cari colleghi, la discussione e` un po da torre di babele. Stiamo parlando in realta` di molte cose qualitativamente e quantitativamente diverse fra loro.
Primo quello che e` avvenuto negli anni 70 ed 80 e` stata la mancata o ritardata riforma in un momento di grande crescita delle universita` e di forte sindacalizzazione.
A qull'epoca si sono sovrapposti tre ordini di problemi:
1. assumere grandi numeri perche' le universita` crescevano disordinatamente. Ricordo ad esempio all'universita` di Lecce non avevano personale e lo avevano reclutato fra (degni) insegnanti di scuola secondaria, che non avevano idea del mondo universitario.
2. Poi c'era una fortissima pressione sindacale per cui se uno aveva avuto un mese di borsa di studio aveva un "diritto acquisito" e quindi passava davanti al novello Einstein. Quegli stessi sindacalisti sono poi diventati fra i maggiori maneggioni della politica accademica.
3. Poi c'e` stato il problema di trasformare gli incaricati e gli assitenti nei nuovi ruoli e poi probabilmente altre cose che fortunatamente ho rimosso.
Quello che e` avvenuto recentemente e` abbastanza diverso e devo dire non ho ancora capito chi ha veramente spinto per le tre idoneita` nei concorsi.
Mi sembra sempre le corporazioni e i sindacati ma non vorrei esprimere giudizi su cose che non so.
La cosa buffa e` che le terne esistevano anche con l'universita` prima degli anni 70. Io ho vinto in una di tali terne, ma la dinamica che generavano era abbastanza diversa in una universita` in cui comandavano solo un piccolo numero di baroni e in cui non esisteva la attuale forma di autonomia. Qualche morale se ne puo` trarre.
Ora le condizioni sono ancora diverse, da una parte sono migliori di quelle degli anni 70 perche' il numero di giovani aspiranti ad entrare nell'universita`, e che sono anche qualificati e` nettamente superiore agli anni 70, quando non esisteva dottorato , e sono entrate persone senza alcuna esperienza scientifica che ora sono ancora qui anche se vicini alla pensione.
D'altra parte siamo in un momento di contrazione e non di crescita, quindi il rischio di idoneita` generalizzate che portino a grosse immissioni mi sembra basso, semplicemente perche' non ci sono i soldi. Questo non vuol dire che non bisogna tenere alta la guardia.
Infine resta a mio avviso il problema irrisolto della Piramide, io su questo ho le idee confuse ma su una cosa sono sicuro: se non offriamo una buona e rapida possibilita` di carriera a tutti i bravi e meritevoli sbagliamo, li perderemo e non riusciremo a competere sul mercato internazionale.
Poi una piccola chiosa per Dimitri, usero` anche io una canzone "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" quando e` stato necessario le mani me le sono sporcate.
claudio