Caro Claudio,
L'Italia è un paese senza memoria dove si attende sempre un Principe, sia a destra, sia a sinistra e nel frattempo si parla a casaccio anche di quello che non si conosce, sfruttando i bigini degli anni '70 e spesso spolverando la già allora cattiva interpretazione elitaria del marxismo in salsa italiana. Tanti piccoli Sordi che giocano a Un sovietico a Roma o Un americano a Roma, poi mangiano felici i maccheroni quando nessuno li vede.
Poi quando lo fai notare, si adontano tutti e da un lato all'altro invece che confutare e discutere nel merito ti delegittimano affibbiandoti a campi e ideologie senza nemmeno sapere chi sei e accettare che potresti avere idee diverse e basta. La riduzione della persona a "membro di" è lo strumento dei mediocri, per evitare di entrare nel merito. Da economista sento sproloquiare di liberismo e non liberismo, ma non mi verrebbe mai in mente per onestà intellettuale di fare lo stesso e discutere di neutrini o teoremi di sorta. Si vede c'è sbaglio in un Paese in cui magistrati e docenti si auto definiscono competenti in tutto lo scibile...
Io non ti ho trovato spocchioso ma solo realista.
Luca Solari
da iPhone
Il giorno 20/gen/2013, alle ore 13:51, claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it ha scritto:
cari colleghi, sono stato accusato di una certa spocchia per la mia ultima lettera e mi si chiede perché raccontare dell'Università di 40 anni fa a chi è entrato molto dopo e quindi certo non è responsabile degli errori di quegli anni.
Io credo che sia opportuno per chi si ritiene un intellettuale di esprimere candidamente le proprie opinioni, anche a rischio di sembrare un ingenuo, anche se sono poco ortodosse ed anche, direi specialmente, se sono potenzialmente sgradite. L'alternativa è di essere un chierico o un conformista. Parlare di cosa succedeva 40 anni fa credo sia utile, perché io sono convinto che molti dei mali dell'Università di oggi abbiano radici profonde in errori fatti in quegli anni, perché chi non conosce la propria storia è destinato a riviverla ed infine perché alcune delle idee sciagurate di quel periodo, come quella del docente unico, che credevo sepolte dalla polvere della storia, sinistramente ritornano come a dimostrare che questo è un paese senza speranza e senza futuro. Un paese di persone intelligenti governato da mediocri.
Per quanto riguarda il neoliberismo ho parlato volutamente di spot elettorali. Non oso certo addentrarmi in problematiche molto al di la delle mie capacità ma vorrei solo osservare che quando si parla di fenomeni che hanno scale temporali, macroeconomiche, geografiche gigantesche sarebbe bene usare un po di modestia e capire che non è un programma elettorale più o meno rivoluzionario che può incidere realmente su questi fenomeni. La politica certamente deve fare la sua parte ma con una certa modestia invece io sento un fortissimo odore di cialtroneria.
Per questo mi ha veramente irritato ascoltare Ingroia che, avendo fatto fino ad ora il magistrato, e non sappiamo neanche con quale successo, pretende di diventare il leader di una rivoluzione civile il cui probabile effetto sarà simile a quello che produsse Nader negli USA una decina di anni fa, facendo vincere Bush invece di Al Gore e favorendo guerre e disastri economici, e comunque ha riciclato parecchi personaggi che speravamo di aver archiviato.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php