Cari
in prima istanza condivido quanto proposto da Marco. Io ritengo che le trattative curate da Luigi e Andrea paertano con una richiesta di scuse da parte degli occupanti.
Quindi ritengo che quando si abbia necessita' dell'aula per compiti istituzionali (lezioni, esami, seminari di cicli ivi previsti), infatti per rendere questa azione incisiva escluderei in questo momento l'uso dell'aula per attivita' estemporanee come riceviemnto studenti, incontri per seminari informali etc. etc., la si cerchi di usare.
Penso che questo riequilibri l'azione degli occupanti e la ridimensioni nel caso siano remissivi verso queste esigenze istituzionali. Altrimenti personalmente io chiamerei senza discussioni con gli occupanti la forza pubblica per segnalare nella contingenza l'interruzione di un pubblico servizio. Altri tra i colleghi potranno agire altrimenti comunque facendo emergere la contraddizione di una minoranza chje con la forza impedisce lo svolgersi di attivita' istituzionali per cui la maggioranza degli studenti paga.
v.
On Tue, 7 May 2013, Marco Abate wrote:
Caro Marco, capisco il dubbio, ma la mia sensazione è che far vedere che possiamo completamente fare a meno della sala occupata sia peggio, in quanto confermerebbe l'opinione degli occupandi dell'essersi impossessati di una sala per noi inutile (e se per noi è inutile, perché mai restituirla?). Ciò detto, quello della prorettrice era giusto un suggerimento, e ovviamente ognuno deciderà liberamente se seguirlo o meno.
Ciao, Marco
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Il giorno 06/mag/2013, alle ore 22:37, Marco Ghimenti marco.ghimenti@dma.unipi.it ha scritto:
ho un solo dubbio: se noi usiamo la sala "in compresenza", non rischiamo di fornire argomenti alla gestione condivisa che gli occupandi propongono?magari al prossimo incontro ci sentiamo dire che il modello da loro proposto funzione e con la scusa che ci lasciano la sala quando ci serve intanto se la tengono...
Marco Ghimenti Università di Pisa
2013/5/6 Marco Abate abate@dm.unipi.it Carissimi,
ho parlato con la prorettrice agli affari studenteschi, Rosalba Tognetti, che ha dato la sua completa disponibilità a seguire in prima persona la questione della nostra sala occupata; nei prossimi due giorni in cui io saro' al CUN Andrea Maffei e Luigi De Pascale terranno i contatti con lei in modo da organizzare un incontro con gli occupandi per giovedì o venerdì'. Nel frattempo, la prorettrice suggerisce (e io sono d'accordo con lei) di prendere in parola gli occupandi e chiedere di usare la sala quando serve come se non fosse occupata. E' possibile che gli occupandi possano fare resistenza e non e' detto che la si possa poi davvero utilizzare; ma: - se non lo facciamo diamo l'impressione che la sala davvero non ci serva, cosa falsa; - e se lo facciamo iniziamo a metterli di fronte alle loro contraddizioni (sono davvero disposti a collaborare oppure e' solo una finta)? Quindi chiunque l'avrebbe usata in condizioni normali (e magari anche un poco più spesso, senza eccedere; per esempio, si stanno avvicinando gli esami, per cui se invece di fare un solo ricevimento alla settimana se ne fanno due, ed entrambe le volte ci si presenta con venti studenti al seguito che vogliono partecipare al ricevimento…) tenti di usarla, con toni gentili ma fermi. Se riuscira' ad usarla bene; altrimenti avremo comunque argomenti per dire che l'occupazione sta interferendo in modo significativo con la normale attività istituzionale del dipartimento. Ciao, Marco _______________________________________________ Ricercatori mailing list Ricercatori@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/ricercatori