-------------------------- Messaggio originale --------------------------- Oggetto: da prof. Mura: "Sulla programmazione didattica ..." Da: "Sonia Raglianti" raglianti@smfn.unipi.it Data: Lun, 12 Luglio 2010 1:28 pm A: notiziario_smfn@smfn.unipi.it --------------------------------------------------------------------------
Ai Ricercatori della Facoltà di Scienze
e per conoscenza
a tutti i membri della Facoltà.
Cari colleghi,
dopo la presa d'atto e la piena adesione da parte del Consiglio di Facoltà della protesta che molti di voi stanno portando avanti per difendere la propria dignità di co-artefici della qualità dell'azione didattica della nostra Istituzione, mi rivolgo a voi tutti per poter affrontare al meglio questa situazione di criticità che investe le nostre attività istituzionali.
Nell'ultima riunione del Senato Accademico che pure ha approvato una mozione di supporto alla protesta che ricercatori e docenti stanno attuando, c'è stato il rifiuto del Rettore a voler definire una strategia complessiva di ateneo per gestire la situazione connessa alla mancata approvazione della programmazione didattica che pur si è verificata nella stragrande maggioranza delle Facoltà dell'Ateneo. Insieme alla mancata approvazione della programmazione, il Consiglio della nostra facoltà ha paventato il rischio, perdurando la situazione di indisponibilità dei ricercatori e docenti ad assumere l'incarico di corsi non obbligatori per legge, di non poter garantire l'offerta didattica e di vedere quindi a rischio le immatricolazioni; una dolorosa evenienza che né i docenti né i ricercatori di questa facoltà auspicano ma che il senso di protezione nei confronti degli studenti già iscritti ai nostri corsi impone di valutare. Una eventualità che mi auguro possa essere sventata, che nasce dalla insostenibile costrizione finanziaria e di modello imposti dalle scellerate scelte che chi ci governa ha fatto e continua a fare per (o contro) l'Università pubblica del nostro Paese. Così, nonostante il diffuso stato di agitazione, nessuna disposizione di ateneo è annunciata per avvisare gli immatricolandi dei problemi che l'Ateneo pisano sta vivendo e quindi nulla osterà all'apertura delle immatricolazioni il prossimo 26 luglio (al riguardo vi invito alla lettura "fino all'ultimo rigo" della lettera del 9.7.2010 dell'Interconferenza dei Presidi ai Ricercatori - allegata).
L'offerta didattica del nostro Ateneo, aldilà delle dichiarazioni di principio, si presenta quindi nella sostanza all'opinione pubblica come se la presa di posizione dei ricercatori e di molti docenti non esistesse. La ostinata disattenzione al problema di chi sta governando l'ateneo porterà quindi a stipulare con gli studenti che si immatricoleranno un contratto che andrà comunque onorato e saranno le singole Facoltà nella figura dei loro Presidi che, pur avendo denunciato per tempo il problema, se ne dovranno far carico. A questo riguardo denuncio con indignazione l'atteggiamento a dir poco irriguardoso che il Rettore ha mostrato nei confronti di una legittima delibera della Facoltà, quella del rinvio della programmazione appunto, additata, in piena seduta del Senato, sulla base di informazioni che il Magnifico ha dichiarato di avere personalmente avuto da nostri colleghi, di non rappresentare il vero stato di criticità dei nostri Corsi di Studio. Pur consapevole che non tutti i Corsi versano nelle stesse condizioni di "indigenza", questo modo di procedere non solo ha messo a disagio la persona del Preside della Facoltà ma ridicolizza di fatto ciò che il Consiglio, nella piena consapevolezza della gravità della situazione, ha ritenuto di dover esprimere. Un atto che a parere di chi scrive, non è altro che l'ennesimo e finora ben riuscito tentativo di minimizzare i reali problemi in cui l'ateneo pisano versa e che, apparentemente, è bene non escano fuori dalle mura domestiche in tutta la loro drammatica criticità. E' evidente che a dispetto del dichiarato sostegno a parole alla causa specifica dei Ricercatori, anche dello stesso Rettore, un tale atteggiamento pubblico mortifica la giusta protesta svilendola anziché esaltarla. Non ho la più pallida idea del contesto in cui il Magnifico abbia acquisito, nella sue personali indagini, informazioni che gli hanno consentito di confutare il contenuto di una delibera della Facoltà; quello che so per certo, invece, è che neil nostri Consigli il dissenso e la diversità di vedute non sono mai stati lasciati fuori dalla porta ed è preferibile, se non doveroso, che essi si manifestino nelle sedute di Facoltà, anche perché forieri di argomenti utili alla discussione e alle deliberazioni, piuttosto che nei colloqui privati.
Svanita quindi la speranza di molti, di una azione di Ateneo la cui incisività sul Governo e sull'opinione pubblica avrebbe avuto un ben diverso impatto rispetto alle risoluzioni che le singole Facoltà potranno autonomamente adottare, è mio obbligo ricordarvi che è dovere istituzionale del Preside perseguire comunque la definizione di una programmazione didattica.
Sono più che mai personalmente convinto della giustezza della protesta nonché della importanza di manifestarla a chi ci governa e continuerò a sostenerla in tutti i modi che il mio "sciagurato" ruolo mi consente, sempre nell'auspicio che vengano a cadere o adeguatamente a mitigarsi le condizioni che l'hanno generata. Ritengo quindi, di poter esigere chiarezza e trasparenza da parte di tutti voi, e qui mi rivolgo a tutti i membri della facoltà, che so essere interessati alla salute della nostra istituzione e alla dignità di chi in essa opera.
Al momento e con lo scopo di acquisire i necessari strumenti per procedere ad assolvere ai miei doveri istituzionali, rendo noto che provvederò a chiedere a tutti i docenti i cui affidamenti nelle avanzate proposte di programmazione superino le 120 ore, la esplicita disponibilità a tenere i corsi loro assegnati. Inoltre, dal momento che diversi Ricercatori, peraltro legittimamente, non hanno palesemente espresso la loro posizione nei confronti della protesta, sarò costretto a chiedere a tutti i Ricercatori i cui nominativi compaiono nelle proposte di programmazione pervenute dai Corsi di Studio, la esplicita disponibilità a tenere i corsi loro assegnati. Infine dovrò acquisire la disponibilità o la indisponibilità dei docenti della nostra Facoltà a farsi carico, qualora esigenze di programmazione lo impongano, di corsi aggiuntivi oltre le 120 ore di didattica frontale.
Una indagine a questo punto improcrastinabile per delineare un quadro di criticità della situazione sulla cui gravità non ho dubbi come non ha avuto dubbi il Consiglio, ma che evidentemente potrebbe essere percepita a livello personale in modo diverso.
Umberto Mura
Preside della Facoltà
P.S.
Leggo ora il documento della CRUI votato all'unanimità dall'Assemblea Generale l'8 luglio u.s. nel quale alla pressante quasi accorata richiesta di accelerare l'iter di approvazione del disegno di legge Gelmini fa riscontro a onor del vero una, in parte condivisibile, lista di miglioramenti che vengono suggeriti.
In relazione ai nostri problemi contingenti di programmazione didattica, mi ha colpito il passaggio con cui la CRUI rende edotto il Ministro che " . ........ va affrontata anche la situazione che si sta determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a repentaglio l'attivazione di interi corsi di studio". No comments.
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Da: Mura Umberto [mailto:umura@biologia.unipi.it] Inviato: domenica 11 luglio 2010 11.52 A: umura Oggetto: ricercatori