---------- Forwarded message ----------
Date: Fri, 19 Nov 2010 23:22:07 +0100
From: mau(a)dcci.unipi.it
To: tortorel(a)dm.unipi.it
Subject: DDL Gelmini in commissione
Notizie dal Parlamento.
Oggi PDL e Lega hanno imposto la riapertura della discussione sul DDL
Gelmini in commissione cultura. Quindi hanno proceduto ad abrogare gli
emendamenti che erano stati apportati nelle sedute precedenti. In
particolare:
- hanno eliminato il ripristino degli scatti di anzianita` per i
giovani ricercatori
- hanno definanziato gli incentivi per l'internazionalizzazione
- hanno decretato l'assorbimento da parte del ministero dei risparmi
generati da eventuali fusioni di atenei
- hanno istituito l'obbligo di restituzione dei buoni studio anche da
parte degli studenti che hanno ottenuto il massimo dei voti
- hanno eliminato la soglia minima di 20 mila euro annui per gli assegni
di ricerca
- hanno cancellato il riconoscimento delle prestazioni dei contratti a
tempo determinato ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza
- hanno tolto i concorsi aggiuntivi ad associato
e altre cosette ancora.
Sono tutti tagli di spesa, probabilmente necessari per poter approvare
il DDL prima che sia chiuso l'iter della finanziaria, che deve ancora
passare al Senato. Aumenti di spesa non possono essere approvati
durante la sessione di bilancio.
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con un mail.
Cordiali saluti
Maurizio Persico
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COMUNICATO
La decisione d'interrompere bruscamente il dibattito in Commissione e
di portare il ddl del governo sulla riforma dello stato giuridico dei
docenti universitari direttamente in Aula al Senato é estremamente
grave, rappresentando un strappo alle normali procedure parlamentari. Si
apprende, infatti, che il ddl sarà discusso e votato in Aula nei giorni
27, 28 e 29 settembre. Gira forte la voce che in quella sede il Governo
chiederà la fiducia.
La materia oggetto del ddl è particolarmente delicata in quanto ha
rilievo costituzionale, sia per i profili della libertà didattica e
scientifica che contraddistingue l'insegnamento universitario, sia in
relazione al principio di autonomia degli Atenei, al quale questa
libertà è strettamente connessa. Appare veramente irresponsabile
affrontare temi di notevole complessità e certamente "sensibili" sul
piano dei valori costituzionali e degli interessi di un grande numero di
cittadini (in primo luogo gli studenti e le loro famiglie) senza la
condivisione del mondo universitario. Denunciamo di fronte al Paese il
clima di confusione e di scollamento nel quale si apre questo assurdo
dibattito parlamentare in Aula, senza che si sia cercata alcuna
convergenza con i rappresentanti del mondo universitario che, con
unanime deliberazione, hanno respinto il progetto (non solo le
rappresentanze dei docenti e le associazioni di dottori di ricerca,
dottorandi, contrattisti, precari e studenti ma anche CUN, CRUI
Conferenze dei Presidi, Senati Accademici e Consigli di Amministrazione,
etc.). Ignorare i protagonisti reali della vita universitaria significa
non solo mortificare le persone che quotidianamente sono impegnate negli
Atenei ma anche tradire le aspettative della società civile,
contribuendo al degrado del Paese.
Ci opponiamo a questo disegno perverso portato avanti con arroganza. La
riforma non deve essere approvata: in Parlamento, nelle Università e nel
Paese, chiunque abbia a cuore il futuro del nostro Paese deve nei
prossimi giorni rendere visibile il proprio dissenso.
Indirizziamo al Paese un forte appello per la difesa del ruolo pubblico
dell'Università, della qualità degli studi universitari, del diritto
allo studio e siamo certi che questo accorato segnale verrà raccolto dai
più, soprattutto in questa fase pre-elettorale che consentirà ad ognuno
di giudicare le forze politiche e i loro rappresentanti. A causa della
brevità dei tempi, la normativa vigente non consente di indire uno
sciopero per la fine del mese; intanto, i Sindacati e le Associazioni
rappresentative della docenza universitaria indicono lo stato di massima
agitazione nelle sedi, da portare avanti nelle forme più forti e
coinvolgenti, nella fondamentale solidarietà di docenti, personale
tecnico- amministrativo, precari, studenti:
per il 27 settembre invitano i docenti, i precari e gli studenti a
tenere assemblee nelle sedi ed ad occupare simbolicamente i Rettorati;
per il 28 settembre è indetta una manifestazione nazionale di protesta
in Roma davanti al Senato alle ore 11.
Roma 21 SETTEMBRE 2005
ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU,
CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UDU