Cari Colleghi,

Sappiamo bene che il problema dei concorsi non è un tanto quello dei meccanismi, che negli anni sono cambiati, quanto delle persone, ovvero quelle che li hanno “controllati” fino ad oggi (fatte salve le eccezioni), la parte dell’accademia dedita agli inciuci e fortemente legata al potere politico. Ecco perché le ridicole “novità” del DL 180 non cambieranno nulla, malgrado quello che sostiene il collega Francesco Giavazzi della Bocconi, nobile alter-ego della Gelmini.

Allo stato attuale, l’abolizione dei concorsi con chiamata diretta da parte del Dipartimento o della Facoltà non è praticabile e favorirebbe la proliferazione di ulteriori mostruosità nate dal delirio di onnipotenza dei soliti noti e dei loro fidi scudieri. Considerando lo scarso tasso etico e l’incapacità di praticare autocontrollo e responsabilità di una buona fetta dell’Università italiana (che rispecchia la situazione generale del paese), in molti settori si arriverebbe al puro “farwest”, dove spadroneggerebbero i soliti “pistoleros”
.

Secondo me i concorsi dovrebbero tornare ad essere nazionali e “vigilati” da commissioni composte da una massiccia componente di esperti stranieri, non perchè più bravi o più belli, ma solo in quanto più indipendenti e avulsi dalle lobbies politico-accademiche. Come ho già scritto anche a Claudio Procesi, penso che solo dopo un decennio di tale pratica, si potrebbe formare una nuova generazione accademica, in media eticamente e scientificamente migliore della precedente e finalmente passare alla chiamata diretta da parte degli Atenei, con finanziamenti legati alla valutazione dei risultati, utilizzando criteri internazionalmente riconosciuti e anche panel stranieri.

Cordiali saluti a tutti.

Patrizio Dimitri
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Patrizio Dimitri
Laboratorio di Genomica Funzionale
e Proteomica di Organismi modello
Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare
Università La Sapienza
Via dei Sardi, 70 00185 Roma

Tel. +39-06-49917948
Cell +39-339-1977128
http://www.salvarelaricerca.blogspot.com

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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Testo adattato da M
artin Niemöller