Questo mi mancava, nonostante risalga ad aprile,
ma magari è circolato sulla nostra lista e mi è
sfuggito. Nel caso, vi chiedo scusa: io l'ho
ricevuto solo due giorni fa. Ho anche il pdf: qua
faccio il copia/incolla per le note questioni con
gli allegati alla lista, ma se qualcuno è
interessato a riceverlo mi scriva direttamente.
In ogni caso non è su carta intestata o simili.
Io l'ho ricevuto dal mio preside, dunque immagino
sia attendibile.
-- Maurizio Tirassa
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Documento di lavoro del Consiglio Universitario
Nazionale sulla revisione dei settori scientifico
disciplinari
8 aprile 2009
Elemento fondante del rapporto tra ogni comunità
accademica e il Paese cui essa appartiene è la
codifica del sapere. Questa non può essere
considerata perenne, ma deriva da una periodica
revisione che, nel momento in cui ridefinisce gli
ambiti di competenza delle discipline, produce
un'importante operazione culturale le cui
ricadute sono immediate, ma anche di medio e
lungo periodo. Tale esigenza si scontra con una
realtà talvolta tesa a cristallizzare il continuo
divenire della scienza e della conoscenza e
rischia di sacrificare, anche se in modo
temporaneo e contingente, realtà culturali
importanti e di assoluto rilievo. Una revisione
della classificazione è, in ogni caso,
un'operazione necessaria all'interno di un
processo di mediazione tra il pragmatismo delle
regole di una organizzazione universitaria, le
istanze culturali del mondo accademico e quelle
più generali del Paese.
Fin dal suo insediamento il C.U.N. ha posto
all'ordine del giorno la revisione dei Settori
Scientifico Disciplinari (S.S.D.) ed ha
presentato, nel giugno 2008, un proprio modello
di possibile riassetto di questi al Convegno
sull'Università, promosso dallo stesso Consiglio.
Il Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca
ha chiesto formalmente al C.U.N., con nota del 5
settembre 2008, di elaborare una proposta di
riduzione dei Settori Scientifico Disciplinari,
riconoscendo allo stesso Consiglio, con tale
richiesta, il valore di organismo di
rappresentanza elettiva della comunità
universitaria e la specifica competenza tecnica
dei suoi componenti ad operare in questo delicato
settore.
La precedente revisione e riduzione dei settori
scientifico-disciplinari venne elaborata dal
Consiglio Universitario Nazionale tra il 1999 e
il 2000, a seguito dell'applicazione della nuova
normativa ordinamentale, avviata dai Decreti
d'area e poi messa in atto dal DM 509/1999, e
dalla revisione delle norme concorsuali
conseguente all'applicazione della legge 210/1998
e ha costituito la premessa per la successiva
revisione degli ordinamenti, derivante dal DM
270/2004 (e relativi Decreti applicativi), e le
disposizioni in materia di reclutamento e
progressione di carriera.
Il Consiglio Universitario Nazionale nel 2007, su
richiesta dell'allora Ministro, elaborò un elenco
di aggregazioni di Settori Scientifico
Disciplinari (così detti Macrosettori) al solo
scopo di consentire la ridiscussione della
normativa per il reclutamento dei Ricercatori
Universitari. Nel proprio "Parere generale" n. 3
del 7 giugno 2007 il C.U.N. affermò che tale
aggregazione fosse del tutto straordinaria ed
elaborata, in via sperimentale, limitatamente
alle esigenze della specifica normativa (che
peraltro non ebbe seguito), rilevando che tale
intervento non dovesse configurarsi quale
riordino dell'impianto scientifico-disciplinare.
Quella fase, convulsa e di fatto priva di
effetti, ebbe comunque il merito di aprire una
discussione sulla classificazione del sapere, sul
suo ruolo nella classificazione della scienza e
sulle modalità con cui affrontarne una revisione
condivisa nell'ambito del Consiglio Universitario
Nazionale, fra lo stesso e la comunità
scientifica ed anche all'interno delle varie aree
che la compongono.
Alla luce della legislazione vigente si possono
identificare quattro momenti principali per i
quali una definizione dei Settori Scientifico
Disciplinari risulta pressoché indispensabile:
- attribuzione di CFU negli ordinamenti
didattici, come ridefiniti dal DM 270/2004 e dai
successivi decreti sulle classi, che nella
definizione degli ambiti disciplinari fanno
riferimento esplicito ai Settori Scientifico
Disciplinari;
- valutazione dei requisiti necessari di docenza,
anch'essi per alcuni aspetti riferiti
direttamente ai Settori Scientifico Disciplinari;
- formulazione dei bandi di concorso e
composizione delle commissioni di valutazione
comparativa per professori ordinari, professori
associati e ricercatori universitari;
- valutazione della ricerca scientifica (ad
esempio nell'attribuzione dei finanziamenti ai
PRIN, FIRB e negli esercizi CIVR);
All'interno della comunità accademica si è ormai
diffuso e consolidato un consenso sul fatto che
il principale riferimento nella definizione dei
Settori Scientifico Disciplinari non debba più
essere, come è stato talvolta in passato,
l'attribuzione dei compiti didattici, ma che sia
invece centrale l'individuazione di criteri di
omogeneità scientifica (a livello sia degli
oggetti della ricerca che delle metodologie
impiegate nella ricerca stessa). Infatti la
sempre maggiore centralità della valutazione - e
la richiesta che questa avvenga per confronto tra
realtà omogenee - impone una più chiara e netta
individuazione delle specificità scientifiche dei
singoli. Al contempo l'attribuzione dei compiti
didattici può avvenire in forma largamente
intersettoriale, quando si tratti di corsi di
base e/o istituzionali, mentre rimane legata in
modo stretto a specifici momenti di ricerca nel
caso di corsi avanzati. Appare opportuno, quindi,
creare un modello più flessibile, consono ai
tempi, paragonabile per logica, numerosità e
qualità all'organizzazione dei sistemi
universitari internazionali di valutazione della
ricerca, in particolare europei, che possono
costituire, pur avendo finalità differenti, un
valido termine per un confronto internazionale.
Ciò premesso il Consiglio Universitario Nazionale
intende dare una risposta a queste esigenze della
Comunità accademica proponendo il modello di
seguito riportato.
L'idea-guida del modello, già delineato nel
succitato convegno de giugno 2008, consiste
nell'identificare ogni docente mediante una serie
(gerarchica) di parole-chiave con una parte fissa
e una variabile. La parte fissa dovrebbe essere
costituita da cinque parole-chiave (Macro-aree,
Aree, Ambiti Scientifico Disciplinari, Settori
Scientifico Disciplinari, Descrittori Scientifico
Disciplinari), assegnate dal MIUR e modificabili
soltanto dal C.U.N., mentre quella variabile
(fino a tre parole, Indicatori di Attività
Scientifica) sarebbe definita dal docente sulla
base della propria specifica competenza
scientifica.
L'introduzione di elementi di trasversalità ed
interdisciplinarietà, proposta attraverso una
minor rigidità del sistema classificatorio, ha
per obiettivo quello di offrire l'opportunità di
aggregazione di discipline - sufficientemente
omogenee per tematiche e metodi - al fine di
consentire una più puntuale caratterizzazione
delle specificità all'interno di settori talvolta
troppo ampi.
Tale modello intende, inoltre, produrre positive
ricadute sia nel contesto didattico che in quello
della valutazione dei risultati scientifici,
mediante l'individuazione di livelli intermedi,
ma anche di articolazioni disciplinari più
dettagliate di quelle attuali.
Infine, te parole chiave dovranno essere in
italiano ed in inglese al fine di dare anche in
questo un impulso al processo di
internazionalizzazione.
Le parole fisse dovrebbero riferirsi rispettivamente a:
1) Macro-aree
Corrispondono a grandi aggregazioni con linguaggi
basilari di valutazione scientifica e di gestione
didattica condivisi. Possono aggregare i Settori
Scientifico Disciplinari anche in maniera
trasversale rispetto alle Aree di cui al punto
successivo ed essere di modello per le
aggregazioni dipartimentali negli atenei, come
anche per incentivare le collaborazioni
interdisciplinari.
2) Aree.
Corrispondono le attuali aree C.U.N., previste dalla vigente legislazione.
3) Ambiti scientifico disciplinari.
Costituiscono un nuovo livello intermedio tra le
Aree e gli S.S.D. e rappresentano una
rielaborazione della pregressa esperienza dei
macrosettori. Possono comprendere più S.S.D, ma
anche fondarsi su uno solo in caso di Settori di
grande numerosità di docenti. Gli Ambiti
scientifico disciplinari costituiscono un modello
di aggregazione che potrebbe essere rilevante per
la classificazione di insegnamenti e per taluni
aspetti di valutazione scientifica. In futuro
l'appartenenza a questo livello potrà costituire
elemento distintivo in quanto offre una risposta
alle domande di maggiore ampiezza del bacino
della valutazione.
4) Settori scientifici disciplinari (S.S.D.)
Si ottengono dalla riduzione, per accorpamento o
riarticolazione, di quelli odierni. Ogni Settore
sarà formato da un numero congruo di docenti -
professori ordinari, professori associati e
ricercatori universitari - anche tenendo conto
delle eventuali normative future, in ragione
delle rispettive specificità di ricerca e
didattica. Prevedranno, come oggi, una
declaratoria che ne identifica i contenuti
scientifico disciplinari e, ove opportuno
assistenziali, derivante dalla revisione ed
aggiornamento di quelle attuali. La loro
denominazione può essere differente da quella
odierna e le relative declaratorie saranno
congrue, quando derivanti dall'accorpamento di
più Settori, alle caratteristiche di quelli
accorpati. Il C.U.N. ritiene che ad oggi occorra
far riferimento a questo livello per la
formulazione dei bandi di concorso per il
reclutamento, l'inquadramento dei docenti e
l'attribuzione dei compiti didattici.
Analogamente il riferimento culturale a tale
livello costituisce elemento obbligatorio per la
partecipazione alle procedure valutative, in
quanto garanzia di congruità tra esigenze
didattiche e della ricerca proprie degli Atenei e
conoscenze specifiche dei concorrenti.
Il Consiglio Universitario Nazionale ritiene che
tra gli appartenenti ai nuovi S.S.D. debbano
essere individuati i membri delle commissioni
giudicatrici nelle procedure di valutazione nei
nuovi meccanismi abilitativi o concorsuali per il
reclutamento e la progressione di carriera.
5) Descrittori scientifico-disciplinari
La riduzione degli S.S.D. può comportare la
perdita di alcune specificità essenziali per
l'attività didattica e scientifica e per la
identificazione del profilo dello studioso
necessario allo sviluppo di una determinata
attività formativa e scientifica. Come già
rilevato, le declaratorie degli S.S.D. dovranno
ricomprendere, quando derivanti dall'accorpamento
di più Settori, le caratteristiche di quelli
accorpati; ciò potrebbe configurarsi
insufficiente ad identificare tutte le
specificità necessarie, specie per i profili di
chiamata in ruolo ed anche per la valutazione dei
candidati al reclutamento ed alla progressione di
carriera. I S.S.D., di cui al punto precedente,
potranno quindi essere associati ad uno o più
Descrittori scientifico-disciplinari che non
saranno necessari nell'eventualità di S.S.D.
rimasti immutati. I descrittori potranno essere
invece uno o più, in caso di Settori derivanti da
accorpamenti o riarticolazioni dei precedenti.
I Descrittori potranno, in funzione della
normativa di reclutamento e progressione di
carriera, rendere necessaria l'identificazione di
una parte dei valutatori con specifiche
competenze identificate dal Descrittore stesso.
Questo potrebbe essere utile nell'abilitazione
nazionale, ma dovrebbe essere indispensabile
nella procedura di chiamata presso gli Atenei e i
Dipartimenti al fine di garantire le esigenze
didattiche, scientifiche e culturali richieste.
Le parole-chiave successive e variabili (fino ad
un massimo di tre) dovrebbero riferirsi a:
Ulteriori Indicatori di interesse scientifico.
Le parole-chiave relative agli Indicatori di
interesse scientifico deriverebbero da una lista
predisposta dal C.U.N. in base agli ambiti di
interesse scientifico già presenti nelle
declaratorie degli S.S.D., integrate da parole
chiave reperibili in liste internazionali. Le
parole chiave prescelte dovranno essere coerenti
con il curriculum scientifico del docente che le
propone e confermate dal C.U.N. con una verifica
incrociata fra le parole stesse ed elementi
curriculari indicati dal docente, il quale
potrebbe richiedere modifiche periodiche,
attuabili a scadenze fisse.
Tali parole chiave possono essere utilizzate
nella gestione dei progetti di ricerca nazionali
e internazionali e per i relativi referaggi.
In conclusione, la flessibilità di questo sistema
ne consentirebbe un utilizzo anche per il
reclutamento dei Ricercatori in quanto le stesse
parole chiave potrebbero, per i colleghi
pre-ruolo, essere legate al tipo di dottorato
conseguito e/o all'attività scientifica svolta.
L'intera lista permetterebbe una migliore
gestione anche di ulteriori momenti accademici
rilevanti che richiedano una caratterizzazione
dei docenti condivisa fra comunità e docente
stesso, quali i passaggi di settore scientifico
disciplinare o di Area.
Il sistema consentirebbe l'incrocio fra gli
odierni Aree e S.S.D., rendendo evidenti gli
ambiti scientifici condivisi attraverso la messa
in comune di una o più parole chiave.
La revisione da parte del C.U.N. di tutto il
sistema dovrebbe avvenire a scadenze fisse e
periodiche (ad esempio ogni due-tre anni, tra
maggio e luglio) al fine di consentire eventuali
modifiche di afferenza ai Settori prima
dell'inizio dell'anno accademico successivo.
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