cari colleghi, vi confesso che fa un po troppo caldo per studiare a fondo
i provvedimenti del Ministero e l'ANVUR, spero che avremo la possibilita`
di farlo anche un po a mente fredda, lasciando come al solito la piu`
ampia liberta` di opinione, visto che non siamo un partito o un sindacato
e veniamo pure da esperienze assai diverse ed e` un bene che restiamo
cosi'.
Io credo che non sia stata ancora mai fatta una vera analisi di quali
dinamiche hanno portato alla Universita` attuale, tutti noi conosciamo e
capiamo brandelli di verita` ma manca una di quelle analisi che forse si
possono fare solo quando il periodo storico e` concluso.
Io sto nell'Universita` prima da studente e poi da docente da esattamente
50 anni e quindi ho visto di tutto, eppure qualcosa mi manca e non mi
torna. Mi ricordo nel 68 qualche collega comunista che diceva che non si
possono contrastare fenomeni strutturali con interventi sovrastrutturali,
a me che venivo da Chicago mi sembrava un po del solito marxismo
ideologico ma forse aveva ragione lui.
Una domanda che mi sono posto spesso e` se siamo veramente classe
dirigente? E la mia risposta e` NO, dopo tutto ricordatevi Marco Biagi,
ammazzato da un gruppo di pazzi a cui ipocritamente e` stata intitolata
una legge ma che nella opinione autentica di uno degli autorevoli membri
del presente e passato governo era "un rompicoglioni".
io credo che nella opinione dei politici tutti noi siamo dei
rompicoglioni, a meno che non stiamo al gioco. Quale gioco? Tanto per
ricordare, la politica italiana e` stata sempre onnivora, dalle banche
alla TV (ricordate che ci volevano 3 reti televisive pubbliche non per
ragioni commerciali o culturali ma per dividerle 1 alla DC 2 al PSI e 3 al
PCI)
ed anche l'Universita` non e` sfuggita alla lottizzazione, naturalmente
ora sono cambiati i padroni ma la musica e` sempre la stessa. Quando fu
istituita l'Università` di Roma 2, l'accordo era La Sapienza alla
sinistra e Tor Vergata a comunione e liberazione. la cosa era talmente
sfacciata che il personale amministrativo di Tor Vergata, tutti di
stretta osservanza CL, si iscriveva come studenti per poter essere votati
come rappresentanti nel consiglio di amministrazione.
Poi come meravigliarsi della ultima Universita` sponsorizzata dal boss
locale. Quale e`stata la nostra possibilita` di opporci? scarsa, abbiamo
lottato su fronti molto piu` interni per difendere almeno quel poco che
potevamo difendere. Mi ricordo quando nel mio Dipartimento c'era la
cellula del PCI che si riuniva per appoggiarsi a vicenda sulle
progressioni di carriera e le chiamate naturalmente la cosa trapelava
comunque ma formalmente era tutto a posto. Ma sicuramente ad altri livelli
ha operato l'Opus Dei e cosi` discorrendo probabilmente anche di molto
peggio.
Io credo che molti di noi quello che potevano fare lo hanno fatto, in
primis mantenendo alto il livello scientifico personale che un minimo
(ma minimo ) di forza qualche volta ce lo ha dato. Ma entrare nella
pseudodemocrazia universitaria e` sempre stato micidiale, come nel
principio di indeterminazione di Heisenberg e` sostanzialmente
incompatibile con mantenere una credibilita` scientifica.
Ruberti che e` stato l'esempio migliore di uno scienziato che ha anche
operato politicamente poi e` stato travolto dal collasso di una classe
politica corrotta alla quale lui non apparteneva ma che almeno
teoricamente doveva essere il punto di riferimento dei riformisti.
Tornando ancora indietro nel tempo probabilmente pochi di voi ricordano il
caso Ippolito o il dibattito fra Amaldi e Mattioli sul nucleare, tutti
elementi che dovrebbero farci meditare sul fatto che NON siamo classe
dirigente, e l'ineffabile Mastella che controllava con L'Udeur la sanita`
dei suoi luoghi ma poi sosteneva che lui aveva interesse ad una buona
sanita` per farsi curare.
Ora abbiamo un nuovo problema quello del leghismo e delle pulsioni
separatistiche che lo accompagnano ma il nodo principale dell'Italia e`
irrisolto. Una classe politica onnivora e trasformista che vuole penetrare
in tutti i gangli del sistema in nome della 'PREMINENZA DELLA POLITICA" e
che poi in questo modo lo uccide.