Ciao a tutti, in linea di massima sono d'accordo con Roberto (in particolare, vorrei tornare a fare didattica l'anno prossimo), ma ci tengo a sottolineare che la mia posizione sara' quella della maggioranza, dove per maggioranza intendo la maggioranza piu' ampia possibile: (non credo ma) se ci sara' una posizione nazionale dei ricercatori, mi adeguero' a quella, altrimenti a quella di ateneo, o di facolta', o del dipartimento.
Sandro
On Wed, 9 Mar 2011, frigerio@dm.unipi.it wrote:
Cari colleghi,
in queste settimane ho riflettuto su quanta e quale disponibilità vorrei offrire alla didattica per l'anno prossimo, ed in linea di massima penso di mettere a disposizione 60 ore di insegnamento (possibilmente qualificate, almeno in parte).
Registrata l'insensibilità del governo sui temi che hanno animato la protesta dei mesi scorsi, ho ritenuto opportuno mantenere la mia indisponibilità per l'anno accademico in corso (rinunciando nel secondo semestre alla titolarità di un corso specialistico). Tuttavia, la mia impressione è che la mobilitazione dei ricercatori abbia ora prevalentemente (a DDL Gelmini e finanziaria approvati) degli obiettivi di categoria, e credo che l'astensione dalla didattica non sia necessariamente funzionale alla valorizzazione del nostro ruolo attuale, né alla creazione di aspettative di carriera adeguate.
Di seguito ho scritto alcune considerazioni sia sulla stesura dei regolamenti, sia sull'attività didattica dei ricercatori in generale.
Non credo che sia possibile scrivere regolamenti che impongano ai ricercatori compiti che la legge non impone, per cui mi sembra improbabile che i regolamenti futuri possano imporre un "minimo" (lo stesso preside Rossi mi è sembrato molto refrattario a mettere nero su bianco delle regole che, imponendo qualcosa cui i ricercatori non siano tenuti per legge, possano essere impugnate). Per quanto riguarda l'impegno "massimo", potrebbe avere senso abbassarlo da 90 a 60 (o a 72 o 78, a seconda di quante ore valgano i corsi "a cavallo" tra laurea di primo livello e magistrale), e chiarire quanto lasca possa essere la regolamentzione delle deroghe. In principio, io sarei contrario al fatto che si possano dare molte deroghe (ciò equivarrebbe di fatto a neutralizzare il tetto massimo, rendendo possibili fenomeni a mio avviso negativi di sfruttamento da un lato e di carriere fondate più sulla fedeltà che sul merito dall'altro). Si potrebbe anche menzionare il fatto che, essendo l'attività didattica frontale dei ricercatori "volontaria", ha senso che essa sia qualificata, almeno in parte. Un tale orientamento potrebbe però naturalmente aprire dei contenziosi con professori associati e ordinari (che, in linea di massima, potrebbero non ritenere sensato fare esercitazioni lasciando i corsi specialistici ai ricercatori). Inoltre, non è facile motivare un punto del genere sulla base della legge. Insomma, quest'ultima cosa mi sembra delicata, credo che sia difficile inserire nei regolamenti qualcosa che sia più che orientativo, e l'opportunità di combattere una battaglia per inserirlo va valutata con attenzione (al momento non ho idee chiare in proposito). Comunque, le mie considerazioni sono calibrate sulla nostra situazione a matematica, nei mesi scorsi mi sono reso conto che realtà diverse dell'ateneo manifestano esigenze molto diverse, per cui potrebbe non essere facile giungere a proposte unitarie... ho peraltro l'impressione che proposte che sarebbero molto gradite in ambienti dove i ricercatori se la passano piuttosto male potrebbero essere quasi un passo indietro in ambienti meno gerarchici.
Questo per quel che riguarda i regolamenti. Per quanto riguarda l'opportunità di fare didattica, non so se per il futuro abbia senso che la mobilitazione dei ricercatori sfrutti l'astensione dalla didattica come strumento per perseguire i propri obiettivi. Oltre ai chiari pro dell'astensione o della forte limitazione dei nostri compiti didattici (per esempio: avere più tempo da dedicare alla ricerca) mi sembra di individuare dei contro: per esempio, enfatizzare molto che siamo tenuti a fare poco può essere un'arma a doppio taglio, e anche il fatto che l'offerta didattica sia impoverita danneggia, oltre che gli studenti, anche la vitalità delle attività "a cavallo" tra la didattica e la ricerca (negli scorsi anni, dottorandi e laureandi molto capaci e interessati avevano contribuito all'attività seminariale del mio gruppo di ricerca, attività che quest'anno stenta a decollare). C'è poi il fatto che sembra molto probabile che nella valutazione a livello locale siano inserite voci che riguardano la didattica.
Un'ultima osservazione sulla retibuzione dei corsi. Pare che sia il Direttore Amministrativo sia il preside (in un'intervista sul Tirreno) si siano già dichiarati esplicitamente contro la retribuzione dei corsi tenuti dai ricerfcatori universitari. Rossi è stato esplicito nel dire che i ricercatori non sono tenuti a fare corsi, che non pensa di retribuire i ricercatori che li terranno, e che le programmazioni future si faranno con le forze che si hanno a disposizione (io interpreterei così: al limite, la proposta didattica sarà impoverita). Dunque, non credo che la battaglia per la retribuzione dei corsi abbia grandi speranze... Ovviamente ci si può provare (e forse si deve, per continuare a marcare la nostra "differenza" rispetto ai professori), ma non avrei intenzione di vincolare la mia disponibilità reale alla retribuzione.
A presto,
Roberto
Buongiorno a tutti,
come forse saprete/ricorderete giovedi' ci riuniremo con alcuni
ricercatori di scienze (dovremmo essere uno per dipartimento almeno) per parlare delle tematiche relative alla didattica dei ricercatori in vista dei nuovi regolamenti.
Si parlera' quindi di didattica minima, massima, docenze gratuite,
retribuzione oraria extra per le lezioni - come effettivamente pare stia accadendo in altre universita'. Mi piacerebbe sentire vostre idee, intenzioni, commenti, suggerimenti, domande a proposito, soprattutto per capire quale possa essere il nostro
"baricentro a matematica.
Ciao e grazie, Enrico Sbarra
Ricercatori mailing list Ricercatori@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/ricercatori
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