Mi inserisco nella discussione per confrontare con voi l' idea che mi sono fatta. Questo ddl nulla ha a che vedere con una riforma universitaria, ma è una manovra finanziaria stornata dalla finanziaria stessa e opportunamente truccata da sembrare autonoma. Sono convinta che tutte le forze politiche, al di là delle posizioni pubbliche, la appoggino trasversalmente. D'altronde, l' ingresso nell' Europa dell' Euro è stato reso possibile (da Amato, se non ricordo male) con prelievi diretti su tutti i conti correnti dei cittadini italiani. La crisi la affrontano nello stesso modo: pescando nelle tasche di tutti. D' altronde, è stato il turno della Grecia, dell' Irlanda, presto si dovrà sostenere il Portogallo e successivamente la Spagna. Dopo c'è l' Italia. Francia e Germania protestano per gli aiuti, ma in fondo sanno benissimo che non possono permettersi il tracollo economico e politico dell' Europa, non nel contesto mondiale attuale.
In questo quadro, grazie anche al fatto che tutte le forze politiche hanno sempre svilito il ruolo della cultura scolastica e universitaria, il contenimento, miope, della spesa e il prelievo diretto ed indiretto di denaro dall' università con i tagli e gli aumenti delle tasse sembra la cosa ovvia da fare. Purtroppo dobbiamo guardare in faccia la realtà: la nostra classe politica non è fatta di persone istruite alla gestione dalla cosa pubblica, anzi ... spesso sono studenti mancati, non/professori frustrati o, peggio, raccomandati, gente che nel sistema cultura non è mai entrata, spesso per incapacità. Cavalcano le varie tigri : a destra vogliono dei consumatori e non dei cittadini, a sinistra vogliono dei lavoratori non pensanti. Non per posizioni ideologiche, ma per personale e privata convenienza. Abbiamo uno statista? NO. Neanche uno e non ne abbiamo visti da tempo immemore.
Secondo me la strada migliore da percorrere, tutti gli Italiani insieme, è quella di presentare una legge popolare che preveda che leggi di riforma delle istituzioni nodali del Paese si possano fare solo con la maggioranza dei voti di 2/3 del parlamento e non al 51%: Giustizia, Cultura, Sanità hanno necessità di essere realmente riformati, ma non possono esserlo umoralmente, devono essere il frutto di concertazione. Una riforma seria è una scelta di medio-lungo termine per vedere se funziona ha bisogno di alcuni anni, di aggiustamenti e di perfezionamenti, ma deve essere lasciata operare per un periodo congruo per verificarne l' adeguatezza. Sono anni e anni che invece, riformicchie inefficaci cambiano ad ogni cambio di governo e vengono usate come campagna elettorale. Nessuno mai si occupa di far funzionare le cose, basta vedere il numero impossibile di leggi che ci governano e che vengono poco e mal applicate e sempre aumentate da nuovi interventi. Invece di far funzionare una legge... se ne fa un' altra.
Si è perso ogni buon senso, non c'è una logica chiara, non ci sono prospettive di ampio respiro. I cittadini sono disorientati: tant'è che non si rivolgono più alla politica ma a comici, giornalisti, scrittori che sono ottimi professionisti, ma certo non politici che una persona di buon senso vorrebbe vedere alla guida di un Paese. Questo è terrificante e dà il polso di una situazione stagnante e compromessa.
Per cui, speriamo che il ddl non passi perchè sarebbe letale per tutti, ma non fermiamoci qui. E' l' ennesimo specchio per le allodole, non c'è chiarezza, non si vedono programmi e prospettive. Bisogna cominciare a pensare di essere propositivi, coagulare gente seria e pensante intorno ad un progetto di politica a lungo termine.
Buona domenica a tutti e speriamo che la prossima settimana veda albe migliori...
Maria Pia De Pascale