Ho seguito un pò stancamente i vari messaggi che sul sito Universitas in Trasformazione, ed ho letto la lettera di Dimitri su La Repubblica (che condivido). Ritengo per esempio semplicemente assurdo il fatto che ci sia una lista "pre-confezionata" di valutatori... Non mi risulta che esista nulla di simile nell'NSF Americano. Insomma un progetto andrebbe valutato nè più nè meno di come un Chief Editor valuta e gestisce pubblicazioni sottomesse alla propria rivista. La lista "pre-confezionata" dei valutatori è una tipica aberrazione Italiana. A livello di esperienza personale posso dire che essendo diventato Chief Editor della rivista Journal of Geochemical Exploration (Elsevier) nel 2007, l'ho portata da un IF di 0,45 del 2007 a 2,125 nel 2010. Come? Semplicemente facendo valutazioni di merito e costituendo un Editorial Board di mia assoluta fiducia, senza guardare in faccia a NESSUNO! JGE é diventato nel giro di 4 anni la rivista leader mondiale nel settore dell'esplorazione mineraria e ambientale... nel 2007 era il fanalino di coda del settore specifico.
In merito alle nuove regole per il PRIN 2011, sarò noiosissimo, ma io continuo a pensare che il problema non sia quanto buona sia la Regola X invece che la regola Y, oppure il Ministro X invece che Y. Tra l'altro Profumo prima di diventare Ministro era il Rettore dll'Università di Torino... Tutte le regole sono buone o cattive, ma se non avviene una "rivoluzione" nella testa di noi Professori Universitari non se ne uscirà mai.
Vi porto il mio caso fatto di una lunga serie di insuccessi di finanziamenti PRIN e/o comunque di finanziamenti pubblici (attraverso il Gruppo Nazionale per la Vulcanologia, l'INGV, e via discorrendo, ivi compresi alcuni progetti Europei). BADATE BENE CHE NON FACCIO DEL VITTIMISMO. A 65 anni cerco di analizzare e di capire.... Se metto insieme TUTTI (ma proprio TUTTI i finanziamenti) che ho ricevuto dal 1976 (quando sono entrato nel "sistema" come Ricercatore del CNR, per poi passare nell'Università nel 1987) al 2011 (si tratta quindi di 35 anni di attività) i miei fondi assommano a meno di 1 milione di Euro. Eppure con questi pochi fondi distribuiti su 35 anni ho una produzione scientifica (almeno nel campo delle Scienze della Terra) fra le più elevate in Italia (é possibile verificare sul sito www.fluidenv.unina.it). Ill 90% delle mie ricerche e pubblicazioni sono in collaborazione con Ricercatori di varie Istituzioni prestigiose degli USA, Inghilterra, Australia etc... Per parlare fuor di eufemismo, trovare "collaborazioni" internazionali con il portafoglio pieno é semplicissimo, tutti sono capacissimi in questo modo... trovare le collaborazioni internazionali di prestigio con il portafoglio quasi vuoto é ben più difficile, perché a livello internazionale NESSUNO regala NULLA! Eppure, a fronte di un rapporto costi-benefici elevatissimo, il tutto si é tradotto il più delle volte in bocciature per i vari progetti che ho presentato (PRIN, INGV, etc..). E non nascondo che per i pochi Progetti PRIN che ho avuto approvati, si è verificata la fortunata circostanza di essere incappato in qualche referaggio di un amico... Qualcuno mi dice: "non hai successo, perché non sei un buon politico"; io rispondo: confermo in pieno.. di fatti, faccio il Ricercatore! Comunque, a parte le dietrologie di varia natura (di cui siamo Maestri insuperabili, noi Italiani) quale è l'arcano mistero per il quale con pochissimi soldi "riesco a convinvcere" tanti prestigiosi colleghi a collaborare con il sottoscritto su progetti (per i quali ho fondi irrisori), ma non riesco assolutamente a trovare il minimo di credito in Italia? Senza abbandonarsi a vittimismi inutili, continuo a pensare che in Italia non si cambia mai registro perché manca il valore fondante che é alla base del sistema NSF (che certo non é la perfezione sulla Terra): l'etica personale. Questa analisi l'ho fatta attraverso questo blog altre volte... ma nulla é cambiato, e quindi non posso fare altro che riproporla. Cordiali saluti Benedetto
----- Original Message ----- From: "Piero Lattanzi" lattanzp@unica.it To: "Universitàe Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Sent: Sunday, January 08, 2012 9:57 AM Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] La ricerca e l'arte diarrangiarsi nel paese di Pulcinella
questo ministro è sicuramente meno ignorante e cialtrone del precedente (non che ci volesse molto.....), ma politicamente mi sembra in sintonia.... tenuto conto dei tempi di uscita, sono propenso a credere che il bando PRIN fosse già abbozzato dal ministro precedente (o meglio dallo staff ministeriale) per informazione dei colleghi, all'interno della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (area Scienze della Terra) ci stiamo attrezzando per arrivare, almeno, a capire quale sia il modo migliore (o meno peggio) di procedere posso inoltrare alla lista eventuali ragionamenti in merito saluti (e non deprimiamoci troppo.....) Piero Lattanzi
Pierfranco Lattanzi Professor of Applied mineralogy Dipartimento di Scienze della Terra Università di Cagliari via Trentino 51, I-09127 Cagliari, Italy +39-070-6757722 - +39-055-2757490 lattanzp@unica.it skype: pierfranco.lattanzi
-------------------------------------------------- From: "P. Dimitri" liviapat@inwind.it Sent: Saturday, January 07, 2012 9:11 AM To: alberto.girlando@unipr.it; "Universitàe Ricerca Forum" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] La ricerca e l'arte di arrangiarsi nel paese di Pulcinella
Ma Profumo NON è un POLITICO, ma un TECNICO, già Rettore del Politecnico di Torino, nonché (lo è ancora ?) Presidente del CNR.
Credi che Rettori o Presidenti di Enti di ricerca non siano dei politici o non intessano con la politica rapporti strettissimi? Questo governo è un governo politico, tecnico solo a parole, e Profumo per stare dove sta e per essere, o essere stato, Presidente del CNR ha fatto certamente politica e non solo....
Il 07/01/12 06.41, "Alberto Girlando" alberto.girlando@unipr.it ha scritto:
Ma Profumo NON è un POLITICO, ma un TECNICO, già Rettore del Politecnico di Torino, nonché (lo è ancora ?) Presidente del CNR.
Mi sembra che questi tecnici siano tutti specializzati nel conflitto di interessi
A parte questo, mi sembra che lo scopo di questa manovra sia: a) Tenere tutti impegnati a scrivere progetti più o meno sensati, invece che a fare ricerca, o a cercare di opporsi a questa deriva culturale b) Scaricare sulle Università l'onere ed il costo delle valutazioni. Ma le Università sapranno farlo ? Secondo i miei calcoli, vista la percentuale dello 0.75 %, ed i soldi GIA' ASSEGNATI all'area chimica (la mia) saranno approvati circa 15-16 progetti, a fronte di un massimo di progetti ammessi dalle Univesità di circa 20. Quindi nelle aggregazioni bisogna mettersi in cordata con chi è in grado di superare la valutazione LOCALE, che risente di tutte le incrostazioni di potere.. ed ammesso che questa cordata, magari valida e coesa (una parola di moda !) dal punto di vista scientifico, ci sia.. come fa a scegliere il coordinatore ? Solo le Università grandi potranno fare (forse) una selezione.
Provate anche voi a fare questo esercizio per il vostro settore, e capirete come le cose funzioneranno...
Non che le cose prima funzionassero bene, il problema sta tutto nella mancanza cronica di soldi. Ma per Profumo questo non è un fattore determinante per competere a livello Europeo... è COLPA NOSTRA se non sappiamo prendere i finanziamenti Europei
Alberto Girlando
On Sat, 2012-01-07 at 00:36 +0100, P. Dimitri wrote:
Caro Vianello,
Sono perfettamente d'accordo con la critica sui vincoli quantitativi. Da quando ho letto il bando Prin questo aspetto mi assilla e mi preoccupa. Proprio ieri stavo pensando di scrivere una breve lettera a Repubblica......
E' vero che rispetto ad alcuni anni fa, specialmente nel campo biologico, le dimensioni medie dei gruppi sono cresciute, ma queste non sono necessariamente funzione della qualità della ricerca. Ritengo assurdo definire un numero minimo di ben 5 unità per un Prin. Purtroppo, se ne parlava anche quando c'era Mussi. Si tratta della riproposizione del concetto di "massa critica" tanto caro al sottosegretario di Mussi, Luciano Modica (che spero ci leggerà). Secondo tale concetto, i progetti più degni sarebbero quelli capaci di aggregare più persone. Tant'è vero che in una bozza del bando Prin uscita negli ultimi mesi dell¹ultimo Governo Prodi figurava proprio un simile limite quantitativo, poi per fortuna rimosso. Magari Profumo ha resuscitato un tale criterio su suggerimento di Modica, chissà... Se lo applicate a molte ricerche eccellenti, anche premiate col Nobel, queste non verrebbero mai ammesse ad un siffatto Prin! Sembra una barzelletta, ma non me ne meraviglio; in realtà temo si tratti di un chiaro e premeditato tentativo mirato a favorire i gruppi ampi e accademicamente potenti, tagliando tutto il resto.
Come se non bastasse, un altro problema è di natura pratica, culturale ed organizzativa. Chi non ha al momento la possibilità di aggregare 5 unità attorno ad un filone di ricerca (nel mio caso sono stato coordinatore di un progetto di 3 unità finanziato nel 2008) in due mesi scarsi deve arrovellarsi il cervello per: 1) a) sbrigarsi per racimolare colleghi con interessi comuni ed organizzare 5 unità scientificamente valide e congrue dal punto di vista tematico b) scrivere un progetto sensato e competitivo; 2) vendersi al migliore offerente (ammesso che possa farlo); 3) lasciar perdere e chiudere bottega. Io tenterò la prima opzione, ma il tempo è scarso.
Ritengo che sia poco serio costringere dei professionisti ad arrangiarsi ed a fare salti mortali per mettere in piedi collaborazioni scientifiche dell¹ultima ora. La ricerca è una cosa seria, necessita di programmazione e non di improvvisazione. Ma questo i nostri abili politici lo sanno?
Patrizio Dimitri
Il 06/01/12 12.07, "Marco Vianello" marcov@math.unipd.it ha scritto:
Cari colleghi,
esiste nei fatti la liberta` di ricerca in Italia? o meglio, esistono le pari opportunita` nell'accesso alle risorse per la ricerca, basate esclusivamente sulla qualita` scientifica?
la risposta sembra negativa (da molto tempo), e ora in particolare dopo l'emanazione dei bandi PRIN e FIRB
e` triste, ogni governo riesce ad inventarsi nuovi metodi per sottofinanziare (o non finanziare del tutto) moltissimi di quelli che dedicano la vita alla ricerca scientifica, siano questi vincoli economici o burocratici
sui bandi PRIN e FIRB si sono espressi in modo molto chiaro i Direttori della Scuola Normale e Sant'Anna, ma un dibattito su questa mailing list sarebbe ragionevole e auspicabile
per chi non avesse letto la lettera aperta al ministro e una "risposta" in intervista dello stesso (da cui si coglie che non sembra esserci la minima intenzione di cambiare rotta) allego questi link
http://www.math.unipd.it/~marcov/letteraSNS.pdf
http://www.math.unipd.it/~marcov/intervista.pdf
personalmente vorrei semplicemente evidenziare un aspetto a mio avviso sottovalutato: i bandi FIRB sono in evidente contrasto con la Carta Europea dei Ricercatori
conosco personalmente vari dottori di ricerca ultra-36enni non strutturati molto validi (membri loro malgrado di quella "generazione bruciata" di ricercatori colpevolmente dimenticata a livello politico e accademico), che non possono fare domanda perche' discriminati non in base alla distanza dal titolo ma in base all'eta`
la carta europea dei ricercatori nella sezione "Principi generali" dice:
Non discriminazione
I datori di lavoro e/o i finanziatori dei ricercatori non devono discriminare i ricercatori in base al genere, all'eta`, all'origine etnica, nazionale o sociale, alla religione o alle convinzioni, all'orientamento sessuale, alla lingua, alla disabilita`, alle opinioni politiche e alle condizioni sociali o economiche
I FINANZIATORI DEI RICERCATORI NON DEVONO DISCRIMINARE IN BASE ALL'ETA`: piu` chiaro di cosi' ...
Marco Vianello dip.to di matematica Universita` di Padova _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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