Ovviamente non stiamo parlando della rivoluzione che i media e il governo hanno interesse a dipingere, sono d'accordo con guido mula. Tuttavia devo mestamente ricordare che con la sola eccezione dei meccanismi di adeguamento dell'FFO peraltro compresi da tempo, le problematiche che solleva sono tutte riconducibili a processi decisionali tutti interni agli atenei o alla categoria dei docenti universitari (vedi anche prin ecc.). Essendo in un cda penso che gli sia molto visibile il livello di mancanza di controllo reale sulle decisioni di spesa anche solo sui contratti a TD finanziati in parte dai dipartimenti e che poi vengono stabilizzati sul bilancio. E sul conto terzi dei laboratori? Ecc. Ecc. Non ho alcuna simpatia governativa, ma ancora meno per la retorica tutta interna della funzione sociale che consente l'irresponsabilità. Da esperto di processi decisionali sono costretto a ritenere che l'autonomia non sia fallita perché poco finanziata ma perché irresponsabile o addirittura incompetente. Che poi questo sia oggi usato politicamente è chiaro. forse un po' di onestà intellettuale dovrebbe condurci a un mea culpa sulla prosopopea pro Mussi, forse uno dei peggiori ministri!
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-----Original Message----- From: Guido Mula guido.mula@dsf.unica.it
Date: Tue, 28 Jul 2009 11:26:44 To: Università e Ricerca Forumuniversitas_in_trasformazione@mail.dm.unipi.it Subject: Re: [Universitas_in_trasformazione] R: Re: 7%
Cari tutti,
Non sono affatto d'accordo con il ragionamento che dei criteri di meritocrazia sono meglio di nessun criterio.
Per fare un esempio già citato, discutere della qualità della didattica sulla base dei meri numeri degli studenti immatricolati e laureati, per esempio, senza nessun controllo sulla qualità in ingresso e del livello in uscita (per esempio con verifica degli assunti a qualche anno dalla laurea) è un esercizio solamente dannoso, per non dire folle. Parlare della qualità della ricerca a fronte di governi che danno i finanziamenti in ordine sparso senza minimamente occuparsi di rispettare neanche le tempistiche (per non dire della congruità) dell'erogazione dei fondi è assurdo.
Inoltre, e non mi sembra una questione da poco, i criteri di qualità non possono essere imposti alla cieca a partire da un punto zero nella condizione nella quale si trovano gli atenei adesso. Il sottofinanziamento cronico, per di più in un momento di grave crisi economica mondiale, al quale si aggiunge un ulteriore ribasso del contributo statale rischia con buona probabilità di diventare un'arma letale per una larga parte degli atenei italiani.
La politica della meritocrazia attuale è solo ed esclusivamente fumo negli occhi per dire che finalmente rimetteranno in riga questi scansafatiche degli universitari, per di più risparmiando ulteriori soldi (se non ricordo male dalle leggi vigenti, i fondi 7% non sono altro che i fondi della ricerca messi a disposizione da Prodi, quei 500 Meuro a volte usati per Alitalia, camionisti, ... Quest'anno per far finta di dare soldi in più)
Come componente del CdA della mia università, posso dire che mi sembra assolutamente irrealistico pensare che un ateneo già in difficoltà possa, in un contesto difficile, diventare improvvisamente capace di attrarre chissà quali fondi, da dove poi non è ben chiaro. Alcune regioni hanno industrie, altre fondi con i quali possono fare qualcosa, altre nulla. E Università che si ritroveranno a funzionare con pochi milioni di euro (senza arrivare alla decina) e decine di migliaia di studenti, in base a quale fantastico meccanismo dovrebbero poter migliorare i servizi, la didattica, la ricerca etc etc, dopo anni di sofferenza quando non potranno neanche pagare le bollette della luce?
Vorrei poi far notare che la definizione degli FFO 2009 con tagli e premi arriva a fine luglio 2009 (ma che strano, chi se lo sarebbe mai aspettato?), DOPO che gli atenei hanno deliberato degli eventuali bandi di assunzione (cosa che, in molti casi, è stata permessa dal ministero sapendo benissimo che le spese reali per stipendi superavano di gran lunga il 90% dell'FFO e che solo il trucco dello scorporo ha permesso di rendere la percentuale inferiore al limite).
Una veloce battuta sui criteri per la costruzione dell'FFO, sui quali mi sono espresso altre volte, data la richiesta di Piero che ho appena visto:
Uno Paese normale dovrebbe partire da un finanziamento in grado di coprire gli stipendi (siamo dopotutto ancora dipendenti dello Stato) più una certa percentuale in aggiunta (10%? 15%?..) per il funzionamento. Adesso gli FFO non tengono in conto neanche gli adeguamenti ISTAT o di quelli decisi per legge! A partire da questo si può costruire una parte aggiuntiva meritocratica. Si può valutare per esempio la didattica andando a guardare le tempistiche di laurea degli studenti che in ingresso possiedano competenze minime (non fare un calderone indistinto con tutte le matricole!) e la percentuale di impiegati dopo un certo tempo dalla laurea, nonché i servizi offerti e la loro efficacia. Analogo discorso per la ricerca, andando a valutare tipologia e numero di progetti, continuità degli stessi, capacità di attrazione di studenti e ricercatori (in senso lato) stranieri etc.
Il discorso è lungo, mi fermo qui.
Cordialmente, Guido