lasciar andare via persone come Matteo Novaga.
Giuseppe Buttazzo
------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
La mia personale opinione e` che:
1. occorra ripristinare la corretta proporzione fra generali, marescialli e soldati (ovvero ordinari, associati e ricercatori), favorendo quindi le nuove assunzioni di giovani e limitando al minimo indispensabile gli upgradings;
2. occorra fare concorsi seri, naturalmente: l'unica proposta che mi sento di fare in materia per prevenire e limitare il malcostume, anche se non e` il massimo, e` quella del sorteggio integrale dei commissari;
3. occorra istituire un serio sistema di valutazione nazionale sia della ricerca, sia della didattica (abbandoni, lauree, tempi di studio, etc.): come farlo, non saprei bene.
Saluti
Paolo Acquistapace
Scusate, ma voi non trovate nulla di curioso nell'idea del sorteggio?
Il messaggio di questa proposta ministeriale e`: siamo cosi` intimamente e congenitamente corrotti che non si puo` formare una commissione imparziale se non attraverso il caso : ma per fortuna c'e` il rimedio del sorteggio : e` appropriato e caratteristico, nel paese di Pulcinella, del lotto e dell'oroscopo; avra` tutta la simpatia dei colleghi stranieri in visita turistico-scientifica.
Coll'ulteriore vantaggio che i candidati trombati potranno ora prendersela con la sorte avversa; e forse l'Universita` potra`anche fare qualche soldarello togliendo il malocchio a questo o a quello.
Infine, e` anche un metodo efficiente ed elegante per filtrare subito quella *piccola* minoranza di Commissari rompipalle che insistono a guastare il naturale svolgimento dei concorsi con idee obsolete e narcisiste.
E` proprio l'Italia che ho in mente, sezione universita` e ricerca!
Oioi, p
Pietro Majer wrote:
Scusate, ma voi non trovate nulla di curioso nell'idea del sorteggio?
Il messaggio di questa proposta ministeriale e`: siamo cosi` intimamente e congenitamente corrotti che non si puo` formare una commissione imparziale se non attraverso il caso : ma per fortuna c'e` il rimedio del sorteggio : e` appropriato e caratteristico, nel paese di Pulcinella, del lotto e dell'oroscopo; avra` tutta la simpatia dei colleghi stranieri in visita turistico-scientifica.
Coll'ulteriore vantaggio che i candidati trombati potranno ora prendersela con la sorte avversa; e forse l'Universita` potra`anche fare qualche soldarello togliendo il malocchio a questo o a quello.
Infine, e` anche un metodo efficiente ed elegante per filtrare subito quella *piccola* minoranza di Commissari rompipalle che insistono a guastare il naturale svolgimento dei concorsi con idee obsolete e narcisiste.
"filtrare" in che modo? che significa? francamente non ho capito.... Rita
E` proprio l'Italia che ho in mente, sezione universita` e ricerca!
Oioi, p
Al contrario di Majer, credo che in materia di concorsi abbia ragione da vendere chi propone il sorteggio integrale: viene sorteggiata la commissione che a, sua volta, sorteggia i vincitori G.Puglisi
Quando (nel 1975 e nella mandata successiva) ci sono state le commissioni di concorso designate per sorteggio, abbiamo avuto il peggio del peggio nei concorsi. I sorteggiati, avendo "vinto la lotteria", hanno colto l'occasione di far passare i loro protetti: ora o mai piu'.
Era per certi versi peggio della nuova proposta, in quanto 5 commissarii avevano 10 vincitori da gestire: due a testa, e la maggior parte delle commissioni hanno usato precisamente questo metodo. Alcuni "miracolati" che non sarebbero mai stati eletti in una commissione per palese indegnita' ne hanno approfittato: difficilmente una commissione ha defraudato i vincitori della loro quota del premio. Ma almeno non c'era il "membro interno" ad assicurare che il concorso non fosse gia' deciso in precedenza.
Il sorteggio fra i votati (che pare sara' proposto per emendamento) ha talvolta funzionato meglio, ma anche con quello ha spesso funzionalo l'effetto lotteria.
Pero' anche il metodo pre-1975 aveva i suoi difetti: con 5 commissari eletti e 3 vincitori favoriva l'aggregarsi di 3 commissari che controllavano la commissione spartendosi la torta. Ma va detto che spesso le commissioni hanno operato con coscienza. E' stata l'introduzione del sorteggio a far impazzire il sistema.
A scanso di equivoci, io ho vinto il concorso nel 1975.
Trovo curioso che il decreto attuativo sia da emanare prima dell'approvazione del decreto. Ossia, decretiamo, poi vi diremo cosa c'e' dentro. Che anche per il governo non sarebbe meglio il sorteggio?
Carlo Traverso
Concordo con quanto dice Giuseppe: non e' chiaro se sia meglio la dimensione 'locale' o 'nazionale'. Se non ricordo male si passo' ai concorsi locali in seguito alla constatazione che i concorsi per ricercatore funzionavano meglio del concorsone nazionale per le fasce superiori.
Probabilmente il baco principale stava nell'idoneita' multipla (graduatorie sovrabbondanti): gia' eliminare questo elemento sarebbe un bel passo avanti (e forse si puo' fare subito).
Riguardo al sorteggio: non e' -in principio- una cattiva idea; tra l'altro riscuote un certo consenso bipartisan. Sarebbe comunque saggio restringere i sorteggiabili ponendo una soglia sull'attivita' scientifica dei commissari, come proposto da Modica e Garavaglia http://intranews.sns.it/intranews/20081105/SIP3004.PDF
Saluti, c.c.
On Fri, 7 Nov 2008, buttazzo@dm.unipi.it wrote:
Confesso che sono stato molto piu' ingenuo di quanto scrive Pietro Majer: dopo il passaggio dal reclutamento "nazionale" a quello "locale" ho sperato che il malcostume sarebbe diminuito e da quanto ricordo non ero il solo.
Evidentemente mi ero sbagliato. Non vorrei pero' che dimenticassimo come anni fa eravamo nauseati dal vecchio sistema "nazionale", anche se poi ci siamo resi conto che non c'e' limite al peggio.
Concordo che il punto chiave di una riforma sull'universita' debba essere il meccanismo di reclutamento, ma non ne vedo uno a prova di malcostume. Ad esempio sono sicuro che quello proposto da Sergio Spagnolo dopo un po' verrebbe interpretato dicendo che tutti gli "idonei" devono essere reclutati nelle universita' e che il "numero di idonei non troppo superiore a quello dei posti a concorso" verrebbe gonfiato a dismisura. [...]
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