Nella nostra riunione di giovedi' scorso non abbiamo parlato di astensione dalla didattica. Abbiamo parlato di quanto scritto nella legge. E per quanto si sia in attesa dei decreti attuativi, nella nuova legge sugli obblighi didattici dei ricercatori ci sono due parti da tenere in considerazione:

- una prima parte copia-incollata dalla legge precedente, ove NON si stabiliscono limiti minimi per la didattica, che rimane consensuale e si stabilisce il solito massimo "fino a 350 ore" per la didattica integrativa, che si distingue da quella "vera e propria" in quanto tutto cio' a cui sono attaccati crediti formativi NON puo' essere considerata didattica integrativa, come corsi ed esercitazioni.

- una seconda parte nuova che prevede per la prima volta la retribuzione dei ricercatori per la didattica vera e propria, che e' anche quella che davvero interessa ai vertici. Visto che e' la legge stessa che prevede la retribuzione il non provare neanche ad ottenere qualche forma di retribuzione e' semplicemente un autogol.

Cordiali saluti,
Enrico Sbarra



On 03/13/2011 06:39 PM, tarsia@mail.dm.unipi.it wrote:
Personalmente continuo ad essere contrario all'astensione dall'attivita'
didattica in quanto contribuisce a peggiorare la qualita' del sistema
Universita': un aiuto all'opera del governo di distruzione dell'istruzione
pubblica. Ma questa e' solo la mia opinione e io conto per uno.
In aggiunta al messaggio di Valentino,
 penso che si debba leggere con attenzione l'articolo 6 della famigerata
riforma Gelmini (in allegato). Non e' ben chiaro se e quando ci saranno i
decreti attuativi, pero' la questione degli obblighi didattici e degli
incarichi retribuiti e' esposta in maniera chiara.

Antonio Tarsia.








  
giro la email a chi non è iscritto alla lista di scienze
V.
-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: [rice-scienze] resoconto riunione su didattica dei ricercatori
Da:      "Nadia Pisanti" <pisanti@di.unipi.it>
Data:    Ven, 11 Marzo 2011 9:34 am
A:       ricesci@googlegroups.com
Cc:      "ricercatori@di.unipi.it" <ricercatori@di.unipi.it>
--------------------------------------------------------------------------

Cari tutti
ieri si e' tenuta la riunione (di cui sapevano almeno tutti gli iscritti
a ricesci) dei ricercatori di scienze sui nostri compiti didattici.
Tento di fare un resoconto che, perdonatemi, seppur sintetico, non ha
modo di essere breve.

Erano rappresentati tutti i dipartimenti tranne chimica e biologia (che
ha inviato un mail sostitutivo).

Abbiamo per lo piu' discusso a braccio mettendo insieme e interpretando
varie informazioni (la legge gelmini, i tempi *stretti* entro cui i
regolamenti che ci riguardano cambieranno, una breve ricognizione delle
diverse realta' dei corsi di studio, come si stanno muovendo in altre
facolta' tipo ingegneria, eccetera) che non posso elencare
esaustivamente senza fare una mail kilometrica; semmai chiedete a chi
c'era (enrico sbarra e valentino magnani per MAT, io e roberto bruni e
giancarlo bigi per INF, simone capaccioli per FIS, giacomo d'amato per
GEO).

Ci siamo fatti un'idea di un possibile terreno comune di esigenze,
problemi, e auspici, ma abbiamo bisogno di fare una ricognizione nei
dipartimenti per avere riscontri, e chiediamo la vostra collaborazione.

La questione saliente e', in estremissima sintesi, che a breve le linee
guida che stabiliscono che noi non possiamo fare piu' di 90 ore di
didattica frontale saranno sotituite da un regolamento di ateneo su
questa materia; la riscrittura delle regole dovr� essere fatta alla luce
del DDL gelmini che pone molti paletti ma anche apre esplicitamente al
fatto che la nostra didattica andrebbe pagata: "ciascuna universita',
nei limiti delle disponibilita' di bilancio e sulla base di criteri
stabiliti con il proprio regolamento, determina la retribuzione
aggiuntiva dei ricercatori di ruolo ai quali, con il loro consenso, sono
affidati moduli o corsi curriculari".

Ora, abbiamo convenuto che, sebbene gli attuali chiari di luna ci
facciano poco illudere sulle suddette disponibilita' di bilancio, visto
che il regolamento che stabilisce se e quanto ci pagano si scrive a
breve, e visto che la legge suggerisce che noi si debba essere pagati,
sarebbe da bischeri non avanzare alcuna pretesa a riguardo. Notate che
una remunerazione avrebbe vari positivi effetti collaterali, oltre a
quello di eventualmente rimpinguare la busta paga; esemplificando
rozzamente in due punti: (i) uno che didattica non la vuole fare perche'
preferisce fre ricerca a tempo pieno non puo' essere vessato perche' ha
gia' pagato non prendendo soldi, (ii) uno che fa un sacco di didattica
non puo' giocare questa carta per fare carriera a scapito di chi ha
maggiori meriti scientifici perche' ha gia' beneficiato incassando soldi.

Siamo coscienti che l'ateneo non avrebbe possibilita' di pagare tutta la
nostra didattica, pero' non e' impensabile pretendere che oltre una
certa soglia (ed entro un'altra) questo debba accadere. Tenuto conto che
un corso pagato costa circa 3-4K euri, assumendo (per difetto) che noi
si tenga un corso e mezzo a testa e che siamo 600, allo stato attuale
noi facciamo risparmiare all'ateneo circa (600 \times 4K \times 1.5)
ovvero oltre 3.5 milioni di euro all'anno. Poiche' l'ateneo di corsi a
pagamenti li da' eccome, perche' non pretendere che ne dia un po' anche
a noi?
Di qui l'unica decisione operativa che abbiamo effettivamente preso
oggi: fare una ricognizione, almeno nella nostra facolta', di quanta
didattica fanno i ricercatori, per farci un'idea del nostro possibile
potere contrattuale. L'anno di riferimento deve essere il 2009-2010
(perche' quest'anno molti sono stati indisponibili e il dato e' falsato)
e ciascun dipartimento dovrebbe collezionare i dati seguenti: quanti CFU
(e quante ore) hanno fatto i RU, e magari come questi sono distribuiti
tra i RU. E' ovviamente necessario anche il dato di quanti CFU siano
erogato dal dipartimento in totale, per poter valutare la percentuale
cui contribuiamo.
Ma anche quanti corsi sono stati dati a pagamento...

Per dovere di cronaca, una parte della discussione e' andata a vertere
sul piazzamento delle possibili soglie di carico didattico massimo dei
ricercatori (nel rimpiazzare le attuali 90 ore uguali per tutti cio'
dovra' necessariamente essere rideterminato), e sulla possibilita', ed
eventuale modalita', di fare cio' dipendentemente da parametri quali
l'anzianita' (come vogliono fare ad ingegneria e come pare sia nelle
grazie di molti a livello di ateneo: ai piu' giovani soglie piu' basse
in loro tutela e ai piu' anziani soglie piu' alte perche' in teoria sono
meno ricattabili), o la produttivita' scientifica (nello spirito che i
piu' produttivi scientificamente debbano fare meno didattica: di
difficile implementazione secondo molti anche perche' sono tetti massimi
e dunque stabiliscono quanto i RU "possono" piu' che quanto "devono", e
mettere piu' limiti ai piu' bravi ha un che' di strano).

Mi scuso per la frettolosita' e, allo stesso tempo, lunghezza del
messaggio. Prego tutti i dip di fornire quant prima i dati suddetti.

a presto		nadia

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