Cari:
se siete interessati, qui trovate le slides di De Nicolao sulla VQR.
Istruttive, come sempre.
saluti anna
http://www.roars.it/online/vqr-2004-2010-un-metro-rotto/
--
Anna Painelli
Dip. Chimica
Parma University
43124 Parma, Italy
tel 0521-905461
fax 0521-905556
skype: anna.painelli
Scusandomi con ci non fosse interessato, vi sottopongo una petizione proposta da un mio stimato collega, Luca Barbieri Viale (Milano), non iscritto alla lista.
http://www.change.org/it/petizioni/maria-chiara-carrozza-no-alla-robotizzaz…
Un saluto a tutti,
MAURO
Prof. Mauro C. Beltrametti
Dipartimento di Matematica
Universita' di Genova
Via Dodecaneso, 35
16146 Genova Italy
beltrametti(a)dima.unige.it
Buongiorno:
non so quanti di noi hanno letto questo documento dell'ANVUR
http://www.anvur.org/attachments/article/455/accreditamento%20corsi%20di%20…
A pagina 5 recita
"L'ANVUR ha cercato di armonizzare gli indicatori collegati ai criteri A4
(qualificazione scientifica del collegio di dottorato) e A14 descritti
nella Sezione 3, con quelli utilizzati nella VQR 2004-2010 e con indicatori
bibliometrici di largo uso nella prassi internazionale, *in modo da
garantire un quadro di riferimento omogeneo in grado di indirizzare il
comportamento dei docenti e, soprattutto **dei giovani ricercatori, alla
qualità nella scelta di cosa, come e dove pubblicare*."
a me sembra un gravissimo attacco alla libertà di ricerca e quindi alla
ricerca tout court.
Possiamo far sentire la nostra voce?
saluti anna
--
Anna Painelli
Dip. Chimica
Parma University
43124 Parma, Italy
tel 0521-905461
fax 0521-905556
skype: anna.painelli
Cari colleghi,
Sul sito del Miur si può scaricare il PNR 2014-2020.
Non sembra male....
Sicuramente non è voluto, ma è buffo che il PRIN sia sostituito dal RIDE
(RICERCA ITALIANA DI *ECCELLENZA*) che suggerisce varie battute più o meno
divertenti....
L'abuso della parola "*eccellenza*" che oggi va tanto di moda mi fa pensare
a Totò
http://www.youtube.com/watch?v=dPlGGcQ6qzI
Sul RIDE si legge.
*Almeno EURO 200 Mln/anno *per progetti di ricerca triennali senza limiti di
costi, per:
ofavorire la ricerca italiana di *eccellenza*,
opromuovere lo sviluppo ed il progresso nella conoscenza attraverso la
creatività e l'originalità di ricercatori di *eccellenza*,
oincrementare la competitività della ricerca nazionale *nell'arena*europea.
Questo sancisce il nostro ruolo di gladiatori nell'Impero del Miur ........
Saluti
Patrizio
Cari colleghi,
Rispondo alla lettera di Anna Painelli di qualche giorno fa, a proposito dell'evidente intenzione dell'ANVUR di intaccare la libertà di ricerca universitaria. In questo contesto vorrei menzionare la conclusione principale di un'eminente storico della scienza, riguardante lo straordinario sviluppo delle scienze all'interno delle università occidentali, istituzione che non a pari nel mondo. Nel suo libri "Le Origini medievali della scienza moderna", Edward Grant , persona ritenuta molto autorevole nel suo campo, conclude che uno dei maggiori contributi al successo dell'università occidentale è dovuto alla (anche questo straordinaro) quasi totale mancanza di ingerenza da parte del mondo secolare e del mondo religioso. Pare che oramai il mondo secolare, orientato sempre agli interessi del mercato, stia irrompendo nei nostri Atenei, in maniera massiccia, per la prima volta nella storia.
Per chi vuole dare un'occhiata al libro a cui mi riferisco, fa parte della collana Piccola Biblioteca Einaidi (Storia). E molto bello.
Cordialità,
Robert Jennings
Il 31/01/14, Patrizio Dimitri <patrizio.dimitri(a)uniroma1.it> ha scritto:
> Caro Stefano,
>
> Anche tra gli e-journals ce ne sono di diverse categorie, De Nicolao penso
> si riferisse a quelli che ci subissano di richieste quotidiane tramite mail
> e dove si effettivamente c'è uno scarso filtro e si può pubblicare molto
> facilmente.....
>
> Ciao,
> Patrizio
>
>
> Il giorno 30 gennaio 2014 19:27, Stefano Pascarella <
> stefano.pascarella(a)uniroma1.it> ha scritto:
>
> > Se per e-journals intendiamo riviste scientifiche pubblicate
> > esclusivamente on-line, ritengo che l'affermazione "gli e-journals,
> > infine, non c'é problema; basta pagare" sia offensiva e spero sia
> > dettata solo dalla scarsa conoscenza della materia. Più di una volta ho
> > avuto lavori rifiutati da riviste on-line dotate di IF (visto che piace
> > tanto) e di un Editorial Board al cospetto del quale molti dei devoti
> > della valutazione quantitativa impallidirebbero.
> > Se invece ho frainteso, mi scuso ma ritenevo doverosa questa precisazione.
> >
> > Cordiali saluti, Stefano Pascarella
> >
> > Il 30/01/2014 15:27, Camillo LaMesa ha scritto:
> > > Cari Colleghi
> > > I criteri di valutazione ci sono sempre stati. Ricordo che, da giovane
> > ricercatore in attesa di conferma (parlo degli anni 80), cercavo di
> > pubblicare su buone riviste. Cercavo di evitare di farlo su riviste
> > borderline, per quanto prestigiose fossero. Ancora oggi scelgo la rivista
> > cui sottomettere un articolo basandomi sulla congruità tra quello che
> > presento ed il tipo di revisione in base alla quale fare valutare il mio
> > contributo. Naturalmente, queste scelte sono basate su considerazioni
> > empiriche.
> > > Si dovrebbe capire se i criteri di valutazione siano ancora utili.
> > Quindi accettarli come sono, cambiarli, rimodularli, od eliminarli.
> > Personalmente credo che una valutazione del nostro operato abbia senso. Mi
> > piacerebbe ci fosse anche una valutazione seria della nostra attività
> > didattica; questa è ancora più difficile da fare. E non si fa, o la si
> > valuta all'amatriciana.
> > > Spesso mi confronto con colleghi che hanno curricula numericamente
> > spaventosi, ma di bassa lega. Volendo fare una valutazione puramente
> > quantitativa, basterebbe pesare la quantità di carta che producono. Non
> > credo sia la strada da seguire. Bisogna vedere se e quanto ciò che si
> > produce viene acquisito dalla comunità scientifica di riferimento. E qui
> > cominciano i problemi. Una prima differenza salta agli occhi. Basti notare
> > cosa succede confrontando i criteri di valutazione relativi alle scienze
> > umanistiche con quelli delle scienze fisiche, o chimiche. Per i primi nella
> > valutazione c'è un margine di aleatorietà molto vasto; è sotto gli occhi di
> > tutti. Per quanto riguarda quelli di scienze "dure", la comunità
> > scientifica, e, spesso, anche le case editrici determinano il rango di una
> > rivista. Questo si basa sul numero di citazioni e sul rapporto tra
> > manoscritti accettati e sottomessi. Così, ad esempio, le riviste di Chimica
> > Generale hanno un rango ben correlato con la popolarità della rivista, e
> > con la sua reputazione. E' prassi comune che riviste nuove non vengano
> > valutate finchè non sia determinabile un andamento della loro validità nel
> > tempo. Non è un caso che esse debbano attendere almeno tre anni per
> > ottenere quello che si chiama "impact factor". Le riviste di carattere
> > interdisciplinare, tipo Science o Nature, hanno valutazioni altissime,
> > perchè enorme e la platea cui si rivolgono. Anche di non specialisti e
> > semplici curiosi. Non è detto che quello che si trova lì sia sempre di
> > altissima levatura; molto spesso riviste di "area" pubblicano lavori di
> > qualità migliore, anche se le informazioni riguardano un numero ridotto di
> > utenti.
> > > Durante la nostra attività scientifica, produciamo articoli originali,
> > reviews, monografie, tutti su supporto cartaceo, ed altri su e-journals. I
> > primi sono quelli per cui valgono le considerazioni fatte sopra; quindi non
> > ci tornerò. Reviews e monografie sono, di norma, assegnate da un
> > committente (l'editore); a volte non sono sottoposte a revisione. Per
> > quanto riguarda gli e-journals, infine, non c'é problema; basta pagare. E'
> > ovvio che le summenzionate categorie non possano essere uniformate nella
> > valutazione. Ricadremmo nella valutazione a peso.
> > > Se le considerazioni che ho fatto sono valide, mi rendo conto che un
> > criterio di valutazione attendibile risulta difficile. Capisco le
> > difficoltà in cui si imbattono coloro che vi si cimentano. Se poi
> > sovrapponiamo a queste difficoltà motivazioni molto meno nobili (od azioni
> > di lobbying) allora emerge il marasma in cui si dibatte l'Anvur. Che spesso
> > ci mette del suo: ad esempio articoli di tipo multidisciplinare vengono
> > valutati molto meno bene di quelli strettamente monotematici. Alla faccia
> > dell'interdisciplinarietà! Per questo reputiamo aleatorie, se non
> > urticanti, le valutazioni che fa. D'altra parte, non credo che i criteri di
> > valutazione siano demandabili alle classi concorsuali. Questi sono i motivi
> > per cui credo valga la pena accettare un criterio univoco, purché sia
> > chiaro e ben definito.
> > > Camillo La Mesa
> > >
> > > Il giorno 30/gen/2014, alle ore 13.14, Patrizio Dimitri ha scritto:
> > >
> > >> Cari Colleghi,
> > >>
> > >> Ieri alla Sapienza c'è stato un incontro-dibattito organizzato da Marco
> > >> Merafina sui risultati di ASN e VQR.
> > >>
> > >> Nel corso dell'incontro, Giuseppe De Nicolao, professore ordinario del
> > >> Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
> > dell'Università
> > >> di Pavia e principale voce del blog ROARS, ha presentato un ppt
> > >> dettagliatissimo mostrando i risultati e le ricadute negative di VQR e
> > ASN.
> > >>
> > >> In circa 30' De Nicolao da solo ha messo ko l'Anvur e demolito il
> > castello
> > >> dell'ANvur. L'agenzia governativa era per l'occasione rappresentata da
> > >> Stefano Fantoni, il Presidente e Sergio Benedetto, ingegnere, il
> > principale
> > >> artefice della macchina per la VQR, coadiuvati da Marco Mancini, capo
> > >> dipartimento del Miur e Giancarlo Ruocco, prorettore della Sapienza.
> > >>
> > >> Il collega Marco Merafina ed il Preside della Facoltà di Scienze
> > Vincenzo
> > >> Nesi si sono associati alle critiche di De Nicolao, aggiungendo a loro
> > volta
> > >> altre considerazioni sulle ripercussioni negative sulla paradossale
> > >> numerologia anvuriana. Tra l'altro hanno giustamente denunciato che
> > nelle
> > >> ASN una corretta valutazione dei candidati non può prescindere
> > dall'attività
> > >> didattica che di fatto viene degradata a mero hobby.
> > >>
> > >> Di fronte a problematiche così palesi ci sarebbe stato solo da recitare
> > il
> > >> mea culpa, invece gli anvuriani hanno dimostrato di incassare molto bene
> > >> anche colpi pesantissimi, sono muri di gomma. Incuranti della
> > figuraccia che
> > >> stavano facendo di fronte ad una platea di circa 200 persone, in modo
> > >> autoreferenziale hanno sbandierato proclami sull'importanza del sistema
> > >> valutativo dell'ANVUR, senza commentare i dati inoppugnabili forniti da
> > De
> > >> Nicolao, annunciando di proseguire fedelmente nel compito assegnato loro
> > >> dallo Stato e di andare avanti per la loro strada, una strada in vero
> > >> lastricata di morti e feriti.
> > >>
> > >> Posso inviare il pdf della presentazione di De Nicolao a chi è
> > interessato,
> > >> si tratta di una analisi molto illuminante. Alcuni dati sono più chiari,
> > >> altre meno, ma l'importante sono le ricadute negative di un meccanismo
> > di
> > >> valutazione che si rivela sballato e sbagliato in partenza. Un sistema
> > come
> > >> questo, quantitativo e automatico, che prescinde da autonomia e
> > originalità
> > >> della ricerca, che non entra nel merito del contributo dei singoli non é
> > >> ammissibile. Un sistema tra l'altro molto dispendioso in termini di
> > risorse
> > >> e stipendi, che nessun paese serio, dove la valutazione è di casa, si
> > >> sognerebbe mai di mettere in piedi.
> > >>
> > >> Chi continu a difendere a spada tratta la numerologia anvuriana, abbia
> > >> almeno il coraggio e l'onestà di dire che lo fa per convenienza e non
> > per
> > >> convinzione culturale. Prima c'erano i concorsi, è vero alcuni venivano
> > >> gestiti da nepotisti e familisti, ma siamo così ingenui da credere che
> > ora
> > >> le ASN siano così etiche e scevre da tutto ciò? Avete visto che sta
> > >> succedendo? Ci sono valanghe di denunce, proteste e ricorsi in atto. Il
> > >> problema, come ho sempre detto anche in questa sede, non sono i
> > meccanismi
> > >> ma le persone che li gestiscono e quelle bene o male sono sempre le
> > stesse!
> > >>
> > >> Il sistema ANVUR crea tante e tali aberrazioni e incongruenze
> > (generando tra
> > >> l'altro tutta una serie di escamotage all'italiana, furbizie,
> > comportamenti
> > >> anticulturali e opportunistici già in atto che riguardano, cambiamenti
> > di
> > >> settori, mercato di authorship e citazioni ecc ecc) che rischia di
> > ribaltare
> > >> in molti casi i valori in campo e di affondare definitivamente
> > università e
> > >> ricerca nel nostro paese. L'università e la ricerca in Italia hanno
> > bisogno
> > >> di una cura, ma questa cura non deve uccidere il paziente, come
> > purtroppo
> > >> sta accadendo.
> > >>
> > >> E' urgente un cambio di strategia. Servono misure efficaci che
> > introducano
> > >> un sistema di valutazione per l'assegnazione dei finanziamenti, per il
> > >> reclutamento e la progressione delle carriere, basato su qualità, etica
> > e
> > >> responsabilità. A questo punto farebbero meno danni le chiamate dirette,
> > >> associate ad una stringente valutazione ex-post affidata a commissioni
> > con
> > >> una cospicua rappresentazione di esperti stranieri.
> > >>
> > >> La ministra Carrozza, purtroppo, tace......
> > >>
> > >>
> > >>> Si torna però sempre lì: senza l'uso della bibliometria manca un
> > modello
> > >>> alternativo serio per una valutazione della ricerca. Francamente la
> > >>> valutazione dei risultati ex post è risibile e non sposta il
> > problema....
> > >>> Attualmente mi pare che l'unica alternativa sia non fare alcuna
> > >>> valutazione e restare agli antichi sistemi di potere. Se è tutto qui mi
> > >>> tengo la bibliometria...
> > >>> Saluti
> > >>> Alessio
> > >>>
> > >>> On 01/30/2014 11:37 AM, Lorenzo Tortora de Falco wrote:
> > >>>> Cara Anna, cari colleghi di Universitas,
> > >>>>
> > >>>> sono perfettamente d'accordo per contrastare l'uso della
> > bibliometria, e
> > >>>> trovo al tempo stesso rivelatrice e sconcertante la frase che citi:
> > >>>>
> > >>>>> garantire un quadro di riferimento omogeneo in grado di indirizzare
> > il
> > >>>>> comportamento dei docenti e, soprattutto **dei giovani ricercatori,
> > alla
> > >>>>> qualità nella scelta di cosa, come e dove pubblicare*."
> > >>>> La parola chiave mi sembra essere "omogeneo". Siamo molto lontani da
> > ciò che
> > >>>> scrive Alain Connes (medaglia Fields del 1982) in a "A view of
> > Mathematics"
> > >>>> (
> > http://www.omath.org.il/image/users/112431/ftp/my_files/Alain%20connes.pdf?i
> > >>>> d=8883062) sulla ricerca in matematica:
> > >>>>
> > >>>> <<It often begins by an act of rebellion with respect to the existing
> > >>>> dogmatic description of that reality that one will find in existing
> > books.>>
> > >>>>
> > >>>> Ma siamo molto lontani anche dal semplice buon senso di chi realmente
> > si
> > >>>> interessa in modo serio di politica della ricerca scientifica. Molte
> > "alte"
> > >>>> voci si sono alzate contro la bibliometria, ma questo è servito a
> > poco. La
> > >>>> mia sensazione è che purtroppo anche se un numero significativo di
> > colleghi
> > >>>> capisce il rischio di una "deriva bibliometrica", soprattutto per il
> > mondo
> > >>>> umanistico e per quello delle scienze più teoriche, all'atto pratico
> > accade
> > >>>> spesso che ognuno cerchi la sua convenienza del momento, personale
> > oppure
> > >>>> (nei casi migliori) della propria disciplina, ponendosi la domanda:
> > "ma io ci
> > >>>> rientro in questi criteri?" Se la risposta è positiva, ecco che la
> > critica si
> > >>>> fa più blanda e meno pressante.
> > >>>>
> > >>>> In conclusione, io sono pronto a fare qualcosa in questa direzione,
> > ma in
> > >>>> tutta onestà non riesco a vedere un modo "intelligente" di
> > contrastare questa
> > >>>> tendenza, cioè che sia politicamente praticabile e che possa sortire
> > degli
> > >>>> effetti. Sono disponibilissimo anche ad azioni tipo mega-petizioni o
> > simili,
> > >>>> pur ritenendo che non serviranno, perché far sentire una voce è
> > sempre meglio
> > >>>> che tacere, e non si sa mai come sarà davvero recepita. Però mi
> > piacerebbe
> > >>>> trovare una forma più originale che possa in qualche modo attecchire,
> > e
> > >>>> confesso di non vederne alcuna. Forse però qualcuno ha idee in merito?
> > >>>>
> > >>>> Saluti a tutti,
> > >>>>
> > >>>> Lorenzo Tortora de Falco.
> > >>>>
> > >>>>
> > >>>>
> > >>>> On Jan 30, 2014, at 10:46 AM, anna painelli wrote:
> > >>>>
> > >>>>> Buongiorno:
> > >>>>>
> > >>>>> non so quanti di noi hanno letto questo documento dell'ANVUR
> > >>>>>
> > http://www.anvur.org/attachments/article/455/accreditamento%20corsi%20di%20d
> > >>>>> ottorato.pdf
> > >>>>>
> > >>>>> A pagina 5 recita
> > >>>>> "L'ANVUR ha cercato di armonizzare gli indicatori collegati ai
> > criteri A4
> > >>>>> (qualificazione scientifica del collegio di dottorato) e A14
> > descritti
> > >>>>> nella Sezione 3, con quelli utilizzati nella VQR 2004-2010 e con
> > indicatori
> > >>>>> bibliometrici di largo uso nella prassi internazionale, *in modo da
> > >>>>> garantire un quadro di riferimento omogeneo in grado di indirizzare
> > il
> > >>>>> comportamento dei docenti e, soprattutto **dei giovani ricercatori,
> > alla
> > >>>>> qualità nella scelta di cosa, come e dove pubblicare*."
> > >>>>>
> > >>>>> a me sembra un gravissimo attacco alla libertà di ricerca e quindi
> > alla
> > >>>>> ricerca tout court.
> > >>>>>
> > >>>>> Possiamo far sentire la nostra voce?
> > >>>>>
> > >>>>> saluti anna
> > >>>>>
> > >>>>>
> > >>>>>
> > >>>>> --
> > >>>>> Anna Painelli
> > >>>>> Dip. Chimica
> > >>>>> Parma University
> > >>>>> 43124 Parma, Italy
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> > >>>>> skype: anna.painelli
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> > >>
> > >> Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
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> > *Stefano Pascarella*
> > Professore ordinario di Biochimica
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> > *DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOCHIMICHE***
> >
> > *SAPIENZA***
> >
> > *Università di Roma***
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> > Stefano.Pascarella(a)uniroma1.it
> > http://dsb.uniroma1.it/
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