Carissimi,
abbiamo piu' volte detto che i membri di una commissione devono essere responsabili delle decisioni che prendono, e stavo cercando di elaborare un modo per ottenere questo risultato.
Mi e' venuta in mente questa idea, che vi giro per sapere il vostro parere, e capire se ha senso o se e' una stupidaggine:
Se un vincitore non passa un giudizio di conferma, allora i membri della commissione che gli ha fatto vincere il concorso (con l'esclusione di eventuali membri che hanno presentato una relazione di minoranza) sono esclusi da qualsiasi commissione di concorso e di conferma per i 3 anni successivi.
Ovviamente questo presuppone che il giudizio di conferma sia un poco piu' serio di adesso, che le commissioni di conferma siano costituite in modo piu' trasparente dell'attuale (ora sono nominate dal CUN), che una persona che e' stata in una commissione di concorso nell'anno x non puo' essere nella commissione di conferma nell'anno x+3, e (a occhio) che le commissioni di conferma cambino di anno in anno.
Ha senso o non sta in piedi?
Ciao e grazie, Marco
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Marco Abate Tel: +39/050/2213.230 Dipartimento di Matematica Fax: +39/050/2213.224 Universita' di Pisa Largo Pontecorvo 5 E-mail: abate@dm.unipi.it 56127 Pisa Italy Web: www.dm.unipi.it/~abate/
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Potrebbe benissimo stare in piedi, ma come sempre (siamo o no dei matematici?) ci sono dei casi contradditori. Gente che cade sulla via di Damasco. Ricordo un normalista che aveva finito gli esami al terzo anno, ando` a Parigi per anno e... si e` laureato molti anni dopo dopo aver cambiato 6 tesi e 4 relatori. Tuttavia una penalita` per chi sbaglia ci vuole anche se lo sbaglio era inevitabile. Sono sostanzialmente d'accordo Francesca Acquistapace
On Thu, 13 Nov 2008, Marco Abate wrote:
Carissimi,
abbiamo piu' volte detto che i membri di una commissione devono essere responsabili delle decisioni che prendono, e stavo cercando di elaborare un modo per ottenere questo risultato.
Mi e' venuta in mente questa idea, che vi giro per sapere il vostro parere, e capire se ha senso o se e' una stupidaggine:
Se un vincitore non passa un giudizio di conferma, allora i membri della commissione che gli ha fatto vincere il concorso (con l'esclusione di eventuali membri che hanno presentato una relazione di minoranza) sono esclusi da qualsiasi commissione di concorso e di conferma per i 3 anni successivi.
Ovviamente questo presuppone che il giudizio di conferma sia un poco piu' serio di adesso, che le commissioni di conferma siano costituite in modo piu' trasparente dell'attuale (ora sono nominate dal CUN), che una persona che e' stata in una commissione di concorso nell'anno x non puo' essere nella commissione di conferma nell'anno x+3, e (a occhio) che le commissioni di conferma cambino di anno in anno.
Ha senso o non sta in piedi?
Ciao e grazie, Marco
Marco Abate Tel: +39/050/2213.230 Dipartimento di Matematica Fax: +39/050/2213.224 Universita' di Pisa Largo Pontecorvo 5 E-mail: abate@dm.unipi.it 56127 Pisa Italy Web: www.dm.unipi.it/~abate/
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Ringrazio Sergio Spagnolo per aver iniziato questa discussione, e tutti gli altri per questo importante scambio di opinioni. Condivido la gran parte delle proposte "concrete" che sono state avanzate nei vari messaggi, e credo che sarebbero sicuramente molto utili come rimedi di urgenza alla brutta situazione dei concorsi.
Penso pero' che dovremmo anche discutere il disegno generale di una vera riforma. Scrivo qua sotto qualche mia considerazione. Certamente non ho molta esperienza in queste cose, e quindi sarei ben contento di ricevere vostri commenti, per cercare di farmi un'idea piu' precisa.
Personalmente ritengo che - a regime - dovrebbero essere i Dipartimenti ad avere la responsabilita' di scegliere chi assumere (magari all'interno di una lista nazionale di idonei che non escluda ricercatori stranieri). Per contro, diversamente da quanto e' accaduto fino ad ora, i Dipartimenti dovrebbero davvero "pagare il conto" nel caso di scelte sbagliate. Secondo me, questa e' l'unica vera condizione perche' le cose cambino. Il problema, naturalmente, e' come creare le condizioni perche' cio' accada.
L'esperienza degli ultimi decenni dimostra che anche i piu' dettagliati e fantasiosi regolamenti non bastano (a noi italiani) per garantire livelli di decenza nei concorsi. Una proposta "concreta" potrebbe essere questa: accettare che una quota MOLTO rilevante dei finanziamenti statali o di Ateneo dipenda da un ranking scientifico/didattico del Dipartimento. L'assunzione di persone poco valide (sia scientificamente che didatticamente) sarebbe frenata, semplicemente perche' finirebbe per danneggiare tutti.
Per "ranking scientifico/didattico" intendo qui un numero da calcolarsi in modo automatico a partire da indicatori prefissati. Condivido in pieno le perplessita' di applicare un tale metodo automatico per la valutazione di un singolo ricercatore; tuttavia, penso sia possibile trovare degli indicatori che, quando applicati ad un intero dipartimento, siano ragionevolmente attendibili. La scelta di questi indicatori e' naturalmente molto delicata, e su questo e' davvero importante concentrare la nostra discussione (come del resto sta gia' avvenendo in molti degli ultimi messaggi).
Concludo infine con un commento sui concorsi da ricercatore con i quali ho avuto - mio malgrado - una lunga esperienza come candidato (e una volta anche come commissario). La loro attuale struttura mi sembra talmente bizantina e dispendiosa da risultare difficilmente difendibile. Io non sono mai riuscito a spiegare a colleghi stranieri l'intera procedura tema/esercizi/colloquio, inclusa la questione delle "linguette" sulle buste, senza suscitare - nel migliore dei casi - ilarita'. Paradossalmente, la complessita' della procedura puo' addirittura essere usata per deresponsabilizzare le Commissioni: "non siamo noi che abbiamo scelto il tale candidato, ma e' stato il risultato delle prove" (e una commissione in cattiva fede, sa bene come "confezionare" prove e punteggi).
Tranne pochi casi eccezionali, supporrei che un candidato ricercatore abbia gia' alle spalle una tesi di dottorato, almeno 2-3 lavori pubblicati, e spesso anche attivita' post-dottorato. Con queste premesse, direi che una commissione possa prima stilare una "short list" con i pochi candidati che ritiene piu' qualificati, e poi richiedere un paio di referaggi ad esperti esteri. A questo punto, un approfondito colloquio orale (eventualmente sotto forma di seminario in cui illustrare la propria ricerca) dovrebbe essere sufficiente per completare la valutazione. Vedrei il ruolo di ricercatore come una specie di "tenure-track" della durata di 5 anni (in casi eccezionali prolungabile di un paio d'anni). Al termine, ci sarebbe la procedura di conferma che - in caso di esito positivo - potrebbe (dovrebbe?) portare alla qualifica di professore associato. Chi non fosse confermato (per gravi, precisi e documentati motivi non immaginabili al momento della selezione) dovrebbe comunque avere titoli preferenziali per essere assunto altrove nella pubblica amministrazione.
Cordialmente, Mauro Di Nasso
------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
"Marco" == Marco Abate abate@dm.unipi.it writes:
Marco> Carissimi,
Marco> abbiamo piu' volte detto che i membri di una commissione Marco> devono essere responsabili delle decisioni che prendono, e Marco> stavo cercando di elaborare un modo per ottenere questo Marco> risultato.
Marco> Mi e' venuta in mente questa idea, che vi giro per sapere Marco> il vostro parere, e capire se ha senso o se e' una Marco> stupidaggine:
Marco> Se un vincitore non passa un giudizio di conferma, allora i Marco> membri della commissione che gli ha fatto vincere il Marco> concorso (con l'esclusione di eventuali membri che hanno Marco> presentato una relazione di minoranza) sono esclusi da Marco> qualsiasi commissione di concorso e di conferma per i 3 Marco> anni successivi.
Marco> Ovviamente questo presuppone che il giudizio di conferma Marco> sia un poco piu' serio di adesso, che le commissioni di Marco> conferma siano costituite in modo piu' trasparente Marco> dell'attuale (ora sono nominate dal CUN), che una persona Marco> che e' stata in una commissione di concorso nell'anno x non Marco> puo' essere nella commissione di conferma nell'anno x+3, e Marco> (a occhio) che le commissioni di conferma cambino di anno Marco> in anno.
A me sembra che non stia in piedi. Una commissione che non conferma un ordinario e' una rarita', dovendo non solo far decadere un ordinario ma anche censurare una commissione di colleghi, quante e quali commissioni di conferma avrebbero il fegato di farlo? Solo una commissione estremamente corrotta che voglia vendicarsi dei colleghi della commissione precedente che gli avessero fatto uno sgarbo sanguinoso, ad esempio bocciare (giustamente) un protetto.
Se siamo in grado di fare delle commissioni incorruttibili e draconiane per le conferme, siamo anche in grado di farle per i concorsi.
Io credo che l'unica soluzione ragionevole siano le commissioni internazionali. Io ho fatto parte di una commissione finlandese, quindi non e' affatto inaudito. La commissione doveva fare una relazione sui candidati (che erano stati precedentemente filtrati da una commissione locale) e i singoli commissari dovevano fare una graduatoria motivata; sulla base delle graduatorie la facolta' ha poi scelto il vincitore. La commissione era di tre persone, un finlandese e due stranieri.
Carlo
La cosa e' molto delicata. Puo' accadere che un bravo vincitore per ragioni sue sta fermo per tre anni e produce poco o niente e la commisione di conferma lo boccia. In questo caso la commissione di concorso ha lavorato bene e la responsabilita' della non conferma e' tutta del candidato.
Dario
Sono d'accordo con Dario Bini. Un po' difficile bocciare una commissione che ha lavorato seriamente e ha preso tutta la responsabilita' che comporta e poi per un motivo o l'altro il vincitore non e' riuscito produrre i risultati sperati. Quindi come dice Bini la questione e' molto delicata.
Murthy
On Fri, 14 Nov 2008, Dario Bini wrote:
La cosa e' molto delicata. Puo' accadere che un bravo vincitore per ragioni sue sta fermo per tre anni e produce poco o niente e la commisione di conferma lo boccia. In questo caso la commissione di concorso ha lavorato bene e la responsabilita' della non conferma e' tutta del candidato.
Dario