Cari colleghi,
vi inoltro un documento sullo stato di criticità dell'Università
italiana prodotto da
ADI, ADU, ANDU, CISL-Università, CNRU, CNU,CoNPAss, FLC-CGIL,
RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-Università, UIL-RUA, USB-Pubblico impiego.
Saluti,
Walter Lacarbonara
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Le Organizzazioni e Associazioni universitarie denunciano lo stato di
estrema criticità in cui versa l'Università italiana.
Questa situazione sarebbe destinata a diventare ancora più grave per
l'Università pubblica statale se si dovesse proseguire nella politica
dei progressivi e costanti tagli al finanziamento dell'Università,
nella drastica riduzione del diritto allo studio, nell'aumento a
dismisura del numero dei precari con l'espulsione di quelli attuali,
nella differenziazione tra gli Atenei (atenei di ricerca e
insegnamento e atenei di solo insegnamento), nella cancellazione della
partecipazione democratica alla gestione degli Atenei,
nell'annullamento della rappresentanza democratica del Sistema
nazionale universitario, nel blocco della carriera e della
retribuzione dei docenti.
L'opposizione del mondo universitario alla Legge 240/10 esprimeva
tutte queste preoccupazioni, assieme alla convinzione che i suoi
contenuti e i tempi di attuazione, sommati ai pesanti tagli al
finanziamento (diversamente da quanto accade negli altri Paesi),
avrebbero portato alla paralisi degli Atenei, così come, purtroppo,
sta avvenendo. Peraltro, nelle more dell'attuazione della Legge, il
processo di lentissima approvazione degli statuti e il ritardo nella
emanazione dei più importanti decreti attuativi accentuano una
condizione di blocco che pesa prevalentemente sulle retribuzioni, i
diritti, le carriere del personale universitario e lascia gli studenti
nell'incertezza dell'offerta formativa per i prossimi anni.
Da parte loro, le Organizzazioni e Associazioni universitarie -
convinte che il Paese abbia bisogno di una Università pubblica,
autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti – hanno denunciato
da tempo quanto stava accadendo e, in particolare:
- l'ulteriore divaricazione fra pochi Atenei 'eccellenti' e tutti
gli altri;
- la scarsa considerazione delle esigenze della ricerca;
- il ridimensionamento della già ridotta autonomia degli Atenei;
- lo snaturamento del diritto allo studio, con la drastica
riduzione dei fondi ad esso destinati, il tentativo di tagliare a
migliaia di studenti idonei la borsa di studio e l'introduzione dei
prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento.
- il drastico ridimensionamento dei docenti di ruolo, con la
costituzione di una 'base' amplissima di precari, senza reali
prospettive di accesso alla docenza;
- le conseguenze della messa ad esaurimento dei ricercatori, senza
neppure il riconoscimento del ruolo docente, senza adeguati sbocchi e
con una diminuzione della retribuzione rispetto a quella degli ordinari;
- lo svilimento della figura dell'associato, trasformata in
affollata fascia d'ingresso alla docenza, senza prospettive di
carriera e con una diminuzione della retribuzione rispetto a quella
degli ordinari;
- il ridimensionamento del ruolo del personale tecnico-
amministrativo.
Ma oltre ai contenuti della Legge approvata, le critiche sono state
rivolte anche alla totale chiusura al confronto che ha caratterizzato
tutta l'azione del precedente Ministro; una indisponibilità che è
proseguita nel corso dell'elaborazione dei decreti attuativi.
Con questi decreti si sta attentando alla libertà di ricerca e di
insegnamento e si sta consentendo che i Ministri dell'Economia e
dell'Università e l'ANVUR possano commissariare gli Atenei e decidere
la nascita, la vita e la morte delle strutture universitarie.
L'azione del Ministero volta a ridurre i già limitati spazi di
democrazia si è espressa pesantemente nel tentativo di cancellare
dagli Statuti quelle norme che consentirebbero una più ampia
partecipazione democratica.
Di fronte a tutto ciò chiediamo al Governo e al Parlamento una
inversione di marcia rispetto alle scelte finora operate, riconoscendo
il ruolo fondamentale dell'Università per lo sviluppo sociale e
economico del Paese.
In questa direzione, chiediamo interventi per rendere democratici gli
Atenei e realmente autonomo il Sistema nazionale universitario.
Chiediamo infine che il nuovo Governo avvii con urgenza un costante
confronto con le Organizzazioni e Associazioni universitarie e
sollecitiamo il Ministro a dare risposta alla nostra richiesta di
incontro.
Roma, 13 dicembre 2011
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Walter Lacarbonara
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE E GEOTECNICA
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