Che significa "esaminato" ?
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Giancarlo Gialanella
Dipartimento di Scienze Fisiche
Università di Napoli Federico II
> Message: 3
> Date: Tue, 15 Jun 2010 10:03:23 +0200
> From: Walter Lacarbonara <walter.lacarbonara(a)uniroma1.it>
> Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] mozione SA Sapienza,
> 8.6.10
> To: Forum "Università e Ricerca"
> <universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it>
> Message-ID: <5.0.2.1.2.20100615100211.03bb6c58(a)mail.uniroma1.it>
> Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"; format=flowed
>
> Vi riporto la mozione del SA della Sapienza delll'8 giugno us.
>
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> - Decreto legge 31 maggio 2010 n. 78. Misure urgenti sulla finanza
> pubblica. Il Senato accademico ha esaminato la seguente mozione
> riguardanti
> il decreto legge 31 maggio 2010 n. 78. Misure urgenti sulla finanza
> pubblica: "Il Decreto legge varato dal Governo con la finalità di ridurre
> il peso finanziario del sistema pubblico va inquadrato nell'ambito della
> crisi finanziaria internazionale, che, partita dagli Stati Uniti, si è ora
> accentrata nell'Europa occidentale ed in particolare nei Paesi dell'area
> mediterranea, mettendone a nudo le debolezze strutturali, legate
> fondamentalmente da un lato alla ridotta capacità di sviluppo rispetto ai
> Paesi asiatici, dall'altro alla minore capacità d'innovazione rispetto a
> Paesi che investono nella ricerca quote significative del PIL.
> Sarebbe irresponsabile negare la gravità della crisi, ma appare doveroso
> chiedere che le misure di contenimento della spesa pubblica si
> concretizzino prima di tutto nella soppressione di strutture a scarsa
> utilità, nel favorire lo sviluppo prevedendo più fondi alla ricerca
> (troppe
> volte si è ricordato che l'Italia investe la metà di quanto investono i
> paesi UE), nella graduazione dei tagli stipendiali e nella possibilità di
> loro recupero in relazione alla produttività delle strutture, dei gruppi e
> dei singoli.
> Non si comprende perché, ad esempio, non si sia proceduto con l'art. 7
> alla
> soppressione delle comunità montane, organismi che non sono di rilievo
> costituzionale e che sono quindi sopprimibili con legge ordinaria; si
> tratta di strutture la cui funzione di coordinamento d'iniziative a tutela
> e valorizzazione del territorio può essere assolta da una conferenza dei
> Sindaci, che sia di supporto alle azioni che sono comunque di competenza
> delle Province.
> Ed ugualmente non si comprende quale misura di stimolo all'efficienza ed
> alla produttività possa derivare dalle norme dell'art. 9 di riduzione
> stipendiale (oltre 90.000 e 150.000 euro/anno) e soprattutto di blocco
> generalizzato della progressione economica sino al 2013. Non si chiede
> tout
> court l'abolizione della norma, ma che la progressione economica sia
> recuperabile in tutto o in parte a vantaggio dei più meritevoli, ad es.
> rispettivamente da parte del migliore e del secondo terzile dei professori
> e ricercatori con maggiore produttività scientifica ed efficacia didattica
> (rendendo permanente taglio e blocco della progressione di carriera per il
> peggiore terzile). Il beneficio (o meglio il recupero di parte del taglio)
> dovrebbe quindi riguardare solo parte del personale, secondo la
> produttività valutata dalle Università utilizzando i consueti parametri
> internazionali per grandi aree (umanistica, giuridico-economica,
> tecnologica, biomedica, etc.), con un meccanismo cioè che estenda alle
> retribuzioni quanto previsto dall'art. 2 della legge 1/2009. In sostanza,
> pur nella grave congiuntura finanziaria, non è possibile che i tagli siano
> generalizzati ed indifferenziati tra chi produce di più e chi meno..
> I pochi esempi portati fanno sì che si debba chiedere al Governo ed al
> Parlamento che il Decreto Legge sia rimodulato diminuendo il costo delle
> strutture di governo centrali e territoriali ben oltre il pur lodevole
> taglio delle indennità, procedendo cioè alla soppressione delle strutture
> politico-amministrative notoriamente di scarsa utilità. E' poi necessario
> dare uno stimolo allo sviluppo incrementando i fondi per la ricerca ed
> infine agire sugli stipendi in maniera differenziata secondo la
> produttività, premiale cioè del merito, sia riguardo al personale docente
> che a quello tecnico-amministrativo e soprattutto avendo attenzione agli
> stipendi d'inizio carriera, il cui livello comparativamente molto basso
> rispetto a quello degli altri Paesi europei determina l'accentuarsi della
> fuga all'estero delle energie giovanili migliori.
> Di fronte al momento di grave crisi i docenti universitari non rifiutano
> misure anche severe - se equamente distribuite e condivise - ma rilevano
> che certe misure del dispositivo finanziario, destinate a trovare
> attuazione entro un quadro normativo già restrittivo sul piano dei
> finanziamenti ordinari, pongono in discussione la stessa sopravvivenza
> dell'Università di Stato nel momento in cui essa dovrà affrontare entro i
> prossimi cinque- sei anni, l'uscita di scena per raggiunto limite di età
> di
> più di un terzo del personale attualmente in servizio.
> Il Senato Accademico limita le proprie osservazioni a quelle che più
> direttamente riguardano la ricerca e la mancata estensione degli effetti
> della valutazione meritocratica [in atto nelle Università su iniziativa
> del
> Governo] alla progressione economica dei docenti-ricercatori e dà mandato
> al Rettore di rappresentare gli altri elementi di criticità, anche
> rilevanti presenti nel Decreto Legge [art. 46, ]. A rischio l'inizio
> dell'anno accademico".
>