è un argomento delicato che tocca tasti personali talvolta dolorosi. Premetto quindi di avere *solo* 52 anni. Ergo mi mancano almeno 13 anni alla pensione (anche anticipata a 65). Non mi sento (per ora) personalmente coinvolta.
Però proporre OGGI il pensionamento a 65 anni mi sembra aggiungere un altro tassello al quadro di distruzione sistematica delle università.
Abbiamo gli organici ridotti all'osso, ci mancano docenti e ricercatori. Cacciare via i +65 ORA ci ridurrebbe allo stremo, e anche i nuovi ingressi (e siamo sicuri che ce li danno?) si troverebbero a lavorare in condizioni disastrose.
Lottiamo ora compatti, senza rompere il fronte, per avere NUOVI INGRESSI, non per cacciare via chi c'è, altrimenti si scatena la guerra fra poveri, non cadiamo nella trappola! Quando questa gente, questi giovani, sangue nuovo e linfa nuova, sarà entrata nelle nostre università ed avremo degli organici decenti, allora potremo discutere di pensionamenti a 65 anni e se (diciamo fra 10 anni) sarà a me che toccherà di andare in pensione anticipata, bene, sarò contenta. Ma oggi no, oggi cacciare via dell'altra gente dalle nostre martoriate università è un autogol clamoroso.
Eppoi sarà anche vero che gli ultrasessantenni sono tutti *baroni e anche un po' instupiditi*, ma sappiamo tutti che il sapere si trasmette di generazione in generazione: se cacciamo via tutti e subito i *vecchi* mi dite un po' da dove partiamo? non si trasmette la conoscenza facendo tabula rasa. Chiedetevi: con questa norma quanti gruppi di ricerca moriranno nei vostri dipartimenti? Chiedetevi: con questa norma quanti altri corsi moriranno?
Di nuovo il pensionamento a 65 anni non è un tabù, ma per favore non parliamone ora!
saluti anna
On Fri, 2010-07-23 at 17:37 +0200, Rino Esposito wrote:
Cari colleghi, come ho risposto in precedenza a Federico Vercellone, vorrei ribadire che l'aver sottoscritto l'appello "In didesa dell'Università" non costituisce un elemento per cui tutti si possa essere d'accordo anche sulla questione del pensionamento a 65 anni. Personalmente penso che andare in pensione a 65 anni non sia un problema. Accade così in quasi tutto il mondo. Nonostante ciò, gli studiosi che vogliono estendere la loro attività scientifica anche oltre continuano a farlo nelle sedi opportune. Perché solo l'Italia dovrebbe essere l'eccezione? Segnalo in proposito un articolo che mi pare esponga una posizione piuttosto chiara al riguardo (anche qui bisogna sopprimere gli spazi per usare il link): http ://archiviostorico. corriere.it/2010/luglio/22/PENSIONE_PAURA_co_7_100722002.shtml
Rino Esposito
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Per consultare gli archivi, cancellarsi, o cambiare le proprie impostazioni: https://mail.dm.unipi.it/listinfo/universitas_in_trasformazione
Ulteriori informazioni, e per firmare la petizione, sito di Universitas Futura: http://w3.disg.uniroma1.it/unira/index.php