Carissimi, il teorema a cui facevo riferimento è un teorema di Sinai (la referenza non l'ho con me, è in un libretto sui sistemi elettorali scritto da Sinai che ho in ufficio), e non dice che non ci sono paradossi; certo che ci sono, in qualunque processo elettorale in cui bisogna scegliere una persona fra più di due ci sono paradossi. Quello che dice il teorema è che se c'è una combinazione di voti che produce un paradosso con questo sistema di votazione, allora per qualsiasi altro sistema c'è una combinazione di voti che produce quel paradosso; mentre in altri sistemi ci possono essere paradossi che non possono accadere con questo sistema [ovviamente questo richiede una definizione di "sistema elettorale" e di "paradosso", per le quali vi rimando al libro di Sinai...].
Anyway, quello che è accaduto nelle votazioni che abbiamo fatto con questo metodo è che hanno portato a risultati che sono stati considerati accettabili dalla maggioranza dei votanti, che è l'obiettivo da ottenere --- e qualunque metodo che ottenga questo obiettivo per quel che mi riguarda va benissimo.
Ciao, Marco
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Il giorno 07 dic 2015, alle ore 18:29, majer@dm.unipi.it ha scritto:
Carissimo Marco,
l'obiezione al metodo che proponi però è che assume che le preferenze di ciascun votante siano equidistanziate fra loro (cioè che ognuno dei votanti anteponga la sua prima scelta alla seconda di tanto quanto anteponga la seconda alla terza). Il risultato dipende abbastanza da questa assunzione arbitraria, per cui la complicazione non sembra aggiungere precisione alla descrizione.
Il metodo sarebbe più preciso togliendo questo vincolo arbitrario e lasciando ognuno libero di votare con una sua combinazione convessa di pesi ai tre nomi per esprimere le sue preferenze: ma allora, visto che l'output deve essere un nome secco, ognuno la concentrerebbe sul suo candidato preferito (teorema anche questo), cioè semplicemente voterebbe per l'output che gli piacerebbe vedere.
Votare terne ordinate lo vedrei bene se dovessimo eleggere una terna ordinata (come altre volte in passato), ma non tanto ora.
Ora vedrei meglio un metodo standard:
ogni membro vota un candidato; in caso di ex-aequo si fa uno spareggio.
Oppure anche, come proposto da Ferruccio Colombini:
Due tornate, la prima per ridursi a due nomi, e in ciascuna ogni elettore vota un solo nome.
P.
Carissimi,
sfortunatamente mercoledi’ io non ci saro’ per cui non potrò partecipare al voto.
Devo dire che anch’io, come Carlo, avrei preferito che la commissione di Analisi esprimesse una preferenza fra i due candidati di Analisi, in quanto sicuramente e’ quella scientificamente meglio deputata a farlo; ma se, per qualsiasi motivo, la commissione non e’ in grado di esprimere una scelta convinta, chiaramente si vota in dipartimento.
In tal caso suggerirei di votare come abbiamo fatto negli ultimi anni, cioè in un unico turno in cui ogni votante esprime una graduatoria (con 3 punti al primo, 2 punti al secondo, 1 punto al terzo). Questo risulta essere il modo di votazione che meglio riassume le intenzioni dell’intero elettorato (dove “meglio riassume” significa: qualsiasi paradosso si possa ottenere con questo metodo lo si ottiene anche con qualsiasi altro metodo, e gli altri metodi hanno paradossi che questo metodo non ha — e’ questo che ho appena enunciato e’ un teorema…), ha funzionato ragionevolmente bene quando abbiamo fatto le graduatorie per i posti da ricercatore e da associato, ed e’ più coerente con l’idea che stiamo confrontando le persone e non Analisi con Probabilità.
Ciao, Marco