Sono molto d'accordo con l'appello, ma andrebbe sottolineato che non
crediamo in promesse elettorali ma in fatti post-elettorali.
Roberto rizzo
----- Original Message -----
From: <universitas_in_trasformazione-request(a)mail.dm.unipi.it>
To: <universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it>
Sent: Thursday, January 03, 2013 3:15 PM
Subject: Digest di Universitas_in_trasformazione, Volume 48, Numero 1
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Argomenti del Giorno:
1. appello (Luciano Modica)
2. Re: appello (Mauro Beltrametti)
3. Re: appello (ragusa(a)dmi.unict.it)
4. Re: appello (Laura Sacerdote)
----------------------------------------------------------------------
Message: 1
Date: Thu, 3 Jan 2013 11:00:00 +0000
From: Luciano Modica <luciano.modica(a)alice.it>
Subject: [Universitas_in_trasformazione] appello
To: undisclosed-recipients:;
Message-ID:
<8537D8EE5F92C140BB6A5EC84F67918E1777E3(a)store1.di.unipi.it>
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"
Cari amici,
in vista delle prossime elezioni politiche, ho provato a preparare un
appello su università e ricerca, pur cosciente del fatto che potrebbe
trattarsi di uno strumento poco adatto alla politica di oggi. Ve lo accludo
qui di seguito. Prima di decidere se diffonderlo su larga scala mi farebbe
piacere conoscere il vostro parere. Chi volesse sottoscriverlo è pregato di
segnalarmelo per mail.
Mi scuso in anticipo con chi non si ritrovasse nelle posizioni politiche
dell'appello.
Molti cordiali saluti insieme agli auguri di buon anno.
Luciano Modica
DIAMO SPERANZE ALL'UNIVERSITA' PER DARE SPERANZE ALL'ITALIA
Sta per concludersi la sedicesima legislatura repubblicana, forse la
peggiore per l'università italiana. Da un lato tagli finanziari pesantissimi
(tra cui spiccano quelli dell'ultima legge di stabilità), riduzione drastica
del personale docente, forte calo numerico delle matricole, limitazioni
crescenti agli interventi per il diritto allo studio, chiusura di ogni
spazio reale di reclutamento di giovani ricercatori. Da un altro lato il
continuo affastellarsi di normative e adempimenti che imbrigliano il sistema
e sottraggono un'infinità di tempo al lavoro didattico e di ricerca dei
docenti, nuocendo significativamente alla sua qualità. Un nuovo centralismo
lede gli spazi di autonomia e democrazia nel sistema e nei singoli atenei,
mentre si susseguono senza posa martellanti attacchi mediatici.
Facciamo appello alla politica, alla migliore politica, perché dica
autorevolmente basta a questa situazione. Ne va del futuro dell'università
italiana e quindi del futuro del nostro Paese. Facciamo appello a tutti i
partiti che si confronteranno nelle prossime elezioni politiche perché
dicano con chiarezza da che parte stanno sui temi della scuola,
dell'università e della ricerca. Come nei migliori esempi stranieri, la
politica dell'istruzione ritrovi una concordia di fondo al di là delle
maggioranze politiche, perché solo così avrà la continuità necessaria ai
suoi caratteristici tempi lunghi, con tempi di ritorno degli investimenti
che si misurano in anni. Non si dimentichi che si misurano invece in decenni
i tempi necessari per rimettere in sesto un sistema universitario colpito da
estesi disinvestimenti. Non c'è più tempo da perdere.
Facciamo appello in particolare alle forze politiche del centro-sinistra,
specialmente al Partito Democratico, in quanto i firmatari si riconoscono in
una scelta riformista e progressista per la società italiana. Salvo qualche
eccezione, per gran parte della legislatura il Partito Democratico non è
apparso particolarmente presente e attivo nel tessuto della vita
universitaria e della ricerca pubblica. L'occasione della prossima campagna
elettorale va colta per affermare una netta inversione di rotta e per
testimoniare un impegno in loro difesa che deve divenire indefettibile.
Evidenziare e sanzionare con decisione gli aspetti negativi dell'università
non deve impedire una chiara scelta di campo che rivendichi i meriti della
grande maggioranza di persone che, nonostante le mille difficoltà, persino
di agibilità dei locali, vi lavorano e studiano con serietà e passione,
molto spesso con ottimi risultati a livello internazionale.
L'università italiana non ha bisogno di riforme legislative quanto piuttosto
di fiducia. Si abbandonino facili e sterili schemi censori e si punti invece
ad uno sforzo condiviso di continuo e diffuso miglioramento qualitativo
delle sue attività, senza concentrarsi esclusivamente sulle pur benemerite
punte di eccellenza. Sarebbe la prima vera riforma positiva a costo zero. E'
la condizione politico-sociale essenziale affinché si possa arrestare
l'emorragia di risorse, finanziarie e umane, e predisporre subito, ad
imitazione delle politiche anticicliche adottate dalla quasi totalità dei
Paesi avanzati negli ultimi anni di crisi finanziaria globale, un quadro
certo di investimenti per la crescita mirati sulla cultura e
sull'innovazione, con l'obiettivo di riallinearli gradualmente almeno agli
standard medi europei. Solo così si può cominciare a ridare qualche
sicurezza alle prospettive delle università, degli enti di ricerca e di chi
vi lavora. Solo passando dai tagli agli investimenti si può ricostruire la
fiducia. Senza fiducia e senza sicurezza deperiscono le attività di
didattica e ricerca avanzate.
L'università ha urgente bisogno di essere liberata dai mille laccioli che
l'hanno progressivamente soffocata in un delirio tecnocratico di minute
regole quantitative o burocratiche. Occorre sfrondare subito, senza remore,
questa giungla: sarebbe un'altra riforma positiva a costo zero. Occorre
credere, senza se e senza ma, nell'autonomia delle università, conformemente
del resto al dettato della nostra splendida e lungimirante Costituzione,
associandovi naturalmente i concetti di responsabilità e di valutazione dei
risultati.
Il divario formativo che ci separa dall'Europa e dal resto del mondo
avanzato in termini di numero di laureati va recuperato, incentivando e non
disincentivando l'iscrizione all'università dei diplomati e l'ingresso
tempestivo dei laureati nel mondo del lavoro, dedicando molto maggior
sostegno agli sforzi delle famiglie meno abbienti e quindi al ruolo
insostituibile dell'alta formazione come equo ascensore sociale. Agli
studenti meritevoli si aprano le porte delle lauree magistrali e dei
dottorati di ricerca per dare all'Italia una classe dirigente ben preparata
e una spinta decisa all'innovazione in ogni campo. Il potenziamento del
capitale umano è la prima politica pubblica da recuperare, l'unica affinché
l'Italia imbocchi di nuovo un cammino di crescita e di successi.
Nello stesso tempo si ricordi che non c'è università se non c'è ricerca e,
anche in termini quantitativi, non c'è ricerca se non c'è ricerca
universitaria. L'esame critico delle conoscenze esistenti e il loro continuo
ampliamento è consustanziale alla natura delle università italiane e
europee: guai a pensare di poterne fare a meno, sia in ciascun ateneo che
nel Paese. La ricerca universitaria ha subìto una spaventosa contrazione di
risorse finanziarie e logistiche, spesso dirottate su altri assi di
intervento che si sono rivelati produttori di scarsa innovazione e fonti di
non pochi sprechi. Si punti almeno a riequilibrare il finanziamento alla
ricerca universitaria e pubblica in ogni campo disciplinare, perché ogni
ricerca, purché di buona qualità, è necessaria ad un equilibrato sviluppo
culturale ed economico dell'Italia.
Infine non c'è università senza un continuo trarre vigore dalle migliori
intelligenze delle nuove generazioni, quelle che stiamo costringendo a
dirottarsi all'estero in decine di migliaia ogni anno. I meccanismi di
reclutamento escogitati dalla leggi recenti si sono rivelati fallimentari.
Mai l'università italiana era apparsa tanto chiusa ai giovani e brillanti
ricercatori come oggi, mai la carriera universitaria tanto incerta e
impervia anche per i più meritevoli tra i docenti in servizio. E' urgente
rimediare perché non c'è niente che faccia più male alla qualità di
didattica e ricerca quanto la resa sfiduciata di coloro che insegnano e
fanno ricerca.
Siamo consapevoli che il nostro Paese è in difficoltà, sappiamo che non
possiamo chiedere la luna e non la chiediamo. Ma vorremmo che il parlamento
e governo prossimi mostrino innanzitutto attenzione e rispetto per la
scuola, l'università e la ricerca, perché lo meritano. Mostrino attenzione e
rispetto alle persone più appassionate e competenti che vi lavorano, perché
lo meritano. Mostrino attenzione e rispetto ai giovani, perché lo meritano.
In fondo un Paese che non ama la sua università non ha speranze, perché non
ama il suo futuro.
------------------------------
Message: 2
Date: Thu, 3 Jan 2013 13:20:46 +0100
From: Mauro Beltrametti <beltrametti(a)dima.unige.it>
Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] appello
To: Forum "Università e Ricerca"
<universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it>
Message-ID: <D0594338-84FA-4858-A8CA-54BDDF52D976(a)dima.unige.it>
Content-Type: text/plain; charset=iso-8859-1
Caro Modica,
Non ho dubbi nel sottoscriverlo. Anche se non ho speranze per il futuro.
Per tutti o quasi i politici italiani (Monti compreso, vedi Legge di
stabilita') e varie forze/lobby tipo Confindustria
l'Universita' non conta nulla, e' poco piu' di un ente inutile.
I Rettori, che considero i piu' colpevoli (in quando avrebbero dovuto
capire: cosa che non
possiamo purtroppo chiedere ai nostri politici) del disastro in cui siamo
caduti hanno trasformato le universita' in
``centri amministrativi" dove sempre meno e sempre piu' umiliati docenti
servono per giustificare i crescenti organici amministrativi.
Una comica.
Grazie ricambio gli auguri di buon anno,
Un caro saluto,
MAURO B.
On 03/gen/2013, at 12.00, Luciano Modica wrote:
> Cari amici,
>
> in vista delle prossime elezioni politiche, ho provato a preparare un
> appello su università e ricerca, pur cosciente del fatto che potrebbe
> trattarsi di uno strumento poco adatto alla politica di oggi. Ve lo
> accludo qui di seguito. Prima di decidere se diffonderlo su larga scala mi
> farebbe piacere conoscere il vostro parere. Chi volesse sottoscriverlo è
> pregato di segnalarmelo per mail.
>
> Mi scuso in anticipo con chi non si ritrovasse nelle posizioni politiche
> dell'appello.
>
> Molti cordiali saluti insieme agli auguri di buon anno.
>
Prof. Mauro C. Beltrametti
Dipartimento di Matematica
Universita' di Genova
Via Dodecaneso, 35
16146 Genova Italy
beltrametti(a)dima.unige.it
------------------------------
Message: 3
Date: Thu, 03 Jan 2013 13:27:11 +0100
From: ragusa(a)dmi.unict.it
Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] appello
To: "Forum "Università e Ricerca\""
<universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it>
Message-ID:
<20130103132711.Horde.fpG3b_ph4B9Q5XkfI8UVUlA(a)mbox.dmi.unict.it>
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1; format=flowed; DelSp=Yes
Sottoscrivo al 100%100 quanto scritto da Mauro Beltrametti. Quello che
stiamo vivendo qui a Catania, da questo punto di vista, ha
dell'incredibile!
Alfio Ragusa
___________________________________________________________________________
Mauro Beltrametti <beltrametti(a)dima.unige.it> ha scritto:
> Caro Modica,
>
> Non ho dubbi nel sottoscriverlo. Anche se non ho speranze per il futuro.
> Per tutti o quasi i politici italiani (Monti compreso, vedi Legge di
> stabilita') e varie forze/lobby tipo Confindustria
> l'Universita' non conta nulla, e' poco piu' di un ente inutile.
>
> I Rettori, che considero i piu' colpevoli (in quando avrebbero
> dovuto capire: cosa che non
> possiamo purtroppo chiedere ai nostri politici) del disastro in cui
> siamo caduti hanno trasformato le universita' in
> ``centri amministrativi" dove sempre meno e sempre piu' umiliati
> docenti servono per giustificare i crescenti organici amministrativi.
>
> Una comica.
>
> Grazie ricambio gli auguri di buon anno,
>
> Un caro saluto,
>
> MAURO B.
>
>
> On 03/gen/2013, at 12.00, Luciano Modica wrote:
>
>> Cari amici,
>>
>> in vista delle prossime elezioni politiche, ho provato a preparare
>> un appello su università e ricerca, pur cosciente del fatto che
>> potrebbe trattarsi di uno strumento poco adatto alla politica di
>> oggi. Ve lo accludo qui di seguito. Prima di decidere se
>> diffonderlo su larga scala mi farebbe piacere conoscere il vostro
>> parere. Chi volesse sottoscriverlo è pregato di segnalarmelo per
>> mail.
>>
>> Mi scuso in anticipo con chi non si ritrovasse nelle posizioni
>> politiche dell'appello.
>>
>> Molti cordiali saluti insieme agli auguri di buon anno.
>>
>
>
> Prof. Mauro C. Beltrametti
> Dipartimento di Matematica
> Universita' di Genova
> Via Dodecaneso, 35
> 16146 Genova Italy
> beltrametti(a)dima.unige.it
>
> _______________________________________________
> Universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it mailing list
>
> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
> impostazioni:
> https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
>
> Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di
> Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
------------------------------
Message: 4
Date: Thu, 3 Jan 2013 14:43:36 +0100
From: Laura Sacerdote <laura.sacerdote(a)gmail.com>
Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] appello
To: Forum "Università e Ricerca"
<universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it>
Message-ID:
<CAKLXeF-v8wpR-nxSQdV-MwJCexJBFAcWPUBaViTVBeQqPNzOZw(a)mail.gmail.com>
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1
Cari tutti,
non avrei problemi a firmare quest'appello ma, credo, sia troppo lungo e
poco incisivo. Temo verrebbe letto come un solito piangersi addosso. Sarei
piu' favorevole a sottolineare molto pesantemente il suicidio cui andiamo
incontro regalando all'estero i nostri giovani migliori, che sarebbero
l'unica vera spinta per far ripartire l'economia italiana e poco altro.
Inutile lamentarci dei partiti di sinistra che hanno fatto poco, mi
lamenterei della mancanza di proposte concrete nei loro programmi per il
futuro.
Vedrei bene un appello di mezza pagina, al massimo con pochi punti e la
richiesta ai partiti di sottoscriverlo (percentuale investimento per
ricerca, politiche per internazionalizzazione vera delle universita',
eliminazione della figura del ricercatore a t.d. o suo stipendio
raddoppiato...)
Se tutti pero' preferissero l'attuale versione non avrei problemi a
sottoscriverla
Laura Sacerdote
2013/1/3 Luciano Modica <luciano.modica(a)alice.it>
> Cari amici,
>
> in vista delle prossime elezioni politiche, ho provato a preparare un
> appello su università e ricerca, pur cosciente del fatto che potrebbe
> trattarsi di uno strumento poco adatto alla politica di oggi. Ve lo
> accludo
> qui di seguito. Prima di decidere se diffonderlo su larga scala mi farebbe
> piacere conoscere il vostro parere. Chi volesse sottoscriverlo è pregato
> di
> segnalarmelo per mail.
>
> Mi scuso in anticipo con chi non si ritrovasse nelle posizioni politiche
> dell'appello.
>
> Molti cordiali saluti insieme agli auguri di buon anno.
>
> Luciano Modica
>
>
> DIAMO SPERANZE ALL'UNIVERSITA' PER DARE SPERANZE ALL'ITALIA
>
> Sta per concludersi la sedicesima legislatura repubblicana, forse la
> peggiore per l'università italiana. Da un lato tagli finanziari
> pesantissimi (tra cui spiccano quelli dell'ultima legge di stabilità),
> riduzione drastica del personale docente, forte calo numerico delle
> matricole, limitazioni crescenti agli interventi per il diritto allo
> studio, chiusura di ogni spazio reale di reclutamento di giovani
> ricercatori. Da un altro lato il continuo affastellarsi di normative e
> adempimenti che imbrigliano il sistema e sottraggono un'infinità di tempo
> al lavoro didattico e di ricerca dei docenti, nuocendo significativamente
> alla sua qualità. Un nuovo centralismo lede gli spazi di autonomia e
> democrazia nel sistema e nei singoli atenei, mentre si susseguono senza
> posa martellanti attacchi mediatici.
>
> Facciamo appello alla politica, alla migliore politica, perché dica
> autorevolmente basta a questa situazione. Ne va del futuro dell'università
> italiana e quindi del futuro del nostro Paese. Facciamo appello a tutti i
> partiti che si confronteranno nelle prossime elezioni politiche perché
> dicano con chiarezza da che parte stanno sui temi della scuola,
> dell'università e della ricerca. Come nei migliori esempi stranieri, la
> politica dell'istruzione ritrovi una concordia di fondo al di là delle
> maggioranze politiche, perché solo così avrà la continuità necessaria ai
> suoi caratteristici tempi lunghi, con tempi di ritorno degli investimenti
> che si misurano in anni. Non si dimentichi che si misurano invece in
> decenni i tempi necessari per rimettere in sesto un sistema universitario
> colpito da estesi disinvestimenti. Non c'è più tempo da perdere.
>
> Facciamo appello in particolare alle forze politiche del centro-sinistra,
> specialmente al Partito Democratico, in quanto i firmatari si riconoscono
> in una scelta riformista e progressista per la società italiana. Salvo
> qualche eccezione, per gran parte della legislatura il Partito Democratico
> non è apparso particolarmente presente e attivo nel tessuto della vita
> universitaria e della ricerca pubblica. L'occasione della prossima
> campagna
> elettorale va colta per affermare una netta inversione di rotta e per
> testimoniare un impegno in loro difesa che deve divenire indefettibile.
> Evidenziare e sanzionare con decisione gli aspetti negativi
> dell'università
> non deve impedire una chiara scelta di campo che rivendichi i meriti
> della
> grande maggioranza di persone che, nonostante le mille difficoltà, persino
> di agibilità dei locali, vi lavorano e studiano con serietà e passione,
> molto spesso con ottimi risultati a livello internazionale.
>
> L'università italiana non ha bisogno di riforme legislative quanto
> piuttosto di fiducia. Si abbandonino facili e sterili schemi censori e si
> punti invece ad uno sforzo condiviso di continuo e diffuso miglioramento
> qualitativo delle sue attività, senza concentrarsi esclusivamente sulle
> pur
> benemerite punte di eccellenza. Sarebbe la prima vera riforma positiva a
> costo zero. E' la condizione politico-sociale essenziale affinché si possa
> arrestare l'emorragia di risorse, finanziarie e umane, e predisporre
> subito, ad imitazione delle politiche anticicliche adottate dalla quasi
> totalità dei Paesi avanzati negli ultimi anni di crisi finanziaria
> globale,
> un quadro certo di investimenti per la crescita mirati sulla cultura e
> sull'innovazione, con l'obiettivo di riallinearli gradualmente almeno agli
> standard medi europei. Solo così si può cominciare a ridare qualche
> sicurezza alle prospettive delle università, degli enti di ricerca e di
> chi
> vi lavora. Solo passando dai tagli agli investimenti si può ricostruire la
> fiducia. Senza fiducia e senza sicurezza deperiscono le attività di
> didattica e ricerca avanzate.
>
> L'università ha urgente bisogno di essere liberata dai mille laccioli che
> l'hanno progressivamente soffocata in un delirio tecnocratico di minute
> regole quantitative o burocratiche. Occorre sfrondare subito, senza
> remore,
> questa giungla: sarebbe un'altra riforma positiva a costo zero. Occorre
> credere, senza se e senza ma, nell'autonomia delle università,
> conformemente del resto al dettato della nostra splendida e lungimirante
> Costituzione, associandovi naturalmente i concetti di responsabilità e di
> valutazione dei risultati.
>
> Il divario formativo che ci separa dall'Europa e dal resto del mondo
> avanzato in termini di numero di laureati va recuperato, incentivando e
> non
> disincentivando l'iscrizione all'università dei diplomati e l'ingresso
> tempestivo dei laureati nel mondo del lavoro, dedicando molto maggior
> sostegno agli sforzi delle famiglie meno abbienti e quindi al ruolo
> insostituibile dell'alta formazione come equo ascensore sociale. Agli
> studenti meritevoli si aprano le porte delle lauree magistrali e dei
> dottorati di ricerca per dare all'Italia una classe dirigente ben
> preparata
> e una spinta decisa all'innovazione in ogni campo. Il potenziamento del
> capitale umano è la prima politica pubblica da recuperare, l'unica
> affinché
> l'Italia imbocchi di nuovo un cammino di crescita e di successi.
>
> Nello stesso tempo si ricordi che non c'è università se non c'è ricerca e,
> anche in termini quantitativi, non c'è ricerca se non c'è ricerca
> universitaria. L'esame critico delle conoscenze esistenti e il loro
> continuo ampliamento è consustanziale alla natura delle università
> italiane
> e europee: guai a pensare di poterne fare a meno, sia in ciascun ateneo
> che
> nel Paese. La ricerca universitaria ha subìto una spaventosa contrazione
> di
> risorse finanziarie e logistiche, spesso dirottate su altri assi di
> intervento che si sono rivelati produttori di scarsa innovazione e fonti
> di
> non pochi sprechi. Si punti almeno a riequilibrare il finanziamento alla
> ricerca universitaria e pubblica in ogni campo disciplinare, perché ogni
> ricerca, purché di buona qualità, è necessaria ad un equilibrato sviluppo
> culturale ed economico dell'Italia.
>
> Infine non c'è università senza un continuo trarre vigore dalle migliori
> intelligenze delle nuove generazioni, quelle che stiamo costringendo a
> dirottarsi all'estero in decine di migliaia ogni anno. I meccanismi di
> reclutamento escogitati dalla leggi recenti si sono rivelati fallimentari.
> Mai l'università italiana era apparsa tanto chiusa ai giovani e brillanti
> ricercatori come oggi, mai la carriera universitaria tanto incerta e
> impervia anche per i più meritevoli tra i docenti in servizio. E' urgente
> rimediare perché non c'è niente che faccia più male alla qualità di
> didattica e ricerca quanto la resa sfiduciata di coloro che insegnano e
> fanno ricerca.
>
> Siamo consapevoli che il nostro Paese è in difficoltà, sappiamo che non
> possiamo chiedere la luna e non la chiediamo. Ma vorremmo che il
> parlamento
> e governo prossimi mostrino innanzitutto attenzione e rispetto per la
> scuola, l'università e la ricerca, perché lo meritano. Mostrino attenzione
> e rispetto alle persone più appassionate e competenti che vi lavorano,
> perché lo meritano. Mostrino attenzione e rispetto ai giovani, perché lo
> meritano. In fondo un Paese che non ama la sua università non ha speranze,
> perché non ama il suo futuro.
>
>
> _______________________________________________
> Universitas_in_trasformazione(a)mail.dm.unipi.it mailing list
>
> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
> impostazioni:
> https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
>
> Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas
> Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
>
>
--
Laura Sacerdote
Dipartimento di Matematica
Università di Torino
Via Carlo Alberto 10
10123 Torino, Italia
tel. +39 0116702919
fax +39 0116702878
http://www.dm.unito.it/personalpages/sacerdote/
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas
Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
Fine di Digest di Universitas_in_trasformazione, Volume 48, Numero 1
********************************************************************
caro Luciano,
mi trovo molto d'accordo con quanto dici nel tuo appello e di cui ti
ringrazio. penso anche, come detto da altri di questa lista , che :
1.il testo è troppo lungo e difficile da seguire in alcuni punti da chi sa
poco del mondo universitario : lo si potrebbe forse accorciare ...
2.Penso sarebbe più incisivo essere molto più forti nel "gridare" la gravità
del momento vis à vis la totale indifferenza di tutti i politici di
qualunque schieramento sullo stato di quasi totale degrado finanziario e
organizzativo delle nostre Università e della sua fauna di insegnanti e
burocrati, con questi ultimi sostanzialmente rilevando qualunque iniziativa
gestionale..con risultati da operatta !
3.focalizzare sulla assoluta necessità di rapidamente variare in modo
drammatico gli investimenti in strutture e personale : gli americani spesso
pensano di risolvere i problemi "by throwing money at them" , ma anche se
ciò non è spesso sufficiente...sarebbe una rivoluzione copernicana per le
nostre università se i finanziamenti aumentassero davvero e su tempi brevi :
quando i fondi aumentano lo spazio di manovra dei gruppi mafiosi si riduce
percentualmente...
In ogni modo ,mi trovo sostanzialmente d'accordo con te e sono disposto a
firmare qualunque versione modificata che tu vorrai preparare,
un caro saluto,
Franco
------------------------------------------
Prof. Dr. Franco A.Gianturco,
Senior Professor of Theoretical Chemical Physics,
DPhil(Oxon),FRSC,CPhys,FInstP,Fellow APS,Fellow EPS, Fellow AcadEur.
Department of Chemistry,
The University of Rome "La Sapienza"
Piazzale A.Moro, 5, 00185 Rome, Italy.
Tel.+39-06-49913306 , Fax : +39-06-49913305 .
E.mail : fa.gianturco(a)caspur.it .
URL : http://w3.uniroma1.it/gianturco
: