Cari tutti,
come e` gia` stato ripetuto in diverse sedi, l'attivita` didattica dei ricercatori e` su base volontaria e questo si accorda con l'attuale regolamento di ateneo. Quindi perche` spendere tempo per cercarne un altro, magari auto-imponendoci delle limitazioni che la legge nemmeno prevede? Suppongo che questa esigenza possa essere sentita in altri ambienti, ma continuo a non capirne la ragione, magari tutta interna agli stessi. Forse Giovedi` dovremmo essere presenti piu` nell'intento di ``limitare i danni''. Anch'io credo sia ragionevole per il prossimo anno riprendere il nostro contributo alla didattica, ora forse con maggiore lucidita`, rispetto al passato recente. Sulle modalita` che abbiamo/avete in mente credo sarebbe utile incontrarci e/o scambiarci qualche email. So che qui possono nascere molte diverse esigenze ed e` probabile che ognuno proceda come meglio crede. Sarebbe comunque utile mantenere almeno una linea di discussione interna, almeno per informarci tra noi.
Ciao, Valentino
Cari colleghi,
in queste settimane ho riflettuto su quanta e quale disponibilit�
vorrei
offrire alla didattica per l'anno prossimo, ed in linea di massima penso
di mettere a disposizione 60 ore di insegnamento (possibilmente
qualificate, almeno in parte).
Registrata l'insensibilit� del governo sui temi che hanno animato la
protesta dei mesi scorsi, ho ritenuto opportuno mantenere la mia indisponibilit� per l'anno accademico in corso (rinunciando nel secondo
semestre alla titolarit� di un corso specialistico). Tuttavia, la mia
impressione � che la mobilitazione dei ricercatori abbia ora
prevalentemente (a DDL Gelmini e finanziaria approvati) degli obiettivi
di
categoria, e credo che l'astensione dalla didattica non sia necessariamente funzionale alla valorizzazione del nostro ruolo attuale,
n� alla creazione di aspettative di carriera adeguate.
Di seguito ho scritto alcune considerazioni sia sulla stesura dei
regolamenti, sia sull'attivit� didattica dei ricercatori in generale.
Non credo che sia possibile scrivere regolamenti che impongano ai
ricercatori compiti che la legge non impone, per cui mi sembra improbabile
che i regolamenti futuri possano imporre un "minimo" (lo stesso preside
Rossi mi � sembrato molto refrattario a mettere nero su bianco delle regole che, imponendo qualcosa cui i ricercatori non siano tenuti per legge, possano essere impugnate). Per quanto riguarda l'impegno "massimo",
potrebbe avere senso abbassarlo da 90 a 60 (o a 72 o 78, a seconda di
quante ore valgano i corsi "a cavallo" tra laurea di primo livello e magistrale), e chiarire quanto lasca possa essere la regolamentzione delle
deroghe. In principio, io sarei contrario al fatto che si possano dare
molte deroghe (ci� equivarrebbe di fatto a neutralizzare il tetto massimo, rendendo possibili fenomeni a mio avviso negativi di sfruttamento
da un lato e di carriere fondate pi� sulla fedelt� che sul merito
dall'altro). Si potrebbe anche menzionare il fatto che, essendo
l'attivit� didattica frontale dei ricercatori "volontaria", ha senso
che
essa sia qualificata, almeno in parte. Un tale orientamento potrebbe
per�
naturalmente aprire dei contenziosi con professori associati e ordinari
(che, in linea di massima, potrebbero non ritenere sensato fare
esercitazioni lasciando i corsi specialistici ai ricercatori). Inoltre,
non � facile motivare un punto del genere sulla base della legge. Insomma, quest'ultima cosa mi sembra delicata, credo che sia difficile inserire nei regolamenti qualcosa che sia pi� che orientativo, e l'opportunit� di combattere una battaglia per inserirlo va valutata con
attenzione (al momento non ho idee chiare in proposito). Comunque, le mie considerazioni sono calibrate sulla nostra situazione a
matematica, nei mesi scorsi mi sono reso conto che realt� diverse dell'ateneo manifestano esigenze molto diverse, per cui potrebbe non essere facile giungere a proposte unitarie... ho peraltro l'impressione che proposte che sarebbero molto gradite in ambienti dove i ricercatori se
la passano piuttosto male potrebbero essere quasi un passo indietro in
ambienti meno gerarchici.
Questo per quel che riguarda i regolamenti. Per quanto riguarda l'opportunit� di fare didattica, non so se per il futuro abbia senso
che
la mobilitazione dei ricercatori sfrutti l'astensione dalla didattica
come
strumento per perseguire i propri obiettivi. Oltre ai chiari pro dell'astensione o della forte limitazione dei nostri
compiti didattici (per esempio: avere pi� tempo da dedicare alla ricerca)
mi sembra di individuare dei contro: per esempio, enfatizzare molto che
siamo tenuti a fare poco pu� essere un'arma a doppio taglio, e anche il
fatto che l'offerta didattica sia impoverita danneggia, oltre che gli
studenti, anche la vitalit� delle attivit� "a cavallo" tra la didattica
e la ricerca (negli scorsi anni, dottorandi e laureandi molto capaci e
interessati avevano contribuito all'attivit� seminariale del mio gruppo
di ricerca, attivit� che quest'anno stenta a decollare). C'� poi il fatto che sembra molto probabile che nella valutazione a
livello locale siano inserite voci che riguardano la didattica.
Un'ultima osservazione sulla retibuzione dei corsi. Pare che sia il
Direttore Amministrativo sia il preside (in un'intervista sul Tirreno) si
siano gi� dichiarati esplicitamente contro la retribuzione dei corsi
tenuti dai ricerfcatori universitari. Rossi � stato esplicito nel dire che i ricercatori non sono tenuti a fare corsi, che non pensa di retribuire i ricercatori che li terranno, e che le programmazioni future si faranno con le forze che si hanno a disposizione (io interpreterei cos�: al limite, la proposta didattica sar� impoverita). Dunque, non credo che la battaglia per la retribuzione dei corsi abbia grandi speranze... Ovviamente ci si pu� provare (e forse si deve, per continuare
a marcare la nostra "differenza" rispetto ai professori), ma non avrei
intenzione di vincolare la mia disponibilit� reale alla retribuzione.
A presto,
Roberto
Buongiorno a tutti, come forse saprete/ricorderete giovedi' ci riuniremo con alcuni
ricercatori di scienze (dovremmo essere uno per dipartimento almeno) per
parlare delle tematiche relative alla didattica dei ricercatori in vista dei nuovi regolamenti.
Si parlera' quindi di didattica minima, massima, docenze gratuite,
retribuzione oraria extra per le lezioni - come effettivamente pare stia
accadendo in altre universita'. Mi piacerebbe sentire vostre idee, intenzioni, commenti, suggerimenti, domande a proposito, soprattutto per capire quale possa essere il nostro
"baricentro a matematica. Ciao e grazie, Enrico Sbarra _______________________________________________ Ricercatori mailing list Ricercatori@mail.dm.unipi.it https://mail.dm.unipi.it/listinfo/ricercatori
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