Seguendo consiglio di Papini trasmetto di seguito i miei interventi pubblicati su La Republica-Napoli, su tema Università. I titoli, come sapete, li fa il giornale. Alcuni concetti sono ripetitivi, ma gli articoli sono diretti a lettori non necessariamente informati su cose ovvie per noi all'interno del sistema Università. Cordiali saluti Benedetto
Intervento Il partito unico dei docenti La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti, 12 Febbraio 2013 La Repubblica-Napoli ha pubblicato (7/2/2013) un interessante intervento dal titolo Università, analisi di un fallimento, a firma di Massimo Marrelli e Guido Trombetti. Il primo è il Rettore in carica della Federico II e il secondo il Rettore della stessa Federico II per due mandati precedenti a quelli di Marrelli. Trombetti, vale la pena ricordare, è stato anche Presidente della CRUI (Conferenza Rettori Università Italiane) ed é ora Assessore alla Ricerca della Regione Campania. Tutto ciò per chiarire che si tratta di 2 Professori che ben conoscono i problemi dellUniversità e che quindi sono in grado di fare unanalisi abbastanza corretta e condivisibile sulla crisi nella quale si dibatte da sempre una Istituzione che dovrebbe essere il motore dello sviluppo del Paese. Ma così non è, in generale (fatto salve poche eccezioni). Penso che su questo siamo tutti daccordo. La domanda da porre, però, sia a Marrelli che a Trombetti è semplice e banale. Siete stati e siete parte dirigente dellUniversità della quale decretate il fallimento. Ebbene cosa avete fatto, VOI, per cercare di arginare il fallimento che era sotto gli occhi di tutti? Quali decisioni avete mai preso, nelle scelte di Vs competenza nella Federico II da Voi diretta negli ultimi 15 anni, contro le varie corporazioni (Marrelli stesso le ha definite cricche in una sua intervista), per far sì che la situazione non arrivasse al fallimento che con tanta enfasi denunciate? Cosa avete fatto per mettere un freno alla moltiplicazione di corsi e corsetti che i Professori si inventavano di anno in anno per giustificare il proprio posto al sole? Gli studenti, come dicono correttamente Marrelli e Trombetti, hanno capito i danni prodotti a valle del processo; ma chi ha diretto e dirige lUniversità, lo sapeva invece a monte. Ma non ha fatto nulla, per ovviare ai problemi. La parola dordine delle varie componenti locali nello loro scelte dettate da puro corporativismo, mascherato per interesse degli studenti, era che quanto si verificava veniva richiesto dallalto. Ho sempre pensato e continuo a pensare che un Paese lo si costruisce dal basso e non dallalto, ed ho sempre fatto mio il motto che bisogna pensare a livello globale ma agire a livello locale. In ossequio a questo modo di vedere, ritengo che un Rettore possa fare tantissimo, se solo lo voglia. Per fare, però, bisognerebbe mettersi contro tanti gruppi e gruppuscoli di potere che dominano tutte le logiche delle scelte Universitarie. Meglio invece tenersi buoni tutti, cercando di non farsi troppi nemici . I Professori Universitari, è bene dirlo, costituiscono un partito trasversale nel Parlamento e che si associano in un partito unico quando si mettono in discussione loro privilegi e prerogative di stampo medievale. La premialità del merito, in questo contesto, rimane un fatto assolutamente accidentale. Tutto avviene, però, con una totale corresponsabilità della politica, laddove spesso cè una confusione di ruoli, fra Professori e Politici, ben difficile da comprendere da parte dei non addetti ai lavori. Come considerazione di carattere politico, il fatto che un ex Rettore e un Rettore in carica di uno dei maggiori Atenei Italiani da loro diretto negli ultimi 15 anni, valutino come fallimentare lUniversità Italiana nel suo insieme, ben si concilia, culturalmente, con le mirabolanti promesse elettorali di un personaggio che ha governato questo Paese con una certa continuità negli ultimi 20 anni (con una schiacciante maggioranza negli ultimi 4 anni), non realizzando quasi nulla di quanto promesso precedentemente e non spiegando mai (a parte le ridicole scuse dei presunti traditori) il perché dei suoi precedenti fallimenti governativi. Un Paese serio ad un tale personaggio chiederebbe conto delle promesse non mantenute . in Italia, purtroppo, si rischia addirittura di fargli rivincere le elezioni. Nello stesso modo i Rettori corresponsabili dello sfascio delle Università dettano i rimedi per il futuro, appellandosi però sempre alle scelte da farsi nelle sedi centrali. Loro, con le loro non-scelte locali, sono senza colpe. La colpa è sempre di qualcun altro.
Intervento UnUniversità per la ricerca La Repubblica-Napoli Lettere & Commenti, 7 Maggio 2013 In un mio recente contributo (Il partito unico dei docenti, La Repubblica-Napoli 12/02/2013) richiamando il principio di pensare a livello globale, ma agire a livello locale, puntualizzavo limportanza delle scelte locali nel processo di rinnovamento dellUniversità. Il mancato rinnovamento non è colpa solo del Legislatore, che fornisce spesso gli strumenti per operare scelte meritocratiche a livello locale. Il rinnovamento non si ha, spesso in spregio al Legislatore, a causa delle spinte corporative di vari gruppi di potere che operano solo in funzione degli interessi dei propri raggruppamenti scientifico-disciplinari, vero cancro del sistema universitario Italiano. La premialità delle logiche corporative produce, a parte lavanzamento di carriera, il grave danno di mettere i mediocri nella posizione di valutare altri. Loccasione di rinnovamento la fornisce la Legge Gelmini (certo con tante pecche, ma anche con dei pregi) che prevede un meccanismo di idoneità nazionale, seguito poi da bandi di concorso a livello locale in quota parte chiusi, cioè riservati ai soli idonei della sede nei vari raggruppamenti scientifico-disciplinari, oppure tutti aperti agli idonei della lista nazionale di un determinato raggruppamento. Comunque la Legge impone che non meno del 20% dei posti messi a concorso vanno coperti solo con idonei esterni alle strutture che bandiscono i posti (per Proff. Associati e Ordinari). Si noti che bandire un concorso aperto a tutti gli idonei della lista nazionale non impedisce affatto di scegliere al termine del processo concorsuale un idoneo in servizio nella sede, ma il viceversa non vale. Il meccanismo sembrerebbe ben congegnato per dare la possibilità ai professori universitari di fare scelte di merito e di produrre quindi un significativo miglioramento rispetto alla situazione di assoluta stagnazione che condanna le nostre Università a posizioni di retroguardia a livello mondiale. Questo a dispetto delle eccellenze che pur il sistema Italia, nel suo complesso, è capace di esprimere. Il timore fondato è che nelle scelte immediate che si andranno a fare nei vari Atenei si tenderà - a parte la quota del 20% dei posti riservati agli esterni - di sfruttare al massimo possibile la logica dei concorsi chiusi, mirati ad ottenere avanzamenti di carriera per chi ha già una posizione nella propria sede. Questo modus operandi purtroppo è favorito dal fatto che molto spesso coloro che dirigono le strutture universitarie, a vari livelli, più che lespressione di una realtà scientifica sono lespressione di un elettorato politico (con alcune eccezioni), al quale si sentono vincolati per un rapporto di tipo più clientelare che scientifico. Ne deriva da ciò che, salvo rari casi, tali figure sono volte a premiare più le spinte corporative che vengono dalla propria base elettorale che non il merito in assoluto. Ritengo che si dovrebbe fare ogni possibile sforzo per invertire la rotta, perché le scelte che si faranno nellimmediato futuro dovranno dare un segnale in funzione di una scelta di fondo che una Università come la Federico II deve fare: decidere se essere una Research University oppure una Teaching University. Ritengo che la Federico II debba incoraggiare, in tutti i modi possibili, la costruzione di una Research University (puntando sulla costruzione di una Graduate School, che comprende Laurea Magistrale + Dottorato), lasciando più spazio per la Teaching University a strutture di più piccole dimensioni. Il Rettore della Federico II, che si è espresso in alcuni documenti nella direzione che io auspico, spero faccia il possibile per evitare la scelta di bandi di concorso riservati ai soli idonei interni allAteneo. Sarebbe un danno enorme nella direzione del rinnovamento dellUniversità Federico II.
Intervento I fannulloni dell'Università La Repubblica-Napoli Lettere & Commenti, 21 Luglio 2013, p. IX Le contraddizioni e le distorsioni di un sistema non sano vengono fuori sempre da spinte esterne e mai dallinterno. LUniversità di Napoli Federico II non può sfuggire a questa logica generale. Il fattore esterno che fa scoppiare le contraddizioni interne, nel nostro caso, sono le valutazioni ANVUR che pongono la Federico II agli ultimi posti fra i Megatenei Italiani. Questo ha spinto il Rettore Massimo Marrelli a rilasciare una furiosa intervista a La Repubblica-Napoli (18 Luglio 2013) contro i 240 fannulloni che hanno determinato il pessimo ranking della Federico II. Marrelli afferma che impedirà la promozione dei Ricercatori e Docenti che non fanno ricerca e quindi non pubblicano. Viceversa l'Assessore alla Ricerca della Regione Campania, nonché ex Rettore della Federico II, Guido Trombetti, cerca di minimizzare, arrampicandosi sugli specchi di una realtà alquanto impietosa, realtà che é anche il frutto delle pregresse gestioni della Federico II. La presa di posizione di Marrelli, encomiabile, va ora tradotta in fatti concreti, impedendo che prevalgano come al solito logiche consociative, volte alla difesa di interessi particolari, con decisioni caratterizzate da ipocriti balletti con schieramenti e votazioni secondo logiche di gruppi di interessi, nel contesto di un equivoco generale che già Montesquieu nel suo Esprit del lois indicava come un eccesso dal quale le democrazie devono guardarsi: lo spirito dell'eguaglianza estrema (vedi articolo di Raffaele Simone, su La Repubblica, 9 Giugno). Questo equivoco fa sì che nelle Università anche le decisioni di merito vengono prese a maggioranza, laddove le scelte vengono fatte solo contando i voti, e non già anche "pesandoli" sulla base di programmazioni volte alla difesa del'interesse generale, che non può prescindere dalla premialità del merito. E' fuor di dubbio che i non-meritevoli siano la maggioranza o comunque costituiscano la base elettorale forte di chi gestisce i Dipartimenti come posizione di potere. Si determina quindi il paradosso che a decidere chi merita sia una maggioranza di non-meritevoli. Nonostante il prevalere degli interessi particolari cozzi palesemente con l'interesse generale (premialità dei meritevoli) dell'Università e del Paese, non é che si trovino molti disponibili a "denunciare" storture ben note a tutti. La presa di posizione del Rettore della Federico II é quindi di rilevante importanza e non può che essere accolta con grande piacere, da parte degli eccellenti che sono presenti nella Federico II e che vedono mortificate le posizioni di merito, soprattutto di brillanti giovani, da aberranti logiche clientelari. Perché questo succeda e quali siano i meccanismi che rendono possibile questo clima culturale e politico é ben noto, nell'Università come in altre istituzioni, con l'aggravante che l'Università forma la classe dirigente del Paese. Dovrebbe essere ben chiaro, quindi, che questi comportamenti sono i semi di una cultura i cui frutti si manifestano in modo virulento poi sotto forma del presunto castigo di Dio da cui gli Italiani sono colpiti: mafia, camorra, 'ndrangheta. Daltronde questa mia analisi sullUniversità in generale non è nuova. Basta fare riferimento al pezzo giornalistico "Cocò allUniversità di Napoli o la scuola della malavita" di un intellettuale insospettabile, Gaetano Salvemini, scritto per la Voce (31 Dicembre 1908). E questi frutti malefici sono tutt'uno con le tre ragioni, che secondo il Direttore del Censis, Giuseppe Roma (Il Venerdì, 31 Maggio 2013) hanno portato al declino dell'Italia rispetto alla spinta propulsiva dello sviluppo degli Anni Sessanta: la corruzione, il clientelismo e la burocrazia. Nell'Università, in tanti Docenti e Ricercatori, anche in buona fede, c'è però la convinzione che i responsabili principali di questi tre mali siano solo i politici. In sostanza ognuno, nelle analisi e nei comportamenti, si autoassolve, non capendo che molto spesso sono proprio i comportamenti che si tengono all'interno del sistema nel quale si opera che rendono così virulenti i tre mali indicati da Roma. Forse fra i tre mali, la corruzione è quello che si subisce con cinismo, ma non lo si accetta ancora, per fortuna, come una normalità. Viceversa il clientelismo e la burocrazia, sono ormai parte del DNA degli Italiani: a tutti i livelli sociali. Chi si contrappone ad essi, cercando di far prevalere criteri volti alla premialità del merito, diventa il "nemico", l'alieno da cui si devono guardare, i tanti portaborse e yes men, allevati e premiati (come dice Massimo Cacciari), soprattutto negli ultimi 20 anni, a tutti i livelli del sistema Paese.
Intervento Così l'Ateneo Federico II premia i meno meritevoli. La Repubblica-Napoli Lettere & Commenti, 20 Settembre 2013, p. X A seguito della cattiva performance dell'Ateneo Federico II, collocato nelle posizioni di coda fra i megatenei Italiani nel ranking redatto recentemente dall'ANVUR, cè stata una pubblica levata di scudi del Rettore Massimo Marrelli contro i fannulloni dellAteneo che avrebbero determinato tale risultato. Alla fine di Luglio, con grande soddisfazione da parte di chi si è sempre battuto per la premialità del merito, cè stata una Delibera del Consiglio di Amministrazione della Federico II, che confermava i propositi di Marrelli di favorire in assoluto i più meritevoli per le prossime progressioni di carriera. Nel frattempo però c'è stato un altro importantissimo appuntamento: l'emanazione dei criteri per l'accesso sia dei Ricercatori che dei Docenti nei Collegi di Dottorato di nuova istituzione, vale a dire la struttura portante per la formazione di giovani di alta specializzazione e professionalità, che rappresenta il fiore all'occhiello delle Università più prestigiose al mondo. Tali criteri hanno prodotto risultati paradossali che dovrebbero indurre una serie riflessione da parte del Rettore e del CdA dell'Ateneo. Il regolamento emanato ha prodotto infatti risultati che, almeno in parte, vanno esattamente nella direzione opposta della premialità del merito, laddove si conferma e si rafforza l'assurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle ridicole mediane utilizzate in modo sperequativo con valori molto differenti fra i vari Settori Disciplinari. Per i non addetti ai lavori occorre specificare che i Docenti/Ricercatori in Italia, sono suddivisi all'interno di ogni Area scientifica (es., Medicina, Ingegneria) in Settori Scientifico Disciplinari (SSD) A, B, C, etc. Per la valutazione del merito per ogni SSD, è stata calcolata statisticamente, per ogni Docente/Ricercatore afferente a quel Settore, la mediana relativa a parametri bibliometrici, quali l'h-index (H), il numero di citazioni ottenute (C) e il numero di pubblicazioni (L) in 10 anni (2003-2012). Per essere definito "bravo" un Docente/Ricercatore, e nel caso del Regolamento di Ateneo per ottenere l'accesso al Collegio di Dottorato di Ricerca, si devono superare le mediane di H, C e L, dei potenziali Docenti di Ruolo Superiore all'interno del proprio Settore. Se in un Settore quindi i Docenti di Ruolo Superiore hanno parametri H, C e L, molto bassi (quindi produttività scientifica molto bassa), rispetto a Docenti/Ricercatori di Ruolo Superiore di altro Settore (quindi, Eccellenze scientifiche)... ad essere premiati sono i "fannulloni", non i meritevoli! Questo é quanto si è verificato paradossalmente in alcuni Dipartimenti, fra i quali quello di mia afferenza, laddove sono risultati idonei per l'accesso nel Collegio di Dottorato, Ricercatori/Docenti di un Settore con valori delle mediane di H, C e L, rispettivamente di 5, 88 e 9, mentre altri con valori delle soglie di H, C e L, notevolmente superiori, vale a dire rispettivamente di 17, 823 e 25, sono risultati non idonei. Senza nessuna logica scientifica plausibile, chi produce di meno vale di più e deve quindi essere premiato! Come ha scritto l'ex Guido Rettore Trombetti su La Repubblica (15.9.13), Dante avrebbe chiosato "O insensata cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi, quei che ti fanno in basso batter l'ali". La speranza é che l'Ateneo, volendo fare sopravvivere Settori improduttivi, sia incorso in un madornale errore di valutazione, non accorgendosi che l'utilizzo delle mediane, così come architettato, non solo è ingiusto, ma appiattisce verso il basso le eccellenze ed istituzionalizza il demerito. Bisogna realisticamente tenere presente che le condizioni strutturali e culturali del nostro Paese sono ben lontane e differenti del modello anglosassone che imitiamo goffamente e solo in superficie. Auspico che l'Ateneo voglia correggere il marchiano paradosso, perché solo la premialità dei meritevoli, senza se e senza ma, può costituire un grande incentivo per i giovani che vogliono avviarsi ad attività professionali che rappresentino il coronamento delle aspirazioni personali e con esse la fortuna di un intero Paese. Nello stato in cui versa il nostro Paese è di vitale importanza riuscire a superare le posizioni culturali volte alla difesa corporativa che guardano al passato piuttosto che al futuro, ai garantiti invece che ai giovani meritevoli in cerca di lavoro e identità. Occorre sempre tener presente che in questo contesto tutto ruota intorno a clientele, interessi particolari, dove, cosa più grave di tutto, gli intellettuali di valore tacciono... e molti, per calcoli di mera convenienza restano a guardare prigionieri e complici silenti di situazioni aberranti come quelle da me sopra descritte.
Intervento Le valutazioni della Federico II La Repubblica-Napoli - Lettere & Commenti - La parola ai Lettori, 25 Settembre 2013 Il Rettore della Federico II ha risposto ieri, su queste colonne, a mio articolo su La Repubblica-Napoli del 20 settembre nel quale sostenevo che la Federico II dà un pessimo segnale in direzione della premialità dei meritevoli in quanto si rafforza lassurdo nazionale della valutazione dei meritevoli basato sul superamento delle mediane utilizzate in modo assolutamente sperequativo fra i vari settori scientifico disciplinari. Rispetto al primo punto del Rettore, ribadisco quanto scritto in miei precedenti articoli (Repubblica del 12 febbraio, 7 maggio e 21 luglio) nei quali rimarcavo che se è vero che esistono storture a livello nazionale derivanti da direttive MIUR, è anche vero che a livello locale si potrebbe fare tantissimo. Ma questo finora non si è verificato. Inoltre il Rettore associa la mia analisi ad un errore logico (suo secondo punto), attribuendomi, sbagliando, la falsa idea secondo la quale io privilegerei invece il riferimento a indicatori assoluti quali impact factor e numero di citazioni, da me utilizzati come esempio solo per spiegare il paradosso che si è determinato in alcuni Dipartimenti, laddove a venire premiati sono i meno meritevoli. Nel mondo anglo-sassone che il Rettore conosce bene non esiste una aberrazione tutta Italiana come quella dei Settori scientifico disciplinari (Ssd). Le competenze sono in quel mondo, da noi goffamente preso a riferimento, solo unespressione culturale, ma non costituiscono dei centri di potere. In Italia i Ssd sono delle corporazioni di eredità fascista, dove proliferano clientelismo, nepotismo e altro. Il Rettore porta ad esempio, impropriamente, il caso limite della Big Science (esempio Fisica Sperimentale) nella quale lavorano molti ricercatori, che producono un numero elevato di pubblicazioni a più nomi, a differenza di quello che si verifica, per esempio, per i fisici teorici. Forse i tanti fisici sperimentali che partecipano ad un grande progetto della Big Science (come ad esempio la scoperta del bosone di Higgs al Cern) solo lì per fare numero? Forse non cè alcun merito dei ricercatori che partecipano a tali grandi progetti? Per quanto riguarda lutilizzo delle mediane, ritengo che un sistema che decide di affidare la valutazione dei meriti personali facendo riferimento a valori statistici di gruppi (Ssd), non è molto diverso dal fatto che i Napoletani onesti sono singolarmente costretti a pagare polizze assicurative elevatissime solo perché a Napoli ci sarebbero più incidenti. I contratti sono personali, non di gruppo. E ogni ricercatore deve essere valutato nel merito a livello personale e non sulla base di valutazioni di gruppo. Se la valutazione si riduce allapplicazione di algoritmi basta affidare i giudizi a computers, che certamente, essendo oggetti stupidi non interpreterebbero, e certamente commetterebbero meno errori di tanti qualificati Commissari (tra laltro con un notevole risparmio per lErario). Nel contesto più generale cè da dire che per riformare lUniversità Italiana ci sono due draghi da sconfiggere: legualitarismo ideologico e ipocrita (che alimenta esso stesso diseguaglianze reali) e il corporativismo cinico di caste e notabilati accademici. Il Rettore da persona intellettualmente onesta qual è, sa benissimo che nei Paesi anglo-sassoni alla base del sistema valutativo (che è sempre personale) cè un valore fondante assoluto: letica personale. In Italia questo valore semplicemente non esiste, e ne deriva che una cosa seria, come luniversità, sia gestita citando il rettore, come a pazziella in mano e creature.
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto di Alessio Papini Inviato: domenica 27 ottobre 2013 01.23 A: universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Oggetto: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: varie
La cosa più semplice è inviare il testo nel corpo del messaggio... Saluti Alessio Papini
----- Message from procesi@mat.uniroma1.it --------- Date: Sat, 26 Oct 2013 23:23:47 +0200 From: claudio procesi procesi@mat.uniroma1.it Reply-To: "Forum "Università e Ricerca"" universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: varie To: Benedetto De Vivo bdevivo@unina.it Cc: Forum Università e Ricerca universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it
caro Benedetto, purtroppo per ragioni che ignoro ma credo siano legate al tipo di software, gli attachments non vengono mai spediti dalla mailing list, quindi non li abbiamo ricevuti. Non so se ci sia modo di rimediare ma forse per questo andrebbe riattivato un blog oppure chi volesse mandare informazioni di questo tipo li dovrebbe mettere su una dropbox, o altro, chi ne sa di piu di me lo suggerisca. Claudio
On Oct 26, 2013, at 10:54 PM, Benedetto De Vivo wrote:
Caro Claudio spedisco attachements di una serie di miei contributi pubblicati su La Repubblica-Napoli più o meno inerenti il tema. Seguono altri 3 con altro messaggio, Cari saluti Benedetto
-----Messaggio originale----- Da: universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it [mailto:universitas_in_trasformazione-bounces@mail.dm.unipi.it] Per conto
di
claudio procesi Inviato: sabato 26 ottobre 2013 22.38 A: Forum Università e Ricerca Oggetto: [Universitas_in_trasformazione] varie
cari colleghi, vedo che la nostra mailing list ora raccoglie sopratutto spam!
Però forse si avvicina il momento in cui sarebbe opportuno fare il punto sugli effetti della riforma Gelmini.
A me pare che per il momento abbia prodotto un sacco di burocrazia.
Da fuori (anche se emerito!) vedo annaspare i giovani su Scopus, Isi mediane etc..
Per curiosità sono andato su Scopus e mi da 55 lavori (dall'inizio della
mia
carriera), gli altri 50 circa che fine hanno fatto? Qualcuno di quelli dimenticati era veramente molto buono!
Comunque sono in buona compagnia, mi dicono che Higgs non passa le
mediane
e non ho visto, fra i criteri per la valutazione, come si valuta un
premio
Nobel.
ma la vera domanda è: che senso ha affidare il futuro della nostra Università ad Elsevier?
Tanti giovani stanno aspettando per sapere se sono stati o meno
dichiarati
idonei. In attesa molti se ne sono andati in paesi che sanno riconoscere
il
merito dai contenuti e non dai numeretti.
Poi quando queste idoneità arriveranno, modulo possibili e prevedibili ricorsi per tutti gli errori materiali fatti, che ne sarà di queste idoneità?
E poi mancando soldi, posti in organico etc. come si può pensare di introdurre i nuovi giovani ricercatori a tempo determinato in una
posizione
di associato senza aver inquadrato quelli che già lo meritano?
A me sembra che tutto quello che avevamo previsto di negativo si stia
puntualmente avverando ma tutti sembrano mettere la testa sotto la
sabbia,
evidentemente perche' non sanno come uscirne.
Nel frattempo siamo costretti ad occuparci di una novità assoluta, i processi di Berlusconi!
Renzi poi dice che la mia pensione è troppo alta, ma se me la sia o no meritata forse sarebbe bene discuterne.
Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
Membro dell'Accademia dei Lincei
Università di Roma La Sapienza, piazzale A. Moro 00185, Roma, Italia fax 0039-06-44701007 http://www.mat.uniroma1.it/~procesi/
Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie
impostazioni:
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Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php _______________________________________________ Universitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it mailing list
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Claudio Procesi, Professore Emerito,
Dipartimento di Matematica, G. Castelnuovo
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