Grazie Piero,
per quanto riguarda il primo punto (gruppi di ricerca dello STESSO Dipartimento), mi pare proprio di ricordare che ci fosse anche nei bandi precedenti - naturalmente oggi le cose si complicano perchè in virtù (?) della Legge Gelmini, i Dipartimenti sono mediamente molto più grandi....
Ma ora con questo dannato sbarramento quantitativo, organizzare unità da gruppi dello stesso dipartimento poteva essere un modo per superare il problema.....
"sostenere la posizione UE nella classifica mondiale della scienza" è una definizione un po' generica, non mi sembra ovvio che includa la ricerca di base......
per quanto riguarda il primo punto (gruppi di ricerca dello STESSO Dipartimento), mi pare proprio di ricordare che ci fosse anche nei bandi precedenti - naturalmente oggi le cose si complicano perchè in virtù (?) della Legge Gelmini, i Dipartimenti sono mediamente molto più grandi.... per quanto riguarda il riferimento a Horizon 2020, è un impegno (anche se forse non una direttiva...) preso a livello europeo (vedere al sito di Horizon).... la ricerca di base (credo...) rientra nel primo obiettivo Horizon (sostenere la posizione UE nella classifica mondiale della scienza) Piero Lattanzi
Patrizio Dimitri patrizio.dimitri@uniroma1.it ha scritto:
Cari colleghi,
La vicenda dei prin è ancora più grave e complessa di quello che sembrava.
Nelle istruzioni si legge:
³Si segnala l'importanza di evitare la presenza, nell¹ambito dello stesso progetto, di più unità di ricerca afferenti ad un unico Dipartimento. Sarà, pertanto, cura del Coordinatore sollecitare l¹aggregazione in un¹unica unità tra i ricercatori appartenenti alla stessa struttura organizzativa.²
Quindi, sono sfavoriti i progetti che considerano gruppi di ricerca diversi dello stesso Dipartimento; eventualemnte si possono aggregare in una sola unità con la consequenza che, anche in caso di finanziamento, ci si troverà a spartire una miseria!
Come se non bastasse nel decreto ministeriale si legge:
- Il programma PRIN si prefigge di finanziare progetti che per complessità
e natura richiedono di norma la collaborazione di più studiosi e di più organismi di ricerca, nazionali o internazionali, e le cui esigenze di finanziamento eccedono la normale disponibilità delle singole istituzioni, riconoscendo priorità, in termini di premialità valutativa, ai progetti che prevedano collaborazioni internazionali, fermo restando il divieto dell'utilizzo di fondi PRIN per la corresponsione di compensi a studiosi o ad organismi di ricerca stranieri, e che si riconducano agli obiettivi di Horizon 2020 (sostenere la posizione dell'UE nella classifica mondiale della scienza e contribuire ad affermare il primato industriale nell'innovazione con investimenti nelle tecnologie di punta e attraverso il sostegno ad alcune tematiche ritenute prioritarie: sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia, energia sicura pulita edefficiente, trasporti intelligenti verdi e integrati, clima, efficienza nelle risorse e materie prime, società inclusive innovative e sicure).
In questo modo si penalizza volutamente (ma stupidamente) la ricerca di base e si limita ancora di più la partecipazione di buona parte dei gruppi di ricerca universitari e non.
Siamo nel caos e lo si capisce dal fatto che molti colleghi non sanno ancora cosa fare e altri sono alla ricerca spasmodica di persone e gruppi!
Credo sia necessario stilare un documento con i vari punti critici, per chiedere a Profumo di modificare assolutamente le regole.
Patrizio Dimitri _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php
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